“ NATSUUUUUUUU!!!!”

Questa volta quell’idiota l’aveva proprio fatta grossa.

Lucy si definiva una ragazza abbastanza tollerante e ragionevole, alquanto ottimista e speranzosa, soprattutto per quanto riguardava l’imparare a tener a bada quegli scapestrati dei suoi compagni di squadra: non se la menava per ogni cosa e preferiva di gran lunga sospirare e battere la testa sul tavolo, che provare a sgridare qualcuno.

Ovviamente, tutto faceva eccezione per quanto riguardasse la sua stanza: nessuno, proprio nessuno, poteva permettersi di fare quello che voleva nel suo sancta sanctorum, nel suo angolo personale, nel suo spazio privato, nel suo paradiso in miniatura…

Qualcuno doveva morire.

“ DOV’E’ ANDATO???” chiese, una volta entrata di corsa nella gilda.

“ Ehi Lucy, tutto bene? Mi sembri leggermente tesa. Forse hai bisogno di-.”

“ Questo trucco non attacca con me, Mira…” sibilò la ragazza, tenendo ben stretta la sua amica per il collo della maglietta “…dimmi immediatamente dove si nasconde!!”

Per poco la dolce Mira Jane non ebbe un infarto; non aveva mai visto Lucy in quello stato: gli occhi iniettati di sangue, i denti digrignati e le vene del collo gonfie e tese!

“ eh eh eh eh” cercò di ridere la ragazza.

“ Eh eh eh eh eh…” le fece eco Lucy “ NON C’E’ NIENTE DA RIDERE!!!”

La barista si tappò immediatamente le orecchie al sentire quelle urla: perché doveva sempre essere lei quella a finire in mezzo ai guai per colpa di quei pazzi???

La bionda, non essendo riuscita ad ottenere una straccio di risposta da Mira, decise di provare altrove ad avere notizie sul nascondiglio di quel teppista: batté il pugno sul tavolo prima di guardare in cagnesco Gray, seduto insieme a Lluvia e Cana.

“ Tu…dov’è il tuo fidanzato?”

Ci fu un attimo di silenzio prima che il mago del ghiaccio si alzasse di scatto per ribattere.

“ MA CHE CACCHIO DICI???!!!” urlò, paonazzo e decisamente incazzato.

“ Ti consiglio di non urlare con me perché oggi sono decisamente irritata, quindi faresti meglio a dirmi immediatamente dov’è Natsu!!”

“ E io che ne so!” ribatté secco il ragazzo, voltando lo sguardo dall’altra parte.

“ Ah, è così eh!?”

Con uno scatto improvviso e deciso, la bionda prese Gray per l’orecchio e se lo trascinò a livello stomaco, in modo da poterlo guardare dall’alto.

“ Ora tu mi dirai dov’è andato, altrimenti ti darò talmente tanti calci nel sedere che quando avrò finito con te, ti siederai sugli occhi”

(La vedete anche voi l’aura nera intorno alla tollerante e ragionevole Lucy???)

“ Ehi, nessuno può trattare così Gray-sama!!” disse Liuvia, alzandosi da dove era seduta.

“ A cuccia tu!” imperò la bionda.

“ A-aye sir!!”

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Una volta uscita per strada, Lucy si incamminò verso il parco dove, stando a quello che le aveva detto Gray, si nascondeva la sua preda.

Girare per Magnolia con quel caldo era davvero insopportabile: era Luglio inoltrato e per tutta la città si sentivano i cigolii delle cicale; la gente andava in giro praticamente in costume da bagno e le piscine erano affollate come non mai. Per non parlare dei bar e delle gelaterie.

Forse, quell’estate, fu la più calda che Magnolia avesse mai vissuti negli ultimi anni.

Questi pensieri fecero salire una rabbia ancora più nera alla nostra Lucy, poiché era proprio per questa ragione che voleva divorare Natsu.

Una volta superato il cancello del parco, iniziò a guardarsi intorno: cercò in ogni dove, in ogni angolo, sotto ogni sasso, riposandosi di tanto in tanto sotto un albero, in modo da non sentire la calura.

Finché, finalmente, non vide all’orizzonte, una capanna per gli attrezzi.

Si avvicinò di soppiatto, cercando di fare il meno rumore possibile.

Prese la maniglia rotonda della porta e…

“ TUUUUU!!”

Il ragazzo dai capelli rosa era accovacciato per terra, nascosto da pale e rastrelli: aveva in bocca un ghiacciolo finito a metà, gli occhi stralunati e un’espressione decisamente stravolta sul volto.

Una volta resosi conto di chi aveva davanti, aprì la bocca, lasciando cadere il gelato.

“ Lu-Lucy!!!”

“ Dannato, che diavolo credevi di fare, eh!?”

“ I-io non volevo!” tentò di giustificarsi, alzando le mani davanti a sé.

“ Non ti permettere mai più, hai capito!!??”

“ Ma-ma io…”

“ PROVA UN’ALTRA VOLTA A RUBARE IL MIO VENTILATORE E IO GIURO CHE TI FACCIO SECCO!!!”

Eh si, nonostante quello che si crede, perfino Natsu soffre il caldo qualche volta.

La ragazza prese il piccolo aggeggio che il ragazzo stava bellamente utilizzando e, senza lasciarlo replicare, girò sui tacchi e si incamminò verso casa.

Natsu, ancora inebetito per le urla dell’amica, si trascinò fuori dalla capanna per gli attrezzi e si stese sotto il primo albero che riuscì a trovare: con il volto imbronciato e le braccia incrociate al petto, il ragazzo sospirò.

“ Ma io ho caldo!!!”