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“Ehi, Ale!”
Heather usava un tono di voce così amichevole solamente in certe occasioni: per esempio, quando voleva ingannare qualcuno, quando voleva manipolare qualcuno, o quando voleva farla pagare cara a qualcuno. La voce dolce di Heather che risuonava nell’aria inviava un unico messaggio: pericolo, correre subito ai ripari!
Alejandro conosceva benissimo questa regola, ma per quella
mattina non la rispettò: era troppo impegnato nella lettura di
un giornale che riportava un’intervista esclusiva ad un sorridentissimo Chris McLean, per
percepire quale potesse essere il tono di voce di Heather.
“Mh?” rispose vago, senza lasciare lo
sguardo dall’articolo. Fin da quando aveva iniziato a leggere si era aspettato
di veder spuntare il proprio nome scritto da qualche parte –Alejandro Burromuerto, latino americano, arrivato
secondo nella terza stagione di Total Drama e idolo incontrastato di migliaia di
ragazze che seguono il programma- , e il non averlo ancora trovato lo stava
facendo innervosire. Senza contare la pubblicità della pagina accanto: quel
paio di scarpe col tacco poteva essere un regalo carino per il loro
imminente anniversario, ma non aveva idea di quale scegliere tra i tanti colori
che erano disponibili.
A distrarlo da quelle due preoccupazioni fu di nuovo la voce di Heather, e la domanda
inaspettata che gli rivolse.
“A te piace il rosa caramella?”
Alejandro rabbrividì per un momento, e il caffè nella tazzina che aveva in mano tremò con lui.
Era sempre stato preciso su molte cose: per dirne qualcuna, poteva essere
chiamato Burromuerto, Ale, Alejandro, anche Aledruccio se era detto da sua nonna, ma mai Al.
Poteva mangiare patatine normali, rustiche, al formaggio, al barbecue,
senza sale, con troppo sale, ma mai col ketchup.
Poteva piacergli il rosso, il magenta, il porpora, il
corallo, il cremisi, il bordeaux, il fucsia, persino il rosa scuro; ma il rosa?
Il rosa caramella?
Mai, mai mai e poi mai, Madre de Diòs!
Prima
di accorgersene, il suo cervello ripassò velocemente
tutte quelle cose che in vita sua aveva rifiutato o allontanato
solo perché c’entravano con quel
colore: fiori, matite, zucchero filato.
Persino ragazze.
Con addosso
accessori o vestiti di
un colore del genere, lui, il latin lover per eccellenza, era sempre
riuscito a guardarle trattenendo smorfie orripilate solamente a
stento.
Fu proprio il pensiero delle ragazze che gli ricordò la presenza di Heather poco lontano da lui,
in attesa di una sua risposta. Così si voltò verso la porta del salotto, sorseggiando
un altro sorso di caffè che però risputò immediatamente nella tazzina.
Sulla soglia, con i capelli in disordine sciolti sulle
spalle e lo sguardo saettante di rabbia, c’era Heather.
Con in mano una maglietta sportiva rossa, e indosso quello che una volta era il suo vestito preferito bianco.
Di
fronte a una scena del genere, Alejandro sentì l'osso della
mascella scroccare dolorosamente, come se fosse pronta a precipitare
sul pavimento da un momento all'altro.
In tutti quegli anni non aveva mai neanche pensato di soffermarsi a chiedersi come potesse stare un colore
così femminile addosso a un’anima fredda e nera come quella di Heather.
Ma ora, che in modo tanto inaspettato lo stava vedendo con i propri occhi, l’effetto
che gli fece fu altamente, incredibilmente, assurdamente devastante.
“Madre de Diòs!”:
stavolta lo pensò ad alta voce.
