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Autore: MizuS    12/01/2012    2 recensioni
Quello che ancora non so - e che, col tempo, rimpiangerò di non aver compreso allora - è che quel duello segnerà l'inizio della mia fine.
[Scandalshipping/Prideshipping]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Seth, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*giunge qui col capo chino e in punta di piedi, guardandosi intorno impaurita*
Ehm, ecco... Salve a tutti.
Prima di ricevere un lancio di pomodori/peperoni/angurie/zucchine/l'orto-intero/divani(?) e quant'altro, permettetemi di dire solo una cosa: sono scema e lo so benissimo. Ho abbandonato tutto per una "pausa" di durata improponibile e cancellato ogni storia scritta perché, lo ribadisco, sono scema.
Starei a spiegarvi tutti 7478448343 motivi per il quale questo è avvenuto, ma penso che non importebbero molto a nessuno.
Spero solo che non mi odiate così tanto da mandarmi via a calci dopo quest'enorme assenza.
*continua a guardarsi attorno aspettando di vedere qualche bazooka puntato alla testa*
Comunque.
Torno, per ora, o almeno ci provo. Ho un po' gli arti arrugginiti dopo tutto questo tempo, ma vedrò di ricominciare a fare attività fanwritistica... già scrivere questa storia - anche se ho attinto a piene mani da due mie storie precedenti - è stato un po' un traguardo, no? E si è pure classificata seconda ad un contest. Roba da non crederci.
Vabbè, non mi dilungo oltre. Vi lascio a questa Seth/Atem scritta interamente dal punto di vista di Seth-Seto in tre momenti differenti della saga. Per curiosità: i pezzi sono di 300, 250 e 300 parole. Spero che la gradiate ^^
Scusate ancora ._.


 

Buona fortuna, cugino

L’unico colore che riesco a percepire, a sentire, è il Rosso: per me, in quest'istante, non ne esistono altri. Rosso è il cielo che intravedo dall'apertura a finestra della parete, simbolo della discesa di Ra nella Duat; rossa dei Fenici è la veste che ti ricopre - ti ricopriva -, di lino leggero e con ricami d’oro, segno della tua regalità; e rosse sono, oltretutto, alcune ciocche dei tuoi capelli, che ora ricadono scomposte sul mio viso mentre, dall’alto, mi fissi estasiato ed eccitato.
Quanto ho pregato i nostri Dei affinché questo momento arrivasse? Quanto ci ho sperato?
Solo illusioni, mi ripetevo. Illusione che tu, Luce d'Egitto, potessi pensare a me in maniera diversa rispetto ad un semplice servitore, ad un membro della tua Guardia. Illusione che tu, mia Luce, risplendessi di fronte ai miei occhi con tutta la tua anima in estasi, il viso stravolto dal piacere e lo sguardo pieno d'amore per me.  
Solo illusioni, mi ripetevo. Invece tu sei qui con me, e sei la cosa più bella che io abbia mai visto. E' seducente il tuo corpo che si piega verso di me, così tanto che non posso che accogliere tutto ciò che di te stesso vuoi offrirmi, perché è tutto ciò che desidero. Lo penso mentre ti mordo piano il collo, mentre lascio scorrere le mani sulla tua schiena, e mentre permetto alle dita di sfiorare appena il solco delle tue natiche, pregustando il momento in cui potrò avere con questa parte di te un contatto maggiore.
«Ti voglio, Seth...», mi dici, e la tua voce è talmente calda da sembrarmi anch’essa rossa, pregna di parole scivolate dalla tua bocca ed entrate dentro di me come un sottile comando.
Atem, mio eterno amore.  Se mi vuoi, così sia: come potrei dire no al mio Faraone?

***

Lo sguardo che quel ragazzino mi lancia - un miscuglio confuso di paura, risentimento, rabbia ed offesa - è una delle cose più esilaranti che io abbia mai visto in vita mia, e se solo la situazione lo rendesse possibile credo che esclamerei un 'povero piccolo' in tono talmente ironico da stupire per primo me stesso.
Quant'è patetica la scena che ho di fronte? Un vecchio caduto a terra e privo di forze, circondato da quattro ragazzi stravolti dallo sgomento. Stravolti perché io, Seto Kaiba, ho strappato la carta preferita di quell'uomo, il Blue Eyes, e non potrei essere più felice del mio gesto. Cosa pensavi, Motou? Che avrei lasciato che tu possedessi la mia carta, il mio più prezioso mostro, simbolo del mio potere? Il Blue Eyes è solo mio, e tale deve rimanere.
Ma evidentemente il tuo nipotino deve pensarla diversamente, dato che mi propone un duello per vendicare l'offesa subita dal suo vecchio. Uno scontro con me, a Duel Monsters, in questo istante. Dev'essere pazzo, è tutto ciò che riesco a pensare, prima di accettare la sua patetica sfida con un sorriso ghignante, pronto a vincere un'altra volta. Chi mai, se non qualcuno privo di senno, potrebbe pensare di competere contro di me ad un gioco in cui sono l'imbattuto campione nazionale? Lo straccerò in due secondi, ne sono pienamente certo.

Quello che ancora non so - e che, col tempo, rimpiangerò di non aver compreso allora - è che quel duello segnerà l'inizio della mia fine.

***

Sotto  i nostri sguardi increduli, per quanto preparati, Yugi  ed Atem  si sono appena divisi. Ora ciascuno possiede un proprio corpo, così da potersi così sfidare nell'Ultima Battaglia, quella decisiva, che segnerà indelebile le sorti di queste due anime.
Se avessi visto questa scena fino a non molto tempo fa, sicuramente non ci avrei creduto: lo avrei ritenuto un trucco e avrei commentato sarcastico quest'altra impresa del fin troppo famoso Re dei Giochi. E anche se avessi avvertito, all'altezza del petto, quel solito moto di richiamo che, da sempre, mi lega alle sorti dell'anima del Faraone, sicuramente lo avrei celato, indifferente come ho imparato ad essere.
Però ora è tutto diverso.
L o so, l'ho visto. Ho visto Atem salire al trono; ho visto me lottargli contro, come quella stele - a cui ostinatamente non volevo credere - testimonia; ho visto i Guardiani morire per proteggere il regno d'Egitto dalla minaccia terribile di Zork; e più di tutto questo, Atem, Yami, ti ho visto amarmi. Ho visto me stesso ricambiare il tuo amore, con la stessa tenacia e forza con cui lo ricambio adesso, un sentimento che ho cercato di celare persino ai miei occhi.
Ho visto il mio passato, e non posso far finta che non esista.
Ma cos'altro mi rimane da fare? Il tuo posto è fra i morti, nei Giardini di Osiride, non qui. Ti ho succeduto nel governo dell'Egitto in quell'altra vita, esattamente come mi avevi chiesto prima di morire, e ti ho accompagnato nel tuo viaggio in questa vita, fino ad arrivare qui. Non mi rimane nient'altro da dirti mentre, deciso, ti porti alla parte più estrema del campo da gioco per disputare il tuo ultimo duello. Nient'altro, mentre i nostri sguardi si incrociano, probabilmente per l'ultima volta, se non poche parole.
«Buona fortuna, cugino»



  
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