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Autore: Mirokia    13/01/2012    3 recensioni
Ma non ci volle molto perché Dave si muovesse emettendo un grugnito infastidito.
-Fatina.- mugugnò tentando di aprire gli occhi. –Cristo, mi hai svegliato, porco…- si lamentò poi, vicino a bestemmiare, e si passò la mano sulle palpebre.
-Lo so, scusa, avrei dovuto lasciarti dormire senza tornare a letto.- si affrettò a dire l’altro dopo aver sibilato uno ‘shh’ dopo l’altro. Dave rispose con un altro mugugnare sommesso e si leccò le labbra secche. –Continua a dormire, vado a fare colazione.- continuò mortificato, ma quando fece per alzarsi, l’altro lo afferrò saldamente –nonostante fosse ancora quasi in dormiveglia- dal polso, e lo trascinò giù mentre ancora si stropicciava l’occhio.
-Se stai zitto e fermo, puoi anche restare. E magari mi riaddormento.- disse, per poi portarselo al petto senza troppe cerimonie. Kurt arrossì come una ragazzina e piegò il capo per farlo aderire al collo di Dave aggrappandosi alla sua schiena.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trying to sleep

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La luce del sole non era ancora forte, ma già era in grado di posarsi su chi se ne stava lì seduto accanto alla vetrata, e a scaldarlo in quella fresca mattinata.

Non era così presto, ma il bar doveva ancora riempirsi, e per il momento si limitava a una decina di persone, la maggior parte delle quali se ne stavano sedute in coppia a parlocchiare.

La proprietaria passò accanto al tavolo a cui era seduto Kurt e gli si avvicinò con un piatto.

-Vuoi un cornetto caldo caldo, tesoro?- gli chiese dolcemente, e Kurt voltò lo sguardo sulla sua enorme massa corporea, poi si sciolse in un sorriso e fece un cenno con la mano.

-No, ti ringrazio, mi basta il caffè.- disse, con la voce forse ancora arrochita dal sonno. Non s’era svegliato da molto, dopotutto, e alzarsi dal letto era stato il suo ultimo desiderio. Ma ormai era lì seduto, e in qualche modo doveva pur svegliarsi. Probabilmente avrebbe preso un altro caffè, dopo quello che stringeva tra le mani.

-Buongiorno.-

Una voce familiare entrò nel campo uditivo di Kurt, che quando la riconobbe sorrise tra sé e sé.

-Buondì.- rispose amabilmente quello quando vide Blaine che passava accanto a lui, gli lasciava una pacca sulla spalla e si sedeva di fronte a lui col suo bicchiere di caffè fumante. Si lisciò la cravatta della Dalton, e Kurt si chiese per quale motivo la usasse anche come accessorio casual. –Scusa se ho preso il caffè senza aspettarti, ma mi sentivo piuttosto assonnato.- si scusò sfregando tra le mani il bicchiere di carta bianca.

-Oh, perdonami, ho fatto male a darti appuntamento alle dieci? Forse è troppo presto…- fece l’altro, che subito s’era sentito in colpa. Smise pure di soffiare sul caffè bollente.

-No, ma figurati. Non cambia molto dalle dieci e mezza alle dieci. E poi il nostro appuntamento da Lima Bean il sabato mattina è d’obbligo.- sorrise Kurt, e portò alla bocca il bicchiere. –E non è per questo. E’ che ho dormito poco stanotte.- e si portò discretamente la mano davanti alla bocca per nascondere uno sbadiglio.

-E che hai fatto? Sei stato a una festa?- chiese Blaine distrattamente mentre cercava qualcosa tra le bustine di zucchero. –E’ finito lo zucchero di canna?- chiese aprendo una parentesi, e Kurt negò col capo per poi pescare una bustina marroncina.

-Ecco.- disse, e gliela porse. –Comunque sì, sono stato a una festa, ma non ieri. Ieri è venuto Dave da me e abbiamo visto un film.- spiegò allora muovendo la mano in aria.

