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Autore: Urukiora    13/01/2012    1 recensioni
Shin Daiki è una storia puramente inventata in stile Shonen, ambientata nell'antico Giappone.I personaggi sono due ragazzi che nel corso delle loro avventura conosceranno e vedranno molte cose.Una storia di avventura, di combattimenti, di vittorie e sconfitte, e non solo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nel piccolo paesino di nome Fujiose, stava ormai calando la notte e la gente rincasava come ogni dì.

Arrivata la notte le strade erano deserte, tutto il contrario rispetto al giorno in cui c’era il via vai dei carri e del commercio.

Erano su per giù le sette di sera, e le uniche ombre e presenze che si avvertivano in giro erano quelle degli animali e il soffio del vento. Per questo piccolo paesino dotato di un commercio estremamente elevato era un fatto molto strano essere già spento a quest’ora di sera.

Da lontano, si sentiva fischiettare, e mano a mano, per la strada principale del mercato, ove alloggiavano di giorno i commercianti per smerciare la loro merce, si sentiva bisbigliare, da parte di due voci, una più adulta l’altra più infantile.

Passati all’incirca cinque minuti per la lunga strada commerciale, le due voci arrivarono a sentirsi davanti ad un abitazione piuttosto grande e ben definita, in perfetto stile nobiliare giapponese.

Le due voci al chiaro di luna, si rivelarono per la loro vera natura.Era un ragazzo mediamente alto dai capelli lunghi e grigi, accompagnato da un ragazzino più piccolo con dei capelli sul nero e spettinati a mo di istrice .Entrambi erano vestiti normalmente. Il grande portava dei pantaloni blu scuro di un tessuto abbastanza caldo e una giacca abbastanza grande di un colore nero, tenuta quasi del tutto aperta sul davanti, quello più piccolo invece un completo tutto blu composto da una giacca e un pantalone molto lungo, arricciato su se stesso. Cominciarono a parlare tra di loro molto stupiti ma non più del necessario.

-Wow, certo che questo posto è proprio pieno di gente Aki.Non avevi detto che questa era la città del grande commercio......Poi di città non ha proprio niente- Disse il ragazzo grande parlando a quello più piccolo, che rispose.

-Uhm infatti così dovrebbe essere Shin, però qui non c’è proprio nessuno.-

-Non ti sarai mica confuso come l’altra volta Aki?- Replicò ancora Shin.

-Ma cosa dici, zuccone! Io non mi confondo, sono gli altri che mi confondono!! Zitto zitto zitto!-

-Va bene va bene, non ti arrabbiare Aki, stavo solo scherzando- 

Dopo aver terminato la breve conversazione, cominciarono a chiedersi seriamente il perché di tale desolazione. E cominciò a rimuginarci sopra Shin.

-Aki, non ti arrabbiare perché questa volta sono serissimo, ma qui c’è qualcosa di strano veramente, che tu abbia sbagliato strada o meno.- Aki rispose subito dopo, ma non prima di svariati secondi.

-Shin, questa è la mappa e dice esattamente che ci troviamo nel posto giusto.- Studiandola con accortezza e la goccia di sudore sulla parte sinistra della faccia. Si intromise ad osservarla anche Shin.

Aaahh! Da qua pidocchio! Si, in effetti questa cosa l’hai seguita bene. Dovremo essere arrivati in questo Fujiose…..Giusto?-

Rispose Aki, infastidito.

-Si Shin, FUJIOSE!!! Ficcatelo in testa e non dirlo con quell’aria da cretino! Non mettere in dubbio il mio senso di orientamento ogni volta!-

-E va bene, quanto sei permaloso. Aki, in ogni caso muoviamoci e cerchiamo qualche informazione!-

Cominciarono a girare per il villaggio, guardando anche nelle traverse più piccole,  senza però trovare niente.

Quello che accadeva in quel villaggio incuriosiva molto i due, tanto da spingerli perfino ad entrare furtivamente in un abitazione. Entrò per primo Aki, in quanto più piccolo di statura, e poi Shin, che entrando con la sua stazza maggiore fece un rumore abbastanza accentuato sul pavimento in legno.

-E fa piano zuccone!- Disse sottovoce Aki, e Shin sorrise con la sua solita faccia da burlone al buio, facendo spaventare Aki, che lo ammonì ancora una volta.

-Maledetto! Non fare il cretino!- Questa volta Shin si mostrò serio e Aki gli illuminò la faccia con la piccola torcia che portava con se.

-Piano piano. Dobbiamo sapere cosa sta succedendo.- Disse Aki, poco prima di inciampare nel bel mezzo della casa, non si sa su cosa, e Shin inciampando su Aki rotolò a terra poco dopo. Rimproverò subito Aki.