Ma fu l’unica cosa che riuscì a dire prima che
Heather lo afferrasse per la vestaglia e gli lanciasse addosso il più
truce dei suoi sguardi. “Ora ascoltami bene, razza di spagnolo troglodita che
non sei altro! La prossima volta che infili un tuo solo calzino nella mia lavatrice quando devo fare il mio bucato, ti posso giurare che dello
stupido Alejandro Burromuerto non rimarrà altro che il Muerto, così ci penserai due volte prima di farmi assomigliare a
una dannata bomboniera, sono stata chiara?!”
e lo lasciò andare solo per allontanarsi di un passo e allargare le
braccia, come se stesse indicando qualcosa di incocepibilmente orribile.
Eppure, che il cielo potesse aiutarlo, Alejandro non vide proprio
nulla di orribile.
Heather -quella Heather dal
cuore perfido che odiava ed era odiata da tutti i concorrenti del
Reality- in rosa caramella poteva essere del tutto inconcepibile
come pensiero, ma nella tangibile realtà gli apparve come
qualcosa di stupefacente. I
capelli scuri, la pelle chiara, la faccia rossa e persino la sua aria
quasi
selvaggia si intonavano con quel colore in maniera così perfetta
da togliergli
il fiato in gola: sembrava davvero una bambola, o il fiore di ciliegio
di un dipinto orientale.
Oh, es increìble, màs
de una diosa!
E glielo avrebbe anche detto, per poi prenderla tra le
braccia e trascinarla fin sopra al divano e baciarla, baciarla fino a quando al
sapore del caffè non avrebbe preso il sopravento il suo, solo il suo, per sempre
il suo: ma Heather gli lanciò in faccia la maglietta prima che lui
riuscisse anche solo ad emettere un fiato.
“IDIOTA! Me la pagherai cara!”
concluse, prima di salutarlo con un ringhio infuriato e girare i tacchi, portando
le mani dietro la schiena alla ricerca frenetica della cerniera del vestito.
Nel
momento in cui lei scomparve da oltre la soglia,
Alejandro si disincantò, come se fosse stato sotto ipnosi per
tutto il tempo.
Si alzò dal divano e pensò di raggiungerla, ma i suoi
piedi traditori si scontrarono contro le
gambe del tavolo, facendolo ritrovare col naso sul pavimento, in una
pozza di caffè caldo, con la zuccheriera che rotolava lontano
seminado zucchero sul tappeto e la
rivista caduta aperta sulla sua fronte.
Ovviamente aveva combinato un
casino, e
altrettanto ovviamente nessuno venne a soccorrerlo o anche solo a
vedere cosa
fosse successo: i passi di Heather, anzi, si fecero più lontani
fino a
concludersi col rumore di una porta sbattuta, segno che il resto della
sua
rabbia doveva essere andata a sbollirlo in camera da letto.
Alejandro
si
massaggiò il mento dolorante con una mano, mentre con
l’altra si toglieva la
rivista dalla faccia sbattendola a terra con stizza. Strinse gli occhi
mugugnando per il dolore, e quando li riaprì lo sguardo gli
cadde subito sul giornale sotto le sue dita, e sulla pagina
stropicciata con
quel paio di scarpe col tacco che stava decidendo di comprare per il loro anniversario.
Lentamente, un mezzo sorriso furbo gli
stiracchiò le labbra ambrate.
Intuì all’istante quale sarebbe stato il colore di tutti i suoi futuri regali per Heather.
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Note autore:
...ah-ehm... dunque...
*il pubblico ha già impugnato i primi pomodori e sta prendendo la mira*
Dopo mesi di mancata ispirazione, dopo essermi ripassata tutte le tre serie di A tutto reality ed essermi di nuovo sciolta per la coppia Heather/Alejandro, torno provando a buttar giù su questa coppia. E' il mio primissimo esperimento su questo fandom, quindi non c'è da stupirsi troppo se mi è venuta una schifezza, credo.. o.O
Ho molti dubbi sull'essere riuscita a renderli decentemente IC, soprattutto Aledruccio. Sperem >>...
detto ciò... grazie infinite a chi ha letto la storia ^^ e scusate per il mio spagnolo da quattro soldi °°" .
*Onigiri