-E a che ora è finito? Non è che…- e anche Blaine mosse la mano, ma in modo ambiguo. -…era un horror, o un porno?-
Negli ultimi tempi era diventato decisamente più malizioso e schietto, mentre Kurt era rimasto il solito ragazzino pudico, più o meno. Più meno che più, comunque.

-Era un film normale, Blaine!- esclamò infatti, e l’altro rovesciò il contenuto della bustina nel bicchiere ridendo sotto i baffi. –Però è rimasto da me a dormire, per quello sono stanco. Abbiamo parlato fino a tarda notte.- aggiunse poi, e Blaine alzò lo sguardo notando una strana luce negli occhi di Kurt, che fuggivano con discrezione, e quel colorito più rosa sulle punte delle orecchie non gliela raccontava giusta. Incrociò le mani sul tavolo e guardò Kurt con serietà, ma non troppa, con la faccia che si usa per cavare di bocca agli amici qualche bella notizia o del succoso gossip.

-Dai, non girarci attorno. Dimmi cos’è successo in questi quattordici giorni, visto che sabato scorso non siamo riusciti a vederci.- fece, coi suoi grandi e curiosi occhi color caramello. Kurt fece un colpo di tosse mentre sorrideva timido e giocherellava con la cannuccia con cui aveva girato il caffè.

-Sei sicuro che a te vada bene? Che te ne parli, intendo.- fece insicuro mordendosi il labbro inferiore.

-Certo, non farti problemi. Siamo amici, sì o no? Il resto è passato da tempo.- e con ‘resto’, Blaine intendeva quei mesi in cui erano stati insieme. Incoraggiò Kurt a parlare sfiorandogli il gomito, con un sorriso rassicurante.

-Noi…- iniziò quello, e abbassò il capo con le guance rosse a chiazze e le orecchie che  andavano a fuoco. Non l’aveva detto a nessuno, nemmeno a Mercedes o Finn, perché gli era tornata quella paura di essere giudicato. Ma Blaine non poteva farlo, probabilmente, senza volerne a Mercedes o a Finn, ma Blaine avrebbe saputo comprenderlo più di tutti. –Noi siamo…stati insieme, a letto.- disse, con le parole più pulite che fosse riuscito a trovare.

-Ha! Lo sapevo, te lo si legge negli occhi.- esclamò Blaine con un occhiolino, e a voce un po’ troppo alta, tanto che Kurt gli fece segno di zittirsi, di finire di bere e poi uscire, perché già c’era gente che li guardava male. E lui non voleva assolutamente attirare l’attenzione mentre parlava degli affari suoi.

-Oh, sì, certo.- fece Blaine, e finì tutto d’un colpo il caffè col rischio di affogarsi, poi si alzò e fece cenno a Kurt di uscire con lui. E quello lo seguì ridendo, perché per l’ennesima volta s’era reso conto che decidere di limitare la relazione con Blaine a una grande amicizia, fosse stata una gran buona idea.

*

Si incamminarono verso il parco del centro, dirigendo il discorso su altro, su come andavano gli studi per il diploma, in che college si sarebbero iscritti, se a Blaine un po’ mancava il McKinley, se a Kurt un po’ mancavano gli Usignoli. Poi si fermarono in un bel posto assolato e si appoggiarono con gli avambracci alla recinzione, al di là della quale si estendeva un’enorme distesa verde occupata da ragazzine che prendevano il sole, ragazzi che facevano pic nic e bambini che giocavano a palla. Era inizio maggio, e il sole ormai era ben alto, che scaldava bene.

-Ma allora stanotte non hai dormito perché…- alluse Blaine tornando così al discorso di prima.

