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Autore: Distorted Soul    13/01/2012    4 recensioni
Cominciò a rigirarsi tra le mani, quasi come per scaricare la tensione, l’anello di sua madre consegnatole da Spirit [...] Lo portò all’altezza degli occhi e guardò attentamente la parte interna, cercando di capire se riuscisse a comprendere cosa l’iscrizione volesse dire, ma era scritta con dei caratteri di una lingua che non conosceva e non riuscì nel suo intento. Tirò un altro sospiro; si chiese se davvero avesse il potere di purificare dalla follia come si diceva.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Niente di impegnativo o particolare. Solo come, secondo me, potrebbe essere la situazione nel manga tra una decina di capitoli.

Leggermente spoiler per chi non segue le uscite giapponesi.

 

 

 

 

 

 

 

~ You know, I won’t give in

 

 

 

 

 

 

 

Maka guardò l’enorme dirigibile di fronte a sé e i numerosi operai che si stavano dando da fare per ripararlo come meglio potevano, visti i danni che aveva riportato. La prima spedizione sulla luna non aveva raggiunto gli esiti sperati, e tutto ciò che avevano ottenuto era stato liberarsi di qualche clown e di quel traditore di Justin Law, ma anche loro avevano subito numerose perdite; suo padre aveva riportato parecchie ferite, alcune gravi, e per di più il professor Stein si trovava in situazioni critiche sotto costante controllo, a causa della follia che l’aveva pervaso sul campo di battaglia. A detta di Kid c’era mancato davvero poco che non perdesse completamente il nume della ragione.

Tirò un sospiro. Sapeva che Shinigami-sama stava raccogliendo le forze per organizzare al più presto un’altra missione, prima di dare il tempo al Kishin e ai suoi seguaci di riorganizzarsi. E probabilmente anche il gruppo degli Spartoi, stavolta, avrebbe fatto parte della spedizione.

Cominciò a rigirarsi tra le mani, quasi come per scaricare la tensione, l’anello di sua madre consegnatole da Spirit, che aveva legato ad una catenina per portarlo più comodamente; non era abituata ad indossare anelli, o gioielli in generale, e per di più poteva darle fastidio mentre combatteva. Così appeso al suo collo, almeno, era anche più sicura di non perderlo.

Lo portò all’altezza degli occhi e guardò attentamente la parte interna, cercando di capire se riuscisse a comprendere cosa l’iscrizione volesse dire, ma era scritta con dei caratteri di una lingua che non conosceva e non riuscì nel suo intento. Tirò un altro sospiro; si chiese se davvero avesse il potere di purificare dalla follia come si diceva.

« Ehi Maka. »

Soul l’affiancò, le mani in tasca e la solita espressione annoiata che poche volte aveva visto abbandonare il suo viso.

« Soul. » disse solo lei,  rivolgendogli una veloce occhiata.

« Cosa fai qui? »

Alzò le spalle: « Mi preparo psicologicamente alla prossima battaglia che potremmo affrontare. » pronunciò atona.

« Woh, nemmeno è certa la nostra partecipazione e già pensi a riempire quella tua testa da secchiona con tattiche e strategie varie? »

Un libro, spuntato dal nulla, finì preciso sulla sua testa, come sempre veloce e doloroso, strappandogli così un urlo strozzato.

« Non dire stupidaggini, è più che sicuro che faremo parte della missione. Vorranno sicuramente sfruttare anche la mia onda anti-demone, stavolta. »

La mano di Soul – dopo essersi assicurato di non aver subito un danno cerebrale – si posò su una sua spalla costringendola a voltarsi verso di lui: « Ehi, non buttarti tutto il carico sulle spalle. »

« Ma come faccio? Tutti contano su di me e sulla mia capacità, non posso deluderli! » affermò.

Il ragazzo l’afferrò per entrambe le spalle e abbassò di poco la schiena per trovarsi alla sua altezza così da fissarla negli occhi; Maka si rese conto di come, fino ad allora, non si fosse mai davvero accorta di come Soul, da che era quasi più basso di lei, l’avesse ormai superata all’incirca di una spanna.

