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Autore: bice_94    10/01/2012    6 recensioni
..ma un bagliore lo colpì.Un riflesso. E all'improvviso tutto cambia..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Terza stagione
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Solo una leggera luce sembrava entrare dalla finestra.
Il suo corpo era coperto da un leggero lenzuolo bianco, il suo petto era invece rimasto nudo, riscaldato dal capo e dalla mano della donna stancamente abbandonati su di lui.
Si chiese da quanto tempo non si svegliava in quel modo.
Tanto, forse troppo.
A dire la verità, molto probabilmente non lo aveva mai fatto.
Non si era mai svegliato con un cuore così gonfio d’amore, così pieno di felicità, così convinto di farcela.
Farcela nonostante tutto, nonostante le difficoltà, il dolore, la paura, l’ingiustizia della vita.
Farcela insieme.
La leggera luce gli solleticò le palpebre e quel profumo di ciliegie e semplicemente di lei gli accarezzò le narici.
I suoi occhi chiari e limpidi risposero a quel richiamo naturale e si concentrarono sul bianco corpo della donna accanto a lui.
Sembrava la perfezione, sembrava la Bellezza, sembrava finalmente la felicità.
La si cerca tutta la vita, la si brama e quando si ha così vicino si ha quasi il terrore di rovinarla.
Castle sorrise debolmente, mentre le sue dita accarezzarono quasi impercettibilmente la guancia di Kate Beckett, sua Musa, sua donna, sua metà.
Studiò il profilo dei suoi occhi chiusi, del suo naso, della sua bocca, delle sue spalle e del suo petto che si muoveva all’unisono con il suo.
Fu una bella sensazione.
Non volle svegliarla, ma le lasciò un leggerissimo bacio sulle labbra.
Si sfilò delicatamente dalla presa di Kate e, guardandola ancora per qualche secondo, scese al piano di sotto.
 
Da quanto era sveglia?
Oh, un bel po’, di sicuro da prima dell’uomo.
Aveva accarezzato la sua pelle, aveva studiato quel senso di calma che emanava in quel momento, aveva soffiato su suoi occhi solo per infastidirlo, senza successo.
Aveva sorriso davanti alla disarmante dichiarazione di resa del suo cuore.
E poi aveva visto i muscoli dell’uomo muoversi leggermente.
Decise che avrebbe aspettato.
Richiuse gli occhi e tornò a godersi il calore del petto di Castle.
Sentì il suo sguardo su tutto il suo corpo.
Una stranissima sensazione insieme a quegli occhi.
Ogni difesa costruita finì di franare, ogni strato del suo essere fu tolto per lasciare solo Kate.
 E si sentì improvvisamente inadeguata.
Ebbe paura di mostrare se stessa.
Quella che lui non aveva mai conosciuto.
O almeno era quello che lei credeva.
E poi quella carezza sulla guancia eliminò ogni timore, ogni minimo brusio nella sua testa.
Si strinse impercettibilmente più a lui, ma sentì il corpo dell’uomo allontanarsi con una delicatezza infinita.
Avrebbe voluto impedirglielo, ma non lo fece.
Sarebbe scappato così?
 
Finalmente si dedicò un po’ alla cucina.
Tutto molto.. bianco.
Sicuramente non era stata Beckett ad arredare.
Sorrise spontaneamente.
La conosceva troppo bene per non riuscire a capire che, in fondo, quel luogo era rimasto invariato dalla morte della madre, come un piccolo tempio, dove potersi illudere di tornare un po’ indietro, cercando di ricreare quelle domeniche d’agosto.
Si guardò ancora un po’ intorno e poi afferrò il telefono.
Immagino tu sapessi che non sarei arrivato ieri sera, non è vero tesoro?
Anche perché altrimenti avrei trovato la segreteria piena di tuoi messaggi.
Arrivo il prima possibile, ma ricordati che DOBBIAMO PARLARE figlia.
P.S grazie di tutto Al.
Inviò il messaggio sorridendo.
Si guardò intorno e si grattò la testa con aria confusa.
Lo distrasse solo l’arrivo della risposta della figlia.
Tranquillo padre, PARLEREMO. :P
Divertiti..
Era troppo intelligente per ingannarla.
Alexis sapeva esattamente che in quel momento Richard Castle poteva dirsi il ritratto della felicità.
Scosse la testa divertito e raggiunse nuovamente il frigo.
Incredibile.
Esisteva qualcosa di commestibile.
 