-E per fortuna che dicevi a me di fare attenzione, maledetto nano sapiente!!-

Neanche il tempo di iniziare la conversazione e tentare la fuga che gli abitati della casa scattarono ai loro piedi, spaventandoli. Gridarono in coro i due.

-Iiiih!! C-ci siamo fatti scoprire. C-cosa vorranno farci messi in quella posizione- Finì la frase Shin.

Le persone ai loro piedi erano tre: un bambino, e due adulti, marito e moglie molto probabilmente. Erano inginocchiati davanti ai due, che si accorsero di aver inciampato in dei cesti di frutta e di altri cibi. Scattò subito la fame dei due, che cominciarono a divorare ogni ben di dio presente nei cesti.

-S-squisito questo frutto .Bu-buono anche questo!- Disse Shin.

-Che delizia!- Aki, gustando del cibo vero, che non assaggiava da una settimana, come anche Shin.

I tre, guardandoli restarono con la bocca aperta e gli occhi sgranati. L’uomo subito sfoderò una padella di cucina per colpirli e mirò prima a Shin, che si girò di scatto con una noce di cocco in mano, la quale lo salvò dall’attacco dell’uomo, e in più gli fece gustare una noce di cocco aperta piuttosto bruscamente. L’uomo quasi si impaurì alla vista di quei riflessi, cadendo indietro, con il bambino che si nascose dietro la mamma. Costretto a farlo, l’uomo padrone di casa fece la voce grossa.

-Chi accidenti siete voi due?!?! Cosa ci fate in casa mia?!?!?-

Balzarono come due conigli  Shin e Aki.Si girarono con il muso tutto sporco e Shin cercò di spiegare la situazione.

-Ehm, ah ah…ah, cioè, non è come pensate, veramente noi……Noi non  siamo dei ladri signore!

-Ah no?!? E cosa siete allora?! Servi di quel tiranno no, quindi siete per forza dei ladri! Io vi ammazzo!-

-No, aspetti, la prego, ho detto la verità! Signore se eravamo dei ladri non ci saremmo spaventati poco fa quando ci siete venuti contro!

Si fermò l’uomo poco prima di colpirli.

-I-in effetti è vero. Non ci avevo pensato…..Quindi voi due chi sareste? E comunque non si entra in casa d’altri così!!!-

Provò a colpire nuovamente Shin con la padella, che la fermò con le mani e gliela tornò in faccia, premendola contro la guancia.

-E non usare quel maledetto affare!! Noi non siamo dei ladri! Volevamo sapere perché questo posto è così deserto da sembrare un cimitero!!-

Si calmò l’uomo e cominciò a tremare come una foglia. Blaterava parole all’impazzata. Anche la moglie e il figlio. Si erano inginocchiati, e la moglie cercava di far inginocchiare anche il marito, che era troppo impaurito, non si sa da cosa.

Tutto d’un tratto la porta d’entrata si sfasciò colpita da un potente calcio. Una voce a seguire.

-Chi osa trasgredire gli ordini di sua maestà Keia?!?! Chi?!?!-

Piombò nella stanza dove erano presenti tutti. Era prepotente e con un ascia di medie dimensioni stava distruggendo ogni cosa di fragile.

-E quello cosa sarebbe?!? Chi sono questi due tizi?!?!- Infuriato continuava.

-L-la ricca offerta per sua m-maestà, ma non è colpa nostra. S-sono stati loro a ridurla così- Disse l’uomo incolpando Shin e Aki. Senza capirci niente i due si ritrovarono coinvolti in una rissa con un tizio che dava di matto, e pure armato.

-Come osate toccare la merce di sua maestà, luridi vermi. Vi ucciderò per questo!!- E dall’uomo appena giunto fu librato un colpo d’ascia contro il piccolo Aki.

-Prima tu piccoletto! Ahahahah!!!-

Aki si spostò e fece incastrare  l’ascia dell’uomo per terra.

-Piccoletto a chiii?!?!? Adesso me la pagherai cara!!! -

Gli ficcò le dita negli occhi e gli diede un calcio nei paesi bassi. L’uomo senza neanche recuperare l’ascia si diede alla fuga, lasciando tutto li, e perdendo la sua arroganza.

Tornato tutto “tranquillo,” Shin si rivolse all’uomo, che lo guardava con dispiacere e ringraziamento.

-Chi era quello là? E chi è questo “sua maestà?”- Disse Shin con aria da adulto e seria.

-Grazie ragazzo, grazie, ci hai salvati da morte certa, grazie a tutti e due. Mi scuso per avervi dato dei ladri, ma con i tempi che corrono non si è mai sicuri qui- Si pronunciò l’uomo, continuando. –Quello era un servo di Keia, il tiranno che si è impossessato di questa terra, ed anche del nostro villaggio. Ogni notte vengono alcuni dei suoi a ritirare le offerte che ci chiede in cambio della vita. Andatevene finché siete in tempo ragazzi. Quel soldato tornerà con i rinforzi!- Concluse l’uomo, che si scusò nuovamente. Poi prese parola Shin, che prima di farlo sorrise ad Aki.

