L'arciere e la sua freccia

Gli uomini dimostrano le cose attraverso le azioni, non attraverso le parole.

{Roy Mustang

La sua schiena si tese come la corda di un lungo arco.
Dritta e perfetta nelle sue imperfezioni.
La freccia era incoccata con maestra, le piume morbide di cigno l'avrebbero fatta volare alta.
 

Il bersaglio correva. Era lui la vittima.
Voleva soltanto vivere e non soffrire.
Lui che troppe volte aveva causato sofferenze.
A suo fratello, a Winry, alla nonna.

Voleva solo vivere.

L'arciere mirò e trattenne il respiro.
I suoi muscoli si rilassarono, come se non stesse affatto faticando per tendere quell'arco.
Poi tornò alla realtà.
Scoccò la freccia.

Il bersaglio fu preso in pieno petto.
Dritto nella sua carne viva.
Nel dolore del suo cuore dimenticato.

Cosa avrebbe detto adesso?
Che era stato ucciso mentre fuggiva come un vigliacco?

Morire in guerra era l'onore! Non come una preda.

L'arciere sorrise.
Aveva fatto centro.
Ma la vittima prima di lui già aveva vinto.
Solo che mai glielo disse.

Preferiva farlo dannare, svegliarsi ogni notte per carezzargli i capelli.

La vittima era però felice di quella morte.
Ora non avrebbe più temuto nulla. Ora che era tra le braccia dell'arciere, che come un trofeo lo stava deponendo sul letto.

Forse Winry avrebbe pianto.

L'arciere lo condusse come farebbe un perfetto ballerino, in quella danza magica.
In quel duello senza vincitori ne vinti.
In quella battaglia senza morti ne sopravvissuti.

E lo conduceva per la strada più sicura.

Lo guidava con mani agili e passi veloci.

Con spinte decise e parole di coraggio.

La preda si lasciò prendere con facilità.
Era già stata abbattuta tempo prima dall'arciere ma non l'avrebbe mai detto. Avrebbe sempre lasciato quell'ombra leggera tra quei capelli neri. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione.

L'arciere rideva felice come farebbe uno sciocco.

E lui era sciocco perché ancora credeva fosse possibile amare.
Lui che era passato troppe volte sui cadaveri, e ancora di più sui sentimenti di belle donne, come poteva avere l'arroganza di amare?

Ma adesso era felice come uno sciocco.

Felice che quell'esile figura fosse davvero tra le sue braccia.

Lui non voleva vedere gli altri piangere, non se il motivo era lui stesso. Preferiva farsi vedere forte, proteggerli, e poi far cadere le lacrime nel buio degli incubi.
Nelle notti senza luna.

Ma adesso che quella risata cristallina gli stava riempiendo il petto, era sicuro di volerla ascoltare per sempre.

Non avrebbe più pianto.
Perché il suono dei singhiozzi l'avrebbe potuta coprire.

E l'arciere fu felice per quella redenzione inaspettata.

Strinse a se l'esile figura e ne baciò il profilo affilato.

Sul naso dritto, le labbra morbide, il mento delineato.

Scese giù. Fin dove l'amore diviene peccato agli occhi del Dio.

Ma non smise mai di stringere a se l'esile figura.

Incrociò le mani nei suoi capelli dorati.

Come fili di sole.

La preda era esile, le forti braccia dell'arciere la tenevano stretta. I suoi respiri si fecero densi, divennero ansimi e gemiti.

Più di ogni altra cosa quello lo faceva vergognare.
Ma poi tornava a specchiarsi in quegli occhi neri che lo rassicuravano e la vergogna spariva, sostituita dalla gioia.

Sembrava la tenebra più nera che lo teneva imprigionato.

Una tenebra luminosa.

L'arciere scoccò un'altra freccia.
Che andò a colpire dritta la testa della sua preda.
Ora il suo cuore traboccava d'amore, e nei suoi pensieri e nei suoi sogni ci sarebbe stata solo una presenza.

La preda fu felice.
Quella sera sognò la sua tenebra.

Lo faceva sentire sicuro.
E si strinse all'ampio petto del suo arciere.
Si fece circondare la vita dalle sue braccia forti.
E pianse via ogni sentimento contro il suo collo e tra le sue labbra.

Winry l'avrebbe odiato, ma a lui ora non importava.

Aveva trovato la sua luce nella tenebra, non l'avrebbe lasciata.

Probabilmente per tutti sarebbe stato un pessimo fidanzato, che tradisce l'amata prima delle nozze.

A lui non importava il suo vestito bianco di pizzi.

Lui voleva solo quelle grandi spalle e quel respiro sul suo corpo.

L'arciere avrebbe protetto la preda sino alla fine.

Anche contro ogni persona sulla terra.

Anche contro ogni forza, contro ogni Padre e contro ogni uomo.
Avrebbe sconfitto a mani nude anche cento homunculus, ma l'avrebbe fatto per salvarlo.

Probabilmente sarebbe stato un pessimo testimone di nozze, ma non gli importava.

Voleva solo stringere quel corpo e sentire il suo battito forte vibrargli nelle membra.

“Non credo di capire”

“Mettiamo fine a questa farsa”

“Ma-ma.. come?”

“Non ti amo”

“Ma se”

“Ho sempre amato lui, attraverso te”

Erano parole dure da dire. Ma era la verità.

Non avrebbe di certo lasciato andare quello sciocco per salvare il suo rapporto con una donna che nemmeno amava.

“Ahi-ahi Fullmetal, e adesso? Cosa farai?”

“Stupido Colonnello, si prenda le sue responsabilità!”

“Quali responsabilità?”

“Non doveva scoccare quella freccia dannata, mi ha preso in pieno petto”

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Oh Oh Oh, salve a tutti gente! È decisamente la mia prima volta in questo fandom e spero di non aver offeso nessuno o rovinato la coppia! Se questo dovesse accadere potete benissimo linciarmi... mi trovate qui .Dedicata alla mia Puzzola che mi segue sempre e che non sa di essere la mia Puzzola. Spero che la storia non vi faccia poi così schifo... e spero lasciate qualche recensioncina piccina picciò... non è chiedervi tanto no? (ormai è in crisi di mezz'età e si sente perennemente insicura! Ed è anche tantissimo tempo che non vede più le valange *sèè magari* di recensioni che vedeva una volta) con questo non intendo minimamente muovervi a pietà! *pietààààààà D:*

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Peace&Love.

ManicRank.