-Sì.- fece l’altro, che tornò a imbarazzarsi. –Però ci sono state altre volte. La prima volta è stata due giovedì fa.- si interruppe un momento, il dito sul labbro e le orecchie di nuovo rosse. –E da quel momento…non ci siamo più fermati.- concluse parlando velocemente e mangiandosi la maggior parte delle parole. Ma Blaine capì lo stesso e sorrise soddisfatto, quasi fosse stato merito suo se Kurt e Karofsky facessero coppia fissa già da un po’, sebbene lo sapessero in pochi. Volevano tenerlo per loro, giusto perché desideravano essere lasciati in pace. E Karofsky aveva ancora bisogno di tempo per accettare la cosa, e per parlarne almeno al migliore amico, e poi col padre, ma solo quando si sarebbe sentito del tutto pronto. E ce ne sarebbe voluto un bel po’, probabilmente.

–Però c’è qualcosa che mi preoccupa…- aggiunse ancora Kurt, e Blaine fece subito un’espressione preoccupata. Ma quello continuava ad avere lo sguardo sognante e perso.

-E che cosa?- fece l’ex Usignolo.

-Che…va tutto troppo bene…Non so.- disse l’altro, come se fosse una risposta scontata.

-Vuoi dire che sei preoccupato…perché sei troppo felice?- fece Blaine incredulo, e quandò Kurt alzò il pollice esclamando “Esatto!”, Blaine ebbe l’istinto di tirargli un pugno in faccia.

-Oggi sono già quattro mesi. Mi preoccupo, visto che allo scoccare dei sei mesi, io e te abbiamo deciso di restare sulla linea sicura dell’amicizia.- disse ancora, e Blaine si appoggiò alla staccionata coi gomiti, guardando in cielo.

-Sai che c’è? C’è che pensi troppo. Fai un bel respiro profondo, e poi lasciati andare. Goditi la tua storia d’amore e il tuo mesiversario senza pensare troppo al dopo.- disse quello, e si sentì quasi un filosofo, quelli delle perle di saggezza o delle frasi nei biscotti della fortuna.

-Ma se neanche se n’è ricordato, stanotte!- si lamentò Kurt. –Ed è ancora a casa a farsi una delle sue dormite grosse.-

-E tuo padre? Fece così tante storie quando mi trovò nel tuo letto dopo la destabilizzante festa a casa di Rachel.- gli fece notare Blaine dopo aver tirato su la testa. Si allontanò dalla staccionata e si andò a sedere sulla panchina lì dietro di loro, e parlò a Kurt da lì.

-Ma perché non lo avevo avvisato.- disse Kurt aprendo le braccia. –E poi, finchè vede che è vestito, non sta a lamentarsi più di…- e si bloccò alla fine della frase, perché evidentemente c’era un dubbio che gli mangiava il cervello. Era vestito o no, il suo ragazzo, nel suo letto? Non ricordava se avesse avuto o meno la decenza di infilarsi almeno una canottiera, visto che aveva dovuto alzarsi in fretta per l’appuntamento con Blaine. –Mi è venuto un dubbio atroce.- disse Kurt mentre si mordeva la lingua.

-Pensi di avercelo lasciato nudo?- fece Blaine divertito.

-Se mio padre lo vede, è la fine. E poi, è già la quinta volta che resta a dormire da me, due domande se le sarà pur fatte.- disse mentre si sistemava agitato la tracolla sulla spalla.

-Vai tranquillo, Kurt. Riprendiamo la nostra chiacchierata sabato prossimo, così ti parlo un po’ di me.- fece Blaine bonario per poi buttare la testa indietro, rilassandosi.

-Scusa, Blaine, mi lascio prendere dall’agitazione.- si scusò l’altro, tutto scarmigliato.

-Ma non importa. Anzi, non saresti dovuto neanche venire. Scusa, viene il tuo uomo a dormire da te, e tu lo molli il giorno del mesiversario per venire a farmi compagnia? Stai forse impazzendo?- scherzò Blaine con naturalezza.

