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Autore: Harriet    11/01/2012    3 recensioni
Un'infanzia tra i mostri.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER enormi per la VI stagione. Ma se siete qui, probabilmente avete capito di cosa si sta parlando. Titolo + citazione iniziale: Nightwish.






Scaretale



Once upon a time in a daymare
Dying to meet you, little child, enter enter this sideshow

Time for bed the cradle still rocks
13 chimes on a dead man's clock,
Tick-tock, tick-tock, tick-tock





- Fuori fa caldo o freddo?
A volte fa delle domande a voce alta e si immagina le risposte.
- Qui è sempre uguale.
La sua stanza è grande, però è comunque troppo piccola. Forse è solo perché tutti i posti cominciano a sembrarti troppo piccoli, se non puoi uscire.
- Sempre sempre uguale.
Si tira su le maniche. Ha deciso che fa caldo. Si distende sul pavimento.
Chiude gli occhi, perché nelle macchie scure sul soffitto ci sono i mostri.

Una pila di libri. Per leggerli, rileggerli e impararli a memoria. Per camminarci sopra. I libri sono pietre che emergono dal fiume, che è il pavimento della sua stanza, e lei ci deve camminare sopra per non cadere nell'acqua, perché ci sono i mostri. Il fiume è come il tempo, quello di cui parla sempre la donna con un occhio solo. Il tempo, che è grande e strano e difficile da capire. Un giorno lei galleggerà nel tempo. Per cui si esercita. Un piede dopo l'altro, in equilibrio sui libri, sul fiume.

- Ma io quanti anni ho?

Una volta c'era quella ragazza gentile, bionda, vestita da soldato. Neria, si chiamava. Le leggeva delle storie (in cui c'erano sempre delle mamme), le portava cose graziose da appendere in camera. Sei una bella bambina, diceva, mentre le pettinava i capelli. Sono come quelli della tua mamma!
Neria rispondeva alle sue domande, ma in una maniera strana. Le sue risposte erano sempre più belle della realtà. Come se vivesse dentro una storia anche lei. Le aveva raccontato che anche lei, appena nata, aveva dormito in una culla bellissima, come quella di uno dei libri illustrati che popolavano la camera troppo piccola. La aveva persino aiutata a costruire uno scacciapensieri a cui erano appese mille stelle. Le ciondolava sulla testa, e lei lo guardava prima di addormentarsi e immaginava che un giorno avrebbe visto quelle vere.
Una volta Neria le aveva portato una fotografia di una ragazza con i capelli rossi e una bambina piccina in braccio.
E' la mia mamma?
Sì, è la tua mamma. Si chiama Amy.
E' morta?
Non è ancora nata.

Una volta c'era la ragazza gentile. Ora non c'è più.

Quella donna ha un nome, ma lei non lo vuole imparare. Tutte le volte in cui se lo ricorda, comincia a pensare ad altre cento cose, perché vuole buttarlo fuori dalla sua testa. La donna con un occhio solo. Di notte probabilmente diventa un mostro. Di giorno è calma, e le parla del tempo e del suo futuro. E' così dolce che potresti anche crederle. Potresti quasi fidarti.
A volte le sue parole sembrano una musica che scivola nella memoria e non se ne va più.
A volte è come se le sue parole fossero vere.
Il problema è che lì non ci sono finestre e non si capisce se è giorno o notte. Così non si può mai sapere quando la donna con un occhio solo è buona o è il mostro.

Il signore pazzo grida sempre, al piano di sotto. Se cerchi di dormire, è un po' fastidioso e anche un po' pauroso. Però ti ci abitui.
Come alla sensazione di non essere mai sola.

Vedrai, piccola, un giorno farai qualcosa di grandioso, di importante, nella tua vita.
La signora che le insegna a usare le pistole è vecchia ed è vestita da soldato come tutti gli altri.
Io so già cosa devo fare, di importante.
Ah sì?
Devo uccidere una persona.

La signora sorride. Lei spara al bersaglio sul muro.
Centro.
Le è piaciuto.

Qualche volta, quando si sveglia di notte (in quella che ha deciso essere la notte), guarda la ragazza con i capelli rossi nella foto e si immagina come sarebbe a vivere insieme a lei. Si immagina le storie che legge nei libri. Vedere il giorno e la notte sempre, e non solo quando la portano attraverso corridoi scale passaggi ascensori porte e altre porte e non sa più dove. Fare altre cose, come le persone nei libri. Loro non devono sparare, ascoltare, imparare, capire il tempo e lo spazio, capire che tu dovrai uccidere il...
Guarda la foto, ingoia la paura, si lascia scorrere addosso tutte le cose. Aspetta.

Un giorno è morta.
La donna con un occhio solo l'ha uccisa. Le ha fatto una puntura e lei è caduta a terra, non riusciva più a respirare.
Non ti preoccupare. Farà male adesso, ma dopo starai bene.
La donna le ha sorriso e accarezzato i capelli.
Non è vero non è vero non è vero non è vero non è...
Si è fermato tutto. Come l'orologio che ha smontato ieri. Fermo. Il suo corpo. Il suo cuore.
Fermo
è
solo

Occhi aperti.
Ha fatto male. Non le è piaciuto. Intorno a lei tutti battono le mani. Si alza di scatto e i capelli le volano da tutte le parti, e non sono più rossi, sono biondi. Qualcuno la prende in braccio, ma lei serra gli occhi, non vuole far vedere che piange, però ha paura, ha i capelli biondi e prima è morta.
E' quello che sei.
Non puoi morire.
E' per questo che sei importante.


Il signore pazzo grida ancora. I mostri probabilmente si nascondono dappertutto. Ma lei è sempre lì, ha imparato a sparare e conosce una quantità incredibile di cose. E' anche morta, ed è sempre lì. Ha paura, ma sa come gestirla, la paura. Non ne avrà, quando dovrà uccidere quella persona. Quella di cui tutti le parlano. E' una cosa importante. E' incisa nella sua mente.

Qualche volta grida anche lei, e batte i pugni sulla porta, solo per il gusto di disturbarli, di far sentire la sua voce.
- Ora basta!
Far arrabbiare le persone le piace.
- Se non stai zitta...
Se non sta zitta verranno i mostri? Ma che male possono farle, i mostri? Anche lei è un mostro. Un mostro in una tuta spaziale. Un mostro che non può morire.
- Se non vai a dormire, Melody, verrà a prenderti il Dottore!













Speculazione selvaggia basata su una manciata di particolari spiegati il giusto in canon. Nasce da una domanda: ma che cavolo di infanzia deve aver avuto River Song? Questa è la mia risposta. Azzardata, sì, ma vi giuro che è anche molto ponderata.
La storia partecipa alla Maritombola, prompt "L'abitudine rende sopportabili anche le cose più spaventose." (Esopo)
Se trovate buchi di trama o evidenti contrasti con il canon, non esitate a segnalarmelo. Mi sembra di camminare su una pila di settecento uova messe in equilibrio su un frammento di cristallo, a scrivere in questo fandom.
Ciao!

   
 
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