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Autore: yami no tenshi    11/01/2012    3 recensioni
Un altro esempio di quanto io non ci sia con la testa.
L’ultima cosa che nota è il cappello di lana, ridicolo su chiunque tranne che su di lui, dal quale scendono due soffici orecchie.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corpi nudi, riversi sul letto scomposti, come bambole rotte.
Quasi avvolti, legati dalle lenzuola, emanano ancora calore, nonostante la temperatura gelida.
Lei li osserva, accoccolata in un angolo di quella stanza dalle pareti grigie ed il soffitto viola. Impossibile distinguere il colore dei mobili nella penombra.
Le braccia, rigide e quasi prive di sensibilità, stringono le ginocchia, le abbracciano, mentre un coniglietto di peluche, così innocente, soffoca schiacciato tra gambe e petto.
Grandi occhi restano così, spalancati.
Eppure non è paura l’emozione che quelle iridi riflettono. Non ha l’odore salato e amaro del terrore.
È attonita, forse.
Quasi indifferente al sangue che quieto va creando un placido laghetto e le lambisce i piccoli piedi pallidi.
 
Nella stanza solo due rumori, tre silenzi ed un pausa.
C’è un pausa rannicchiata con lei nell’angolo buio, l’aspettativa di un movimento mai completato.
 
Ci sono tre silenzi, o forse solo uno, un unico silenzio in tre parti.
Il primo, posatosi, leggero come le ali di una farfalla, sul letto, ha l’aspetto di un respiro spezzato, rinnegato e mutilato. Respinto.
Sa di fiori recisi e delle preghiere dei lupi alla luna.
Il secondo, impaurito, cerca conforto anch’esso nell’angolo.
Ha l’odore del vento rinchiuso in un vaso, il sapore di un sospiro celato e la consistenza di un cancello di tenebre.
L’ultimo, dolce e inquietante, permea l’aria e la polvere. È l’impressione di una notte priva di cielo, e di un mostro nascosto tra i flebili raggi di luce delle stelle.
È un mostro nascosto sotto il letto, in agguato, intento a lappare ghignando il vermiglio liquido che si spande lento, a scaldare la fredde piastrelle del pavimento.
 
Ci sono due rumori, entità maligne destinate a dominare mente ed anima.
Uno è il gocciolio martellante del sangue che profuma di vetri infranti, foglie secche e sogni ormai evaporati.
L’altro un canto che sullo Stige conduce alla morte. Per scelta non copre il gocciolio, si conficca a fondo nell’animo, come un ago di gemma.
 
“Mary aveva un agnellino,
mite, dolce e piccolino.
Tutti i giorni sta con lei,
ogni notte…
Mary aveva un agnellino,
mite, dolce e…”
 
Impregna l’aria, penetra nei polmoni e li infetta, insieme all’anima, e così nella mente e la consuma.
E la voce la ripete all’infinito. Sembra venire da ogni luogo e da nessuno.
Solo un luccichio tradisce d’improvviso il mostro.
Sdraiato morbidamente sulle coperte insanguinate, le mani che scorrono gentili sui corpi.
Due occhi spalancati ne seguono i movimenti, guardinghi. 
Una risatina s’introduce dispettosa nel ritornello, interrompendola, e un quarto silenzio si aggiunge.
Il mostro, elegante, si alza.
Con grazia scaccia qualche invisibile e impercettibile granello di polvere dalla camicia, nera e lucida come i pantaloni e altrettanto attillata, e si avvicina.
Lo osserva, la ragazza, sempre immobile. Lo guarda fermarsi, chinarsi fino a restare in ginocchio davanti a lei.
Lo guarda avvicinare il volto, bellissimo, tanto da essere inquietante, al suo, la labbra, perfette, alle sue sfiorandole come in un bacio e sussurrarle, dolce come il miele, sulla bocca.
 
“Lo sai cosa fa l’agnellino durante la notte, Mary?”
Una pausa, la seconda.
“Ogni notte conduce le anime all’inferno…”
 
Occhi magnetici la incatenano, la rendono schiava. Hanno iridi verdi, come un veleno, e pupille dense di qualcosa di indifendibile che vive a metà tra piacere e dolore.
L’ultima cosa che nota è il cappello di lana, ridicolo su chiunque tranne che su di lui, dal quale scendono due soffici orecchie.
Da agnellino.




Inutili note dell'autrice:
Questa è una piccola storia, anche se forse chiamarla così è eccessivo, iniziata mesi fa e conclusa adesso, anche se velocemente e probabilmente piuttosto male.
Potrei decidere di toglierla domani mattina. Magari la rileggo e mi rendo conto del disastro che ho combinato.
Se voleste lasciare un commento sarebbe ben accetto.
Grazie anche solo per aver letto.^^
  
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