-E’ che non intendevo darti buca un’altra volta.- si discolpò Kurt sinceramente, poi si piegò su Blaine e gli lasciò due baci sulle guance. –Scappo, ci vediamo sabato prossimo.- aggiunse per poi fuggire e salutarlo da lontano con la mano.

*

Quando Kurt arrivò a casa col fiatone, sbirciò verso la camera dei suoi, e vide che la porta era spalancata. Si maledisse per non essere tornato prima, ma il fatto che suo padre non gli avesse fatto una sola chiamata per lamentarsi di come il suo ragazzo stesse dormendo spaparanzato e nudo nel suo letto, probabilmente suggeriva che se ne era andato in officina con una certa fretta, senza stare a controllare se Karofsky stesse dormendo con o senza vestiti, e se lo stesse facendo sulla poltrona accanto a letto come gli aveva gentilmente suggerito la sera prima.
Kurt tirò un sospiro di sollievo e si tolse gli scarponcini per non fare troppo rumore. Li prese in mano e scese verso la sua camera al piano di sotto.
In quell’esatto momento, gli venne un tuffo al cuore: temette infatti che Dave se ne fosse già andato, portando con sé il suo buon odore. O magari ne sarebbe rimasto un bel po’ sul cuscino. E già stava decidendo di accettare quell’idea, quando arrivò a metà rampa e lo vide coricato a pancia in giù, a occupare  tre quarti del letto e a respirare forte col naso. Vide che indossava la canottiera e si disse che s’era preoccupato per nulla.
Finì la rampa di scale e si mise accanto al letto. Dopodichè si sfilò la maglietta a maniche corte con su stampata Marilyn Monroe e poi tolse anche i pantaloni chiari. Rimase in canottiera pure lui, e andò ad infilarsi sotto le coperte, tentando di muoversi piano per non svegliare Dave e di riprendere la posizione in cui era prima dell’appuntamento con Blaine.
Ma non ci volle molto perché Dave si muovesse emettendo un grugnito infastidito.

-Fatina.- mugugnò tentando di aprire gli occhi. –Cristo, mi hai svegliato, porco…- si lamentò poi, vicino a bestemmiare, e si passò la mano sulle palpebre.

-Lo so, scusa, avrei dovuto lasciarti dormire senza tornare a letto.- si affrettò a dire l’altro dopo aver sibilato uno ‘shh’ dopo l’altro. Dave rispose con un altro mugugnare sommesso e si leccò le labbra secche. –Continua a dormire, vado a fare colazione.- continuò mortificato, ma quando fece per alzarsi, l’altro lo afferrò saldamente –nonostante fosse ancora quasi in dormiveglia- dal polso, e lo trascinò giù mentre ancora si stropicciava l’occhio.

-Se stai zitto e fermo, puoi anche restare. E magari mi riaddormento.- disse, per poi portarselo al petto senza troppe cerimonie. Kurt arrossì come una ragazzina e piegò il capo per farlo aderire al collo di Dave aggrappandosi alla sua schiena.

-Com’è andata col fringuello? Vi siete divertiti a spettegolare come femminucce?- chiese il più grande dopo aver fatto uno sbadiglio ed aver poggiato la bocca tra i capelli di Kurt.

-Sì, è sempre un piacere stare in sua compagnia.- rispose l’altro, tutto impettito.

-Non gli avrai parlato di cose nostre, spero.- fece Dave, che continuava ad essere sempre un po’ geloso.

-E anche se fosse?- ribattè Kurt stringendogli la canottiera. –E’ il mio migliore amico, lascia che mi confidi con lui.-

-Ma…perché lui? Perché non lo racconti a quel tonto di tuo fratello o al cioccolatino gigante?- fece Dave, che era un maestro delle metafore fantasiose. Kurt sospirò.

-Finn ne rimarrebbe scandalizzato e andrebbe a raccontare tutto a mio padre per poi dirsi ‘Uh? Forse non avrei dovuto dirlo’; Mercedes invece dice che le fai ribrezzo.- disse quello con un risolino finale.

