Un singhiozzo risuonò nella stanza.
Un altro ancora lo seguì, il cantante dai capelli scuri piangeva.
Gli occhi verdi erano allagati dalle lacrime, assomigliavano ad una laguna.
Erano passati quattro mesi da quella fottuta giornata di aprile.
Quattro mesi senza di lui, senza il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce calda e roca, quattro mesi passati senza Mike.
Al ricordo del suo nome, i singhiozzi del moro si fecero più forti.
Gli mancava da morire.
Nostalgia, amore, sofferenza.

“Mike. Mike. Mike. Mike. Mike. Mike” Urlò disperato il nome del suo migliore amico.
Aveva perso tutto, suo padre, il suo migliore amico e  anche il suo amore.
Ormai aveva perso la capacità di amare qualcuno.

Prima Trè, poi Michael.
Li aveva persi entrambi.
Frank era stato investito da una macchina in corsa, era morto sul colpo.
Mike era stato tradito dal cuore. Non aveva retto tutte quelle angosce e aveva ceduto.

“Ragazzi, mi mancate! Voglio venire da voi, il mondo è una merda senza il miglior bassista e senza il miglior batterista della storia. Il mio mondo è vuoto senza di voi. Voglio farla finita”
Con le lacrime agli occhi, il cantante prese la pistola che teneva nel comodino.

Si alzò, mandò col pensiero un ultimo addio al mondo.
Premette il grilletto sulla tempia destra.

E tutto finì.
I Green Day non c’erano più.