Era un giorno di Aprile come tanti per Martina, niente di che! Si era alzata, si era lavata, si era messa un pò di trucco ed era andata a lezione, come sempre... O forse no. Era a metà del suo primo anno di Lingue e per il momento era in pari con gli esami. Quella mattina era particolarmente calda per essere solo primaverile e questo le aveva fatto venire ancora più voglia di seguire la lezione programmata delle 9.. senza contare che era Lingua Inglese e tutti sanno quanto lei amasse quella lingua. La studiava da che era bambina e le era sempre riuscita naturale..la sua pronuncia era chiara e precisa e il suo accento... "naturalmente Britannico", come diceva sempre la sua maestra delle elementari. Quell'accento lo aveva conservato negli anni e perfezionato con lo studio, garantendosi sempre ottimi voti e anche la gelosia delle persone meno dotate di lei; e si sa, il mondo è pieno di invidia tanto quanto la madre degli imbecilli è sempre incinta. Il tragitto per arrivare all'università era piuttosto breve e a lei piaceva moltissimo camminare x la città che aveva scelto, con tutte le sue viuzze, i suoi palazzi medievali e la sua campagna circostante sempre verde, profumata e ronzante di piccoli insetti; e le piaceva anche osservare il sole infiltrarsi e farsi strada tra i muri dei palazzi creando ombre e zone di luce che rendevano anche più magica e suggestiva l'atmosfera medievale che si respirava.

 

OSPEDALE PSICHIATRICO.

 

Ecco cosa si legge sull'arco di entrata della facoltà.. "Mi ricorda ogni giorno chi sono" pensò lei scuotendo la testa con un sorriso. 

Si perché la sua facoltà era stata un'ospedale psichiatrico almeno un secolo fà e anche se adesso la struttura era stata rimodernata, ristrutturata ed adibita ad ospitare le facoltà di Ingegneria gestionale, Scienze della Comunicazione e Lingue Moderne, l'insegna non era stata cambiata.. Forse come a dire agli studenti che sono pazzi a voler studiare lì? Che faranno tutti la fila al collocamento dopo aver preso una Laurea con 110/110 e lode,magari? Non si sà, ma a Martina era sempre balenato questo dubbio in testa... E come darle torto, visto i tempi che corrono!

"Aula 420" e con questo pensiero in testa, premette il pulsante con la scritta "4" dell'ascensore che l'avrebbe portata al quarto piano, sede della facoltà. Era un pò nervosa, ma lo era sempre quando doveva seguire le lezioni di inglese perché proprio per le sue capacità linguistiche e, mettiamocelo, per la sua avvenenza si era attirata l'invidia di una particolare ragazza che non faceva che parlar male di lei e metter in giro voci assurde su una presunta relazione tra lei e il professore. Il problema è che purtroppo è più facile pensar male di qualcuno, piuttosto che conoscerlo personalmente e così, molti ragazzi si erano fatti persuadere in peggio sul suo conto.

Un bel respiro per farsi coraggio ed entrò nell'aula fingendo nonchalance:

 

-"Buongiorno!" 

 

disse sfoderando un bel sorriso e appendendo la sua giacca all'appendiabiti vicino alla porta. NESSUNA RISPOSTA. Solo un brusio di sottofondo.. sapeva che la stavano guardando, che LEI la stava guardando e seppur fingesse di non notare o comunque di non farci caso, sentiva il peso dei loro sguardi malevoli addosso come fosse una cappa di afa. Andò a sedersi accanto alle due uniche persone che si erano prese la briga di fare amicizia sforzandosi di non non far trapelare il suo senso di inadeguatezza e per sua fortuna, le rivolsero un gran bel sorriso incoraggiante.

 

-"Martinuucciiiaa caaraaaa! Buongiorno!"

 

 Era Ozana, una delle sue amiche che veniva dalla Romania anche se tirava a volte certe Madonne in toscano stretto che si stentava a credere che venisse da un'altro paese... "Buondì!" rispose lei sedendosi accanto a lei "Il prof è in ritardo?" "Si, come sempre! Quarto d'ora accademico."