Nessuno
sa nulla di noi,
se non le strade che hanno sentito i nostri passi,
se non il muro che abbiamo macchiato del nostro sangue,
se non il cielo che ha gravato sulle nostre spalle.
Niente ci appartiene di più
delle lacrime che non abbiamo pianto,
dei baci che non abbiamo dato,
della mano di cui non ci siamo fidati, nel buio del dolore.
Dei sentimenti da cui siamo fuggiti,
delle cicatrici che da soli ci siamo inflitti
con la lama bagnata di silenzio della nostra solitudine.
Niente dice più di noi
delle parole che nessuno ci ha detto
del tono in cui nessuno si è mai rivolto a noi.
Ma la consapevolezza di essere tutti sofferenti,
nell'intimo delle nostre vite,
ci rende tutti inconsapevoli giudici degli altri guerrieri senza
forza.
Sbadati spettatori del loro, del nostro, destino.
Per quanto ancora riusciranno ad ignorare le nostre voci?