Doveva essersi appisolata mentre stringeva con forza il cuscino, perché la mano iniziava ad essere dolorante.
Non aveva più sentito alcun rumore e per certi versi questo le provocò un fastidio intenso allo stomaco.
Aprì lentamente gli occhi, abituandosi alla luce e focalizzando subito su quella parte del letto ormai vuota.
Sospirò, ma un rumore la bloccò.
Sentì solo il tintinnio di una tazza, probabilmente sulle scale, e un’imprecazione sommessa.
Castle.
Il suo imbranato e adorabile scrittore.
Non passò molto prima di veder comparire sulla porta della camera un’immagine piuttosto insolita dello scrittore.
Faccia ancora un po’ assonnata, capelli ribelli, un paio di boxer e una maglietta stropicciata.
Un sorriso radioso illuminato il volto di Kate.
Castle rimase sorpreso per quell’accoglienza, ma l’espressione della donna fu talmente dolce da contagiarlo.
C: buongiorno. Credevo dormissi ancora..
Kate si morse il labbro inferiore ancora sorridendo, estasiandosi per quel risveglio.
C: che c’è? dentifricio sulla guancia?
Lo scrittore fece un’espressione buffa e la detective non potè evitare di ridere.
B: tranquillo, niente dentifricio. E quello per chi è?
Castle rivolse uno sguardo al vassoio che aveva rimediato, quasi se ne fosse dimenticato.
C: oh, beh per me ovvio.
La donna lo guardò, scuotendo la testa divertita.
C: prego madame, questa è la sua petit-déjeuner.
B: ah però.. anche in francese. Lei mio caro scrittore ha parecchie doti nascoste.
Beckett sorrise, facendo posto all’uomo accanto a sé.
C: un attimo però..
La donna si voltò e l’uomo le rubò fugacemente un bacio.
C: mancava il bacio del buongiorno.
Beckett lo guardò maliziosamente e si avvicinò nuovamente a lui, approfondendo meglio quel bacio prima solo accennato.
Quel contatto fu più profondo e più sensuale del dovuto forse.
B: così è meglio, no?
Quando Beckett si allontanò, rise all’espressione ancora imbambolata di Castle.
B: che dici? Mangiamo?
 
Avevano finito la loro colazione e ora non rimanere che restare così.
Immobili, appoggiato l’uno all’altro.
Castle accarezzava distrattamente il braccio di Beckett, mentre i loro pensieri vagavano a migliaia di km di distanza, persi ad osservare l’ombra di quel grande ciliegio che ricopriva parte della finestra di fronte a loro.
B: ad un certo punto, ho smesso di sperare.
Castle non smise il suo movimento.
Nessuno dei due si mosse.
C: credo di averlo fatto anche io.
B: mi sentivo solo cadere,  cadere sempre più in basso, sempre più nel buio, senza appigli. Mi sono sentita così sola, così persa. È stata così tutta la mia vita dalla morte di mia madre, eppure da quando ti ho conosciuto mi era sembrato di tornare a respirare. Come se la mia caduta si fosse fermata. E invece alla fine.. ho dovuto rinunciare anche a quello. E ho ripreso la mia corsa verso il baratro. E se fosse solo un grosso errore, Rick?
Questa volta la donna cercò gli occhi di Castle, che non si fecero attendere.
C: non lo è Kate. Qualunque cosa succeda, ricordati solo una cosa.. non ho mai amato nessuno come sto amando te in questo momento, come ho fatto in questi tre anni e come farò per tutta la mia vita.. perciò fidati di me.. è ora di rialzarsi, Kate. È ora di risalire.
 




p.s. eccomi.. :D
lo so.. un ritardo mostruoso, ma le feste si sono fatte sentire..
beh, siamo arrivati alla fine.. siamo all'ultimo capitolo.. manca solo un piccolo epilogo..
allora, vi è piaciuta?????
fatemi sapere..
un bacione a tutti.. :*
   
 
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