« Maka, ricorda che non ci sei solo tu! Non dimenticare che hai dei compagni che sono uno più forte dell’altro. – le disse, prima di aprirsi in un ghigno soddisfatto – E non scordarti che il tuo è il partner più cool che si possa avere! » esclamò, strappandole così un sorriso.

Non la vedeva sorridere da prima dell’esperienza di Firenze, segnata dalla morte di Crona. Alla fine si era rivelata l’unica possibilità, quella di porre fine alla sua vita.

Era stato lui stesso ad infilzare la propria lama nel suo torace, nel tentativo di salvare la propria shokunin da un colpo che avrebbe potuto rivelarsi mortale – e se ci era riuscito era stato solo perché poco prima aveva ricevuto un violento colpo dall’onda dell’anima di Black Star.

E mentre il sangue nero sgorgava a flotti, incapace di poter rimarginare alcuna ferita per via dei troppi colpi sofferti, Crona aveva ripreso coscienza di sé un’ultima volta e con le lacrime agli occhi aveva sorriso sinceramente a Maka. Era stata quella l’unica consolazione della ragazza.

« È stato... bello conoscerti Maka, avrei voluto... avere più coraggio, come te... e rimanere al tuo fianco. Mi dispiace tanto. » le aveva detto.

Fermare le lacrime per la shokunin era stato impossibile; aveva abbracciato il suo corpo esanime ma ancora caldo, urlato il suo nome più e più volte, invano. Avrebbe voluto che ci fosse un altro modo, aveva sperato fino alla fine che ci fosse. Ma quell’esito era stato inevitabile, e che lo fosse ne era stata consapevole fin dall’inizio, soltanto aveva preferito illudersi per una volta e non rinunciare a quel piccolo barlume di speranza che aveva albergato in lei.

Tornati a Death City, dopo che si erano presi cura delle loro ferite, si era asciugata gli occhi e non aveva più pianto di fronte a nessuno. Ma lui l’aveva sentita, di notte, far di tutto per trattenere i singhiozzi inutilmente e piangere da sola nel buio. Non aveva fatto nulla, non era entrato nella sua stanza ad abbracciarla come avrebbe voluto, nonostante sentirla singhiozzare gli provocasse una brutta sensazione; sapeva che voleva stare da sola e aveva rispettato la sua scelta. In compenso le aveva fatto mutamente capire che lui era lì per qualunque cosa e aveva dato avvio a vari tentativi di strapparle un sorriso, ma non c’era riuscito, almeno fino ad allora.

E Maka aveva notato i piccoli gesti discreti del proprio partner, le piccole attenzioni in più – anche la diminuzione degli insulti! – e aveva apprezzato tutto silenziosamente. Lui riusciva a starle accanto sempre anche senza essere invadente e di questo gliene era grata; sapeva quando poteva avvicinarla e quando lasciarla con se stessa, anche se non le era sfuggito lo sguardo preoccupato che ogni tanto sorprendeva rivolgerle.

Ma lei aveva imparato ad essere forte, e questo lui lo sapeva, e seppure con una sofferenza nel petto ed un dolore che non l’avrebbe lasciata facilmente, si sarebbe rialzata e sarebbe andata avanti. Con Soul.

E poi la resa non era contemplata, sua madre non gliel’avrebbe perdonata altrimenti.

Gli sorrise ancora, prima che la sua attenzione fosse nuovamente colta dall’anello, ancora tra le sue dita.

« È quello che ti ha dato tuo padre? » le domandò, le mani nuovamente infilate in tasca. Lei annuì, prima di tornare a guardarlo con un’espressione che Soul non riuscì a decifrare, alternando lo sguardo tra lui e l’oggetto.

« Che c’è? »

Lei non rispose, si sfilò soltanto il ciondolo e lo porse a lui: « Prendilo. »

La buki la fissava incredulo: gli stava dando l’anello di sua madre? Maka non avrebbe mai ceduto a nessuno qualcosa che fosse appartenuto a lei.

