Il nome Cataclisma comporta l'uso d'un prefisso;
vari vegetali in mezzo allo spazio formano uno
slietino; un eroe munito di benna non trovera` mai
le ragazze, gallinelle! Se tutto questo e` credibile, e
quindi schiavi delle consuetudini ( noi ), scriveremo
che un antico recipiente fu protagonista di molte
fiabe. Succedeva allora che un segno lo lasciava una
bastonata soltanto, a differenza di quando alcuni
stranieri ottennero un pesante pentolone che
incassava cibo senza disturbarlo. Alla base della
porta della chiesa veniva talvolta collocato, e questo
era un modo di passarsela con un gradevole
venticello infernale.
Un grande poeta modenese, alla vista del vecchio
recipiente un giorno esclamo` - "Avellino e` ancora
distante!!?". Dal vasone ne usci` un popolo oppresso
con impulsi qualsiasi, e da loro, un sacerdote che
venne arrestato sotto l'infondata accusa di aver
tentato di ........, e che si era rifiutato di rivelare i
nomi di ........, questi dunque disse con la stoffa di
un grande sarto francese - "Chi e`".
Il poeta, ammesso che lo fosse, mostro` al sacerdote
una pietra, e nel pronunciare distintamente il suo
nome, la scaglio` su due o tre illusioni del popolo;
loro esperti nel mestiere, vivevano come gli uomini
in voga, graziosi e simpatici, tali da formare liete
brigate, ma quando videro alcune loro speranze
svanire estrassero degli "Ammettiamo pure",
insieme a dei "Ottenuti con gran fatica", e salparono
per Avellino pronti a distruggerla.
Il poeta apprendeva cogl'occhi ogni loro mossa,
dato che poco prima fu incatenato al recipiente che
ora conteneva caratteristici chicchi d'uva e un
manuale su come radere il vello piu` in la`. Vero
che il recipiente era enorme, ma con i giusti
requisiti si sarebbe potuto essere capaci di
smuoverlo, e il poeta vantava i propri. Un magnifico
lavoro zeppo di difficolta` aspettava al poeta che
aveva la sua tecnica; traccio` una linea geometrica a
briscola, cosi` come capitava, e incise quattro punti
sul recipiente. Dopo lo indosso` al dito come pietra
preziosa, ma qualcosa lo stava mordendo; era un
topo che rosicchiava un settore della caviglia
dell'uomo. Simile ad una sola fila di denti, il poeta
si appoggio` a due angoli di un tavolo e si interesso`
di costruzioni. Il topo non abituato a certe peripezie,
incasso` una sperticata promulgata da un ammasso
di monete di tutti i tipi. Il poeta senti` il bisogno di
riposarsi, e nel mentre passava il tempo a
domandarsi il perche` non usasse mai il pettine;
l'espressione di tale riguardo lo spinse ad aprire
un'investigazione vivace e premeditata.
Tolto il recipiente dal "medio", lo nutri`
scortesemente d'uva, per poi farlo cadere da una
moltitudine innumerevole di scalini che facevano
perno sulla moda del momento e sulla testa dura di
uno zuccone.
Pieno di pretese, nel collo e nei polsi conservava
alcune memorie ( nessuna esclusa ), e una sete
tormentosa accese un segnale disperato sul volto del
poeta.
Gli avanzi del recipiente intanto attendevano senza
nessuna novita`, un po` di attenzione forse! L'uomo
malato di poesia a quel punto si senti` un vero
manigoldo, e penso` di unirsi a scopo di difesa ai
cittadini d'Avellino. L'unica sua paura era di dover
farsi male in caso di un urto frontale; questo
pensiero non ebbe alcun valore quando una radice
dell'orto gli confido` in versi come poteva fare. Il
poeta meta` smarrito e meta` spettacolare, riparo`
con l'ago il recipiente e a lavoro ultimato copri` la
sua apertura con lo sportello della lavatrice.
Consapevole e ben informato del rischio che lo
attendeva, il poeta chiuso nel recipiente si getto` su
di un sentiero montano in salita, ed un'accanita
ostinazione lo fece giungere in cima dove scoppio`
in lacrime dalla contentezza. Ai lati della citta'
intanto, assolutamente fermo, c'era un'orribile bebe`
che trainava arnesi nuovi profumati; questi era
coadiuvato da un grosso ortaggio che rappresentava
un segreto politico. Accorciato dalla paura, il poeta
abbandono` il recipiente e prenoto` un auto
potentissima la quale tenuta di strada era molto
preoccupante. Questo mezzo lo porto` fuori
pericolo per un po`, e cioe` in quel luogo dove se
sono perfetti, spaccano il minuto; ed e` proprio li`
che il tenore di vita del poeta ` un vuoto interno,
subentrando cosi` un'indisposizione improvvisa,
coltivata per forza in seguito al successo strepitoso
di quel recipiente che porto` sempre con se`.
"Indubbiamente e` l'elettrodomestico piu` utile che
ho in casa", disse un giorno il poeta.