Note dell’autore: immaginiamo (immaginiamo ho detto, quindi teneta la porta
della fantasia spalancata, anzi mi sa che ci vuole un portone -_-‘) che la
nazionale brasiliana e giapponese stiano per affrontarsi in una amichevole di
beneficenza (anche di preparazione al WY) in Brasile, Sanae e Yayoi sono li per
assistere alla partita e per farsi una vacanza estiva, visto anche che la
nazionale giapponese si fermerà una settimana per fare preparazione atletica.
La nazionale Giapponese e quella Brasiliana sono nello stesso hotel. Tsu e
Carlos vivono insieme a Pepe a Sao Paulo.
LA
RIVINCITA
Era una fantastica mattinata di sole
a Sao Paolo. Le nazionali giapponese e brasiliana erano presenti per delle
amichevoli di beneficenza e la compagine nipponica si sarebbe trattenuta una
settimana per prepararsi all’World Youth. La sala dell’hotel delle due
nazionali era gremita di calciatori che facevano colazione, ridevano e
scherzavano. Al loro tavolo Tsubasa, Genzo, Taro e Jun stavano discorrendo delle
prossime partire, scambiandosi battute con Pepe e Victorino al tavolo di
fianco. Improvvisamente, dalla scala che collegava direttamente la sala con le
camere dei giocatori, comparve il capitano della nazionale brasiliana, il
fortissimo Carlos Santana che guardando con aria di sfida Tsubasa proclamò la
solita frase: “Preparati Tsu, questa partita e il mondiale lo vinceremo noi!”.
Tutto preso dalle sue parole Carlos non si accorse degli sguardi stupiti dei
giocatori, in quanto era sceso ancora in pigiama… che consisteva in maglietta e
pantaloncini color giallo canarino con una dolcissima paperetta stampata sul
davanti. Con tono sarcastico Tsubasa ribattè: “Sai, prenderei molto più sul
serio la tua sfida se non me la ripetessi tutte le mattine a colazione e se non
avessi addosso quell’“adorabile” pigiama…”
Comprendendo improvvisamente il suo
stato Carlos rispose arrabbiato: “Cavoli mi sono dimenticato di avere questo
pigiama addosso e poi cos’hai da ridire, è un regalo di tua madre. Anche tu e
Pepe ne avete uno simile” Sogghignando il capitano della nazionale nipponica
rispose: “Vero, ma almeno io ho la decenza di non farlo vedere in pubblico!” Urlando
improperi in portoghese Carlos si ritirò in stanza per cambiarsi seguito dalle
risate degli altri giocatori.
Dopo una decina di minuti,
mentre gli altri stavano ancora facendo colazione con calma [niente allenamenti
quel giorno, solo pubbbliche relazioni ndA] un urlo sguarciò la sala. Un
tornado con le fattezze del capitano del Brasile si precipitò giù dalle scale
entrando nella sala urlando: “Tsubasa!!!!!!!!!!!!!!!! Come hai osato dire a Bea
[as Beatriz la fidanzata di Carlos ndA] che il regalo che le ho fatto era stato
riciclato da uno delle mie fan?!” dirigendosi minacciosamente verso Tsubasa.
Il moro si alzò di scatto
e mentre si guardava intorno in cerca di una via di fuga esclamò iniziando a
scappare: “Così impari a dire a Sanae che mi ero dimenticato il nostro
anniversario”. Si inseguirono per tutta la stanza sotto gli sguardi attoniti
dei loro compagni di squadra.
“Ma era la verità”
obbiettò Carlos tentando di acchiappare Tsubasa.
“Lo so! Ma non c’era
bisogno che lei lo sapesse, con il fuso orario avevo ancora qualche ora a
disposizione per rimediare” obbiettò l’asiatico facendo lo slalom tra gli altri
giocatori.
Tutti li guardavano
basiti, vedendo il capitano del Giappone e del Brasile comportarsi come due
ragazzini (e in effetti è questo che sono :D).
Finalmente Carlos riuscì
a placcare Tsubasa, cadendo insieme a lui. Mentre erano a terra il sudamericano
cercava di strangolare l’amico mentre quest’ultimo tentava di scrollarsi
l’altro di dosso.
All’improvviso sopraggiunse
una bella signora in dolce attesa sui 35 anni che non scomponendosi minimamente
davanti a quello spettacolo indecoroso, come se ci fosse abituata, domandò in
portoghese: “Ciao ragazzi. Avete visto Roberto?”
“Ciao Maria” risposero
Tsubasa e Carlos in contemporanea.
“E’ nella sala 3 per una
conferenza” rispose Carlos interrompendosi momentaneamente dallo strangolare
l’amico. “Sapete per quanto ne avrà? Aveva promesso di accompagnarmi al corso
pre-parto delle 10” chiese lei corrucciata.
“Farà in tempo, non ti
preoccupare. Tra 15 minuti dovrebbe aver finito” rispose Tsubasa riprendendo
fiato. “Ok, grazie ragazzi ci vediamo” salutò Maria andandosene.
I due ragazzi riprendono
a darsele finchè vennero folgorati tutti e due dallo stesso pensiero. Si bloccarono
improvvisamente e guardandosi negli occhi dissero contemporaneamente: “Pensi
anche tu quello che penso io?!”
“SI!!!!!!
Vendetta!!!!!!!!!” esplosero in coro.
Detto questo si
rialzarono e sistemandosi i vestiti si accomodarono su un tavolino, iniziando a
parlare fitto fitto.
Gli altri ragazzi avevano
osservato la scena senza sapere cosa dire, quando gli aveveno visti fermarsi e
mettersi a parlare come se niente fosse un enorme gocciolone si era formato
sopra alla loro testa. Il pensiero comune era: “E’ proprio vero, quei due non
sono solo matti per il pallone… sono proprio matti e basta!”