« Maka, ma- »

« Mio padre mi ha detto che c’è un incantesimo su, che dovrebbe tener lontano la follia. Non so se sia vero ma... beh... » proferì allungando maggiormente il braccio verso di lui.

« Ma tu tieni a quest’anello. »

« E tengo anche alla sanità mentale del mio partner. Magari non funziona, ma mi va bene anche se funziona per effetto placebo. »

Soul assunse una finta espressione imbronciata, digrignando i denti e arricciando le sopracciglia, e tentando di nascondere un ghigno spontaneo: « Potevi anche semplicemente dire “Ma tengo anche a te”, senza sproloqui inutili. Sarebbe stato più romantico. Hai rovinato l’atmosfera! Che cosa poco cool. » si lamentò scherzando.

La shokunin sbuffò, gli diede un leggero pugno sul petto e gli ordinò: « Prendi e non borbottare! »

Soul ridacchiò e fece come ordinato, legandosi la catenina al collo prima di afferrare il gioiello di poco valore e fissarlo concentrato per capire cosa ci fosse scritto all’interno, come poco prima aveva fatto pure la sua partner.

« Non sforzare i tuoi pochi neuroni, è una lingua straniera e forse pure antica. »

La buki storse la bocca in sua direzione, poi nascose l’anello sotto la camicia; Maka gli pose su la propria mano destra e tornò a guardarlo negli occhi: « Da quel che ne sappiamo potrebbe essere la nostra ultima battaglia, quindi non perderlo, okay? »

Lui annuì, e prima che la ragazza potesse spostare la mano lui le pose su la propria, ricevendo in cambio un’occhiata interrogativa.

« Ma torneremo. Spaccheremo il culo al Kishin e torneremo. » pronunciò con tono basso ma sicuro.

Maka storse il naso: « Non puoi saperlo, e sai che non mi piace illudermi con false speranze - non ancora. Cosa rende così sicuro e positivo Soul Eater, il ragazzo più realista che io conosca - dopo di me, s’intende? »

Lui ghignò: « Il fatto che al nostro ritorno dovrò dirti una cosa importante. »

La shokunin gli rivolse uno sguardo dubbioso: « E non puoi farlo ora, visto che è così importante? »

Lui scosse la testa, stringendo le proprie dita tra le falangi di lei: « Ho deciso così. »

Lei sbuffò, fissando la propria mano stretta tra la sua. Era più grande e calda e teneva la propria premuta sul suo petto, permettendole di percepire il battito del suo cuore.

« Beh, allora questo vuol dire che non puoi permetterti di morire. » disse, chinando il capo.

Perché perdere Crona è già stato doloroso, ma perdere te sarebbe straziante, pensò, tuttavia non si permise di esternargli il proprio pensiero.

« Giusto. E nemmeno tu. »

Rialzò il viso e tornò a fissarlo negli occhi cremisi. E per un breve istante mentre lui le sorrideva, non seppe spiegarsi il perché, credette davvero che ce l’avrebbero fatta.

 

Per questo non si sarebbe arresa, nemmeno stavolta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

____________________

 

Ecco. Una sottospecie di one-shot.

Il titolo è stato il motivo per cui ho tardato a pubblicarla... poi ho ascoltato Keep Holding On di Avril Lavigne, e beh...

Sì, ho ucciso Crona – povero/a (ed è stato difficile, ma sono riuscita a non usare nulla che potesse rivelare un suo possibile sesso). E Justin.

Spero con tutta me stessa di aver mantenuto l’IC almeno un po’, ma ho dovuto anche tener conto della situazione in cui li ho messi quindi so di non esserci riuscita in pieno.

Volevo che quell’anello avesse uno scopo, quindi l’ho tirato dentro.

Cosa vorrà dire Soul a Maka? Non penso lo saprete mai. In realtà non lo so nemmeno io – per quanto io abbia la mia speranza.

Se siete arrivati qui in fondo, beh grazie.

Saluti =)

   
 
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