-Ma si rende conto con chi sta uscendo lei? Con Z. Che è il doppio di me e anche più pelato di me.-
Quell’insulto della Jones lo aveva svegliato quasi del tutto.

-Che ti importa di lei? A me non fai ribrezzo.- disse Kurt affondando maggiormente il capo nell’incavo tra collo e spalla.

-E ci mancherebbe altro!- esclamò Dave a voce alta, e Kurt gli intimò di far silenzio, ‘che sopra c’era Carole che ancora dormiva, e non voleva mica che si svegliasse e li trovasse abbracciati a letto, no?
Si zittirono per un po’, con Dave che carezzava alcune ciocche dei capelli di Kurt, che a sua volta faceva con le dita dei cerchi concentrici sulla schiena dell’altro.

-Che vuoi fare dopo?- chiese l’ex bullo dopo un po’ che stavano in silenzio.

-Beh…sono iniziati i saldi sui capi della scorsa stagione al centro commercia…e dai!- esclamò quando si accorse che Dave, pur di non ascoltare quella robaccia da femmine, fece finta di dormire russando alla grande. Poi smise da un momento all’altro e gli soffiò in un orecchio:

-Facciamo che festeggiamo questi quattro mesi stando metà giornata a letto a vedere film, mangiare tacos e fare l’amore?-
Quella proposta fece squittire Kurt, non tanto per il film o i tacos o il fare l’amore –che sì, ok, era entusiasmante anche quello-, quanto per il fatto che allora Dave non s’era scordato del mesiversario.

-Facciamo così.- asserì Kurt allontanandosi per guardarlo in faccia. –Che non avremo più tempo. La scuola ce lo ruberà tutto.-

-Mi viene male a pensarci.- fece Dave sofferente.

-Al fatto che non riusciremo a vederci così spesso?- domandò Kurt, già pronto a squittire un’altra volta.

-No, al fatto che devo studiare un malloppone di biologia che non finisce più. Cristo, che palle.- mormorò quello passandosi due dita sugli occhi ancora stanchi. Quella notte avevano fatto davvero troppo tardi, più del solito.

-Ogni mese che passa, sei sempre più gentile.- commentò Kurt, che in realtà un po’ se l’aspettava una risposta del genere.

-Non puoi biasimarmi, fa parte del mio personaggio.- fece l’altro trattenendo uno sbadiglio. Kurt se ne accorse e gli accarezzò il braccio.

-Dai, parleremo dopo. Sono stanchissimo anche io.- disse incitandolo implicitamente a riprendere sonno. Dave annuì, contento che il ragazzo avesse compreso quanto in realtà fosse stanco, e gli mise una mano sul fianco, per poi allungarsi e lasciargli un bacio sulle labbra tumide. Il fatto di essere lì tra il sonno e la veglia, rendeva l’immagine di Kurt che sorrideva arrossendo per quel bacio un sogno tutto rose e fiori, di quelli soffusi che si vedono nei film. E ancora aveva il timore di svegliarsi di soprassalto.
Lo prese un’altra volta e lo strinse al collo, e poi fu lì per addormentarsi, col calore e il profumo anche un po’ nauseante di Kurt che gli facevano compagnia, finchè…

-Sicuro di non voler andare al centro commerciale? Ho visto certe polo che sembrano essere state disegnate su di te!-

-Cristo, Kurt, la prossima volta me ne vado da mia nonna a dormire!- ruggì quello, con gli occhi che bruciavano e le membra stanche che protestavano.

 

 

 

 

§

 

 

 

 

Non posso abbandonarli. Non posso. Non ancora ;__;

Questa è per Alba, forse un po’ in ritardo, ma chi se ne importa <3 Auguri passati.

Ah, qui Blaine è tornato alla Dalton, in teoria.

 

 

 

Mirokia

   
 
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