Intanto tra i due
cospiratori avveniva un fitto scambio di battute:
“E’ la nostra occasione
per vendicarci di tutte le prese in giro su noi e le nostre ragazze che
quell’allenatore da strapazzo ci ha fatto per tutti questi anni!” iniziò
Tsubasa.
“SII!!!!”urlarono in coro.
“Allora come possiamo
sfruttare questa cosa?” chiese l’asiatico.
“Direi di intrufolarci a
quella lezione e scattargli una foto imbarazzante. I miei compagni di squadra
ancora ridono per la foto mia e di Betriz che balliamo la Macarena!” propose Carlos
ripensanso con umiliazione a quella foto.
“Ci sto! Allora quando
escono, li seguiamo e scattiamo la foto” concordò Tsubasa con aria omicida. “Ci
serve solo una macchina fotografica, dove potremo rimediarla?” domandò il
portoghese pensieroso
“Mh… Posso chiederla a
Sanae, lei ne porta sempre una con se” rispose l’altro illuminandosi per l’idea
appena avuta.
“Ottima idea, andiamo che
tra poco la conferenza finirà” affermò Carlos deciso.
Mentre si allontanavano
sotto gli sguardi allibiti dei compagni che avendo captato solo qualche parola
non ci avevano capito niente, lo scambio di battute, presi dal delirio di
vendetta, fu ancora più allucinante:
“Come faremo ad
avvicinarci alla stanza senza destare sospetti?” si chiese Tsubasa pensieroso.
“Mh…. Uno di noi si
traveste da donna incinta e l’altro fa il marito” affermò Carlos orgoglioso
della sua idea.
“Si però stavolta la
donna la fai te” approvò l’asiatico deciso.
A questa frase del
capitano, a tutti cadde la mascella dallo stupore. Usciti i due, gli altri si
scambiano un’occhiata preoccupata per i rispettivi capitani e tornano alle loro
faccende decidendo, saggiamente, che non era il caso di impicciarsi.
Uscendo dall’hotel i
ragazzi incontrarono Sanae e Yayoi. Tsubasa si illuminò tutto alla vista della
sua ragazza e correndole incontro la baciò. Finiti i convenevoli di rito le
chiese la macchina fotografica in prestito. Alla domanda della ragazza sul
perché le servisse i ragazzi risposero in coro: “Vendetta!!!!”.
In quel momento si videro
Roberto e Maria uscire dall’hotel e prendere un taxi. Tsubasa baciò la sua
ragazza dicendole con aria melodrammatica: “Se non dovessi tornare vendica la
mia morte!”, salutarono anche Yayoi e scapparono via. Presero un taxi al volo e
Carlos disse all’autista :”Presto, segua quella macchina“ (indicando il taxi
della coppia). Allo sguardo interrogativo dell’amico rispose serafico: “Ho
sempre sognato di dirlo”.
Una volta arrivati in
ospedale (essendosi resi conto in taxi che era un’idea ridicola tentare di
travestire uno dei due da donna incinta -_-’) seguirono la coppia fingendo
nonchalance nei corridoi dell’ospedale. Infine, giunsero in una stanzetta dove
si teneva il corso pre-parto.
I due ragazzi si appostarono
fuori da una finestra, nascosti da una colonna, aspettando l’occasione per
scattare una foto imbarazzante a Roberto. Dopo circa un’ora di filmati
orripilanti di parti naturali (e li ringraziarono di essere nati maschi),
grafici sulla crescita e esercizi di respirazione finalmente ebbero la loro
grande occasione. L’infermiera stava spiegando che i mariti non riescono a
capire i cambiamenti che il corpo delle donne subisce durante la gravidanza e
le difficoltà affrontate soprattutto nell’ultimo periodo di gestazione. Per questo
motivo riteneva molto utile, anche per la serenità della coppia, effettuare un
esercizio pratico. Dicendo questo tolse da un armadio una specie di grembiule
imbottito. Carlos e Tsubasa si guardarono perplessi non capendo a cosa potesse
servire una cosa del genere. Quando però, il primo futuro padre la indossò un
sorriso malvagio si aprì sui loro visi. Il “grambiule imbottito” altro non era
che una tuta che indossata simulava le forme e il peso del pancione di una
futura mamma. Dopo 4 imbarazzatissimi papà fu il turno di Roberto. Mugugnando
parole incomprensibili si provò la tuta, mentre si girava per farsi ammirare
dalla compagna gli sembrò di vedere un flash e di sentire una risata, ma pensò fosse
suggestione.
Il giorno dopo (il tempo
materiale di sviluppare le foto e fare moooolteeee copie) tutto l’hotel che
ospitava le due nazionali si ritrovò letteralmente sommerso di foto del grande
allenatore Roberto Hongo in costume da donna incinta con sguardo ebete. Appena l’interessato
se ne accorse iniziò ad urlare come un ossesso cercando di recuperare tutte le
copie. Mentre gettavano altre foto dal tetto dell’hotel ai fan e giornalisti in
attesa all’esterno, i due capitani concordarono che le urla del loro allenatore
fossero il suono più bello che avessero mai udito finora.
COMMENTO DELL’AUTORE: Ok, come sia uscita questa cosa non lo
so. Mi è venuta in mente una sera (giustamente potreste dirmi che era meglio se
fossi andata a dormire presto in vece di occupare spazio inutilmente sul pc) e
mi è uscita fuori di getto [ndRoberto: “Ti getto io dalla finestra” ndShike:
“Zitto o ti faccio fare anche un balletto]. Quindi… … … … fatemi sapere cosa ne pensate.
Shike