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Autore: Nemesis No Tamashii    12/01/2012    2 recensioni
Ispirato a “La Sirenetta”. Un Castiel tritone, un Dean principe e le losche figure che tramano-nuotano nell’ombra.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: I prati del cielo e del mare
Rating: Verde
Capitoli: 1 di ?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico.
Avvertimenti: AU, Slash.
Contesto: Ispirato a “La Sirenetta”. Un Castiel tritone, un Dean principe e le losche figure che tramano-nuotano nell’ombra.
Pairing/Personaggi: Dean/Castiel, un po’ tutti.
Disclaimer: I personaggi appartengono ai rispettivi autori (Kripke), la storia è ispirata a “La Sirenetta” di Andersen (di cui riprende la prima parte) ed a quella Disney.
Beta: Morpheus_Destiel (mogliA)
Note: Questa fiction doveva durare un paio di capitoli ma la storia ha finito col prendere il sopravvento e scriversi da sola. Spero quindi che questo primo assaggio piaccia e che gli amanti della storia originale non mi lincino.








I prati del cielo e del mare

~ Parte Prima





Nelle profondità degli oceani vivevano esseri metà umani e metà pesci: le sirene.
Dotate di una voce melodiosa, a volte risalivano alla superficie del mare per cantare, addolcendo così l'agonia dei marinai naufragati.
Abitavano in palazzi meravigliosamente decorati di conchiglie multicolori e di madreperle che i raggi del sole, smorzati, facevano risplendere. Intorno si estendevano vasti giardini di alghe brune e verdi. Le prime ondulavano come sciarpe di seta gonfiate da una brezza leggera, le seconde, finemente cesellate, davano riparo ai pesci dalle forme straordinarie e dai colori forti, che volteggiavano graziosamente in compagnia di meduse trasparenti.
Nel più grande e più bello di questi palazzi marini regnava il re del mare.
Già vecchio, era un padre soddisfatto di tre bellissimi principi e una principessa. Egli aveva affidato la loro educazione al fedele Joshua, che aveva una grande coscienza del suo rango; infatti, inculcò loro con rigore le belle maniere, l'arte di ricevere e tutte quelle cose che avrebbero fatto di loro dei sapienti e perfetti futuri regnanti.
I figli del re erano tutti bellissimi, ma il più giovane dei tre fratelli, Castiel, era di uno splendore particolare che lo distingueva dagli altri. I suoi capelli scuri e soffici, le sue labbra grandi e rosee, il suo colore delicato e i suoi occhi grandi e di un blu come l’oceano gli conferivano un fascino incomparabile.

Da qualche tempo però la tristezza offuscava spesso il suo volto, dandogli un'aria depressa e assente. Aveva sempre più desiderio di ritirarsi nel giardino segreto, giardino che aveva ogni figlio del re, perché gli piaceva sognare ad occhi aperti, lontano dai fratelli; ma ora ci passava lunghe ore immerso nei suoi pensieri. Solo la piccola sorellina Johanna riusciva, insieme agli amici Balthazar il granchio e Gabriel il pesce palla, a farlo sorridere.
Castiel era sempre stato un tipo curioso e la civiltà umana l’aveva sempre affascinato, per questo insieme ai suoi tre “fedelissimi” usciva a caccia di oggetti perduti sul fondo dell’oceano. Purtroppo la sirenetta spesso non poteva accompagnare il fratello tritone nelle sue avventure perché il buon Joshua la richiamava allo studio e alla disciplina, ed i fratelli maggiori si guardavano bene dall’uscire dal castello per una mera caccia agli oggetti di quelle selvagge creature chiamate umani. Avevano compiti ed obblighi di corte da assolvere ben più importanti e Castiel, d’altro canto, era felice che se ne occupassero lasciandogli più tempo per le sue scoperte.
Ogni oggetto, dall’uso misterioso per gli abitanti marini, veniva portato all’attenzione del gabbiano Garth, il quale dava informazioni, non sempre corrette, dell’uso che gli umani ne facevano.

«Quindi questo è…» osservò attentamente l’oggetto luccicante che aveva tra le mani
«Un arriccia spiccia! Gli umani lo usano per acconciarsi i capelli. Tutti gli umani ne hanno uno!» rispose fiero quello col becco.
«Quindi siamo stati fortunati a trovare un oggetto tipicamente umano e tutto grazie a me! Se non avessi nuotato fino alla nave non…» disse gonfiandosi il pesce Gabriel prima di essere interrotto da un «Ma se sembravi un pesce rosso! Ti tremavano le pinne quando hai visto lo squalo, quindi se mai dovremmo ringraziare lui, non te!» lo punzecchiò Balthazar.
«Adesso piantatela voi due, mi chiedo perché vi porti ancora con me»
«Non potresti cacciare altrimenti. Sai bene che tuo Padre ti ha affidato a me, devo badare alla tua incolumità. Sapeva bene che una volta partito, avresti disubbidito sgattaiolando via da palazzo ogni volta che avresti potuto solo per trovare cianfrusaglie degli umani. Ora che hai trovato questo arriccia spiccia, cosa ne diresti di tornare a fare il bravo tritone di corte Cassie-pooh?»
«Sempre a fare il guastafeste Balth! E lascialo un po’ vivere! A proposito, ma Anael si è fatta più sentire?» Ammiccò il pesce.
«L’altro giorno è venuta a trovarmi e…» corrugò le sopracciglia al giungere del ricordo «oh, ci eravamo messi d’accordo per rivederci oggi… temo di essere in ritardo. Mi dispiace Garth, devo andar via. Ci vediamo» fece un leggero cenno di saluto e partì subito per le profondità marine mentre il gabbiano alzò l’ala per salutarli.