-Signore, non si preoccupi. Piuttosto se a voi del villaggio sta bene possiamo occuparci noi due di questo tiranno- Disse Shin, e le parola passò ad Aki.

-Si, noi possiamo liberarvi da questo tizio prepotente! – Incredulo il signore rispose.

-Ma voi due sapete quello che state dicendo?! Quello è un mostro! Non ha pietà per nessuno! Adesso richiederà un sacrificio perché le offerte non sono state rispettate! Ve lo ripeto, andate via finché siete in tempo-

Nel mentre della discussione, l’uomo era tornato dal suo signore. La dimora di questo tiranno era situata in cima alla montagna sulla quale era presente un grande castello.

-Sua maestà, s-sono tornato, m-ma questa v-volta……- Venne fermato da una voce autoritaria e tagliente che proveniva da dietro la tenda.

Lo so! Patetico verme! Mi hanno già riferito la situazione gli altri. Così sei scappato con la coda fra le gambe. Non ho bisogno di una nullità come te, tuttavia, siccome non ho voglia di scomodarmi e non mi piace fare uso della violenza nella mia stanza, ti darò un'altra possibilità. Una sola! E adesso torna a finire il tuo lavoro insieme ai tuoi compagni!- Finì di parlare, con il servo pietrificato dalla paura per tutto il discorso.

-G-grazie mi signore, non vi deluderò!-

Di corsa insieme ad altri tre compagni si diresse al villaggio, alla stessa casa da cui era stato cacciato. Intanto nell’abitazione era tornato tutto alla normalità, almeno sembrava essere così. Giunti a destinazione, gli sgherri di Keia si fermarono davanti alla casa. Due ombre erano lì sedute ad aspettarli. I nemici senza indugiare oltre cominciarono.

-Ma bene maledetti vermi! Ci avete risparmiato la fatica di cercarvi!! Uccidiamoliii!-

Si lanciarono all’attacco, e per primo per farsi perdonare tramite la sua devozione, si lanciò all’attacco l’uomo che era stato graziato poco fa dal suo signore. Ma non fece neanche in tempo che l’ascia che aveva lasciato nella casa, gli tornò in fronte, uccidendolo. Una delle due ombre si alzò e si fece avanti. Era Shin.

-Cavolo, il vecchio ha ragione. Siete dei tipi davvero rozzi. Allora volete fare la sua stessa fine o tornare dal vostro signore e riferire a lui che è meglio se sparisce da queste terre?-

Anche la seconda ombra, cioè quella di Aki si alzò in piedi, ma rimase nascosta. I malviventi risposero.

-Taci maledetto arrogante! Noi non siamo stupidi come lui! Avanti, facciamolo a fettine!-

Attaccarono Shin tutti e tre insieme, armati di katana. Shin portò la mano sinistra dietro la schiena, dove era allacciata una lunga custodia di pelle, e lì la fece restare, almeno fin quando il primo non si fece avanti, e lì il ragazzo sfoderò un pugnale dalla media lunghezza, che usò per contrastare la lama nemica, deviandola con velocità, fino a sgozzare il nemico. Allo stesso tempo mentre il nemico privo di vita cadeva a terra, Shin gli soffiò via la spada con la mano destra, che usò per bloccare e far scorrere l’affondo del secondo nemico, del quale usò lo slancio in forza per mandarlo contro lo stesso compagno aiutandosi con le mani, facendolo infilzare, e infine avendo intrappolato l’ultimo rimasto per qualche secondo, gli si era portato alle spalle, tagliandogli la gola.

-Ecco fatto. Non erano niente di speciale. Uscite fuori.-

Pulì un po a casaccio il pugnale e lo rinfoderò nella sua fodera. Intanto la famiglia dell’anziano signore uscì di casa con molta attenzione e quando fu fuori rimase ancora più sorpresa vedendo gli sgherri di Keia morti per terra.

Intanto qualcuno da una posizione ben nascosta li aveva osservati ed era andato a riferire tutto a Keia

-Maestà, sono stati tutti uccisi. Non sono riuscito a guardare bene i loro volti, ma so per certo che erano in due. Un piccoletto e  un tizio abbastanza alto. E’ stato lui ad ucciderli e lo ha fatto con un pugnale.- Disse facendo rapporto l’uomo.

-Uhuh, interessante. Domani sera ci sarà una bella sorpresa.-

Nel frattempo, gli abitanti del villaggio venuti a sapere dell’impresa di Shin e di Aki, si convinsero ad ingaggiarli per sistemare il tiranno, e ai due venne raccontata tutta storia e la situazione del villaggio, per filo e per segno.

  
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