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Autore: falcediluna    12/01/2012    3 recensioni
I pensieri di un papero sulla sua vita
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Paperi'
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Ritorno a casa finalmente dopo 16 ore trascorse all’interno del deposito di Zio Paperone a lucidare le monete.
 

Ho dolori la schiena perché sono rimasto curvo sulla sedia per tutte quelle ore. Ho dolori agli occhi perché Zio Paperone per risparmiare la luce ha pensato bene di farmi lavorare con la debole luce di un candela. Ho dolore alle mani perché ho lucidato 2.000.000 di monete senza riposo.
Nonostante la fatica del lavoro la mia lista dei debiti aumenta e Zio Paperone non fa altro che criticare il mio lavoro di lucidatore o di rinfacciarmi della mia pigrizia.
Eppure ho provato a cambiare la mia vita in tante occasioni.
Ogni tanto ho provato ad avviare un progetto mio personale, un lavoro trovato da me o assegnato da mio zio mettendoci tutto l’impegno possibile, ma ogni volta lei distruggeva tutto ciò che il impegno stavo costruendo.
La Sfortuna mia malvagia compagna di vita appare sempre quando sto per raggiungere un traguardo o quello che per me valeva come una vittoria davanti al mondo. Ma lei rovina tutto e io scivolo ancora più indietro dal punto di partenza.
La Sfortuna lasciava spazio a Zio Paperone che aumentava la lista dei miei debiti al danno combinato, mi sgridava con tutta la voce che aveva nei polmoni, e si trattava di una sua impresa mi prendeva a calci per le strade di Paperopoli.
A volte riesco ad ottenere piccoli risultati fregando la sfortuna, ma sempre dopo lei si vendica gettando su di me nuove sconfitte che cancellano quei pochi risultati positivi.
Provo una forte gelosia per mio cugino Gastone. Lui non ha mai avuto una buccia di banana che lo faceva scivolare, un incidente, una gamba rotta o un debito nella sua vita. Camminava sempre a testa alta con un sorriso beffardo sotto il becco ogni volta che mi vedeva e con la Fortuna abbracciata a lui come una sposa.
Vorrei invertire la sorte anche solo per un giorno per alzare il volto e gli occhi verso il cielo come un vincitore di una gara per un traguardo o un obbiettivo finalmente raggiunto e non sentirmi più perdente in questa mia vita.
 
Finalmente sono a letto e posso dormire.
Dormire per me è anche un modo di sfuggire da questa realtà così pensante che ha cancellato per sempre il mio credere alle favole che da piccolo la mia mamma raccontava a me e mia sorella. Non ci sono buoni che sconfiggono i malvagi e vincono nonostante le difficoltà trovate lungo il cammino.
C’era solo una realtà che colpisce in maniera brutale chi era buono.
Sognare era un modo per sfuggire da questo mondo e mi fa tornare ad essere un bambino pieno di speranza e sperare al risveglio di essere in un presente diverso o finalmente una mano dal destino che cambia completamente la mia vita.
So bene che al risveglio rimarrò deluso, ma io piccolo papero rimango in piedi con gli occhi tristi ma pieni di speranza mentre i grandi camminano e mi calpestano per andare incontro alla gloria al successo.
Questa speranza di un piccolo papero è di trasformare il sogno in realtà. 

  
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