«Sei in ritardo Castiel! Non è da te» disse quasi come un rimprovero la principessa dai capelli biondi un attimo prima di averlo visto per bene, notò così l’espressione soddisfatta del fratello «Allora hai trovato qualcosa!!! Parla, di che si tratta?»
«È un arriccia spiccia, gli umani lo usano per acconciarsi i capelli ma aspetta, te lo mostro…» tirò fuori dalla sua sacca ciò che in realtà era una forchetta.
«Che bell’oggetto e com’è lucente!» lo rimirava con interesse. Jo era l’unica dei suoi fratelli con la sua stessa voglia di scoprire, con la sua stessa curiosità. Però non bramava quanto lui il desiderio di poter passeggiare sulla terra, di riscaldarsi al sole, di poter odorare i profumi terrestri oltre a quelli marini.
«Lo porterai nel tuo giardino segreto?» L’altro annuì.
L’intero giardino segreto di Castiel era un immenso archivio dove sistemava i suoi “reperti”. Nessuno aveva il permesso di entrarci a meno che non fosse lui stesso a volerlo, e le uniche eccezioni erano per l’appunto Jo, Gabriel e Balthazar. Quest’ultimo mal sopportava gli umani, li vedeva come selvaggi ed invasori ma doveva ammettere che adorava andare a caccia con Cass, adorava vedere il sorriso su quel volto afflitto dalla lontananza del Padre e la morte della Madre.
«E porterai anche me di grazia?» li interruppe una voce femminile di una bella sirena dai capelli che come una vivida fiamma rossa vibravano nell’acqua «allora Castiel, il nostro appuntamento… sei in ritardo!»
La piccola sirena dalle labbra di pesca e dai capelli dell’oro guardò il fratellone in cerca di scuse «Ti ero corsa in contro per avvisarti che Anael era già arrivata e ti stava aspettando, ma poi l’arriccia spiccia mi ha distratta» il maggiore le sorrise benevolo «Va tutto bene, tranquilla.»
Passò alla sorella la sacca contenente i suoi tesori e si diresse da Anael «Perdonami, non volevo farti attendere, ho avuto da fare»
L’altra allungò l’occhio sulla sacca «Con i soliti aggeggi degli umani suppongo. Cassy ma come devo farti capire che quella non è roba per noi?»
L’altro abbassò lo sguardo mentre insieme a lei si dirigevano fuori dal castello per una nuotata sul sentiero dei coralli «Anael, per me non sono cianfrusaglie, rappresentano una nuova vita che va oltre noi, oltre il mare…»
La rossa sorrise quasi mestamente «Voglio solo che non ti faccia male, potrebbero essere pericolosi…» prese una breve pausa guardandolo, aveva nuovamente perso il sorriso acquistato con Jo «e soprattutto non voglio che ti illuda. Sai bene che gli umani non devono venire a conoscenza della nostra razza. Correremmo grossi rischi.»
«Parli come Michael ed Uriel» alzò lo sguardo e le sorrise malinconico «so bene di illudermi ma non posso ribellarmi a ciò che sono.»
«Appunto Cassy, e tu sei un tritone come io una sirena. Apparteniamo all’oceano.»
«Solo a questo ci riduciamo ad essere? Siamo solo tritone e sirena…» alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono il riverbero del sole sulla superficie dell’oceano che li fecero vibrare come se fossero vivi, come se volessero scappare e raggiungere un punto fuori da quello specchio d’acqua.
Incantata da quegli occhi, la sirena poggiò una mano sul viso dell’altro accarezzandolo lieve. Si avvicinò ed incontrò quei due oceani che ora erano scesi a scrutarla interrogativamente, con quel capo poco chino di lato come d’abitudine aveva Castiel. Attorcigliò lentamente la sua coda a quella del tritone, quasi come una fusa, e appoggiò le sue pinne su quelle di lui.
Il giovane principe dei mari stava per aprir bocca e chiederle cosa avesse intenzione di fare ma quella gli poggiò l’altro indice sulle rosee labbra facendolo scivolare via lentamente per far avvicinare le sue. Le due bocche erano a pochi centimetri di distanza quando Castiel scivolò via da quell’intreccio. Gli occhi spalancati ed increduli.
L’unica parola che riuscì ad articolare fu «Adam…». La rossa indietreggiò amareggiata e quasi offesa per il rifiuto se non avesse udito la voce di un giovane tritone. Si voltò a guardare per aver conferma e trovò il ragazzo che da lontano alzò un braccio per salutarli.
«Ehi Castiel, Anael» iniziò per salutare «cosa fate da queste parti? Passeggiatina romantica eh? … Castiel, Jo è al castello?» si informò. Adam e Johanna erano amici da un po’ e per quanto negassero “fino alla morte” –a detta loro- provavano interesse reciproco.
Il maggiore strinse le labbra e annuì deciso «Ma credo sia nel mio giardino segreto a rimirare la mia collezione. Verrò con te così potrò avvisarla del tuo arrivo.»
Lo sguardo ricadde nuovamente sulla sirena «Credo di dover andare, ci vediamo Anael» chinò la testa in segno di saluto. Quando furono abbastanza lontani quella mormorò in un sospiro «A presto Castiel… ci rivedremo e la prossima volta non potrai scappare.»

  
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