Mi soffermo sull'uscio polveroso e ricoperto da un manto di foglie secche dai vividi colori autunnali.

Traggo un respiro profondo ed esco dalla tasca interna del mio cappotto un mazzo di chiavi. Dannazione...e adesso quale sarà quella giusta?! Dopo averne provata più di una trovo quella che fa scricchiolare leggermente la vecchia toppa arrugginita facendola aprire.

Prima di entrare mi soffermo e mi guardo intorno: Corvallis è proprio come l'avevo lasciata dieci anni fa; non una metropoli, nè un piccolo paesino di bigotti conservatori, ma una città mutevole...aperta ai grandi cambiamenti degli anni '60.

Eppure qualcosa è cambiato...lo so bene.

Scuoto la testa, scacciando inutili pensieri e mi decido finalmente ad entrare in casa, lasciondomi sprofondare dalla nebbia del passato.

 

Mi ero ripromesso che tornare qui non sarebbe stato così triste, che il pulviscolo sui mobili coperti da teloni avrebbe facilitato tutto, ma non è così. Sento quasi l'odore della famosa torta di mele di mia madre e i borbottii di mio padre a tavola, quando entro in cucina. Trattengo a stento una lacrima: da quando sono un tipo così sentimentale?!

Ho bisogno di sedermi.

Tolgo dalle sedie e dal tavolo i teloni che li avvolgono, scaturendo l'alzarsi di una grande quantità di polvere...mi siedo e inizio a massaggiarmi le tempie e riprendere il controllo di me stesso così da tornare a casa al più presto. Ma qualcosa a terra cattura il mio interesse: della posta. Probabilmente era sopra il tavolo, ma chi ce l'ha messa?! Dopo la morte di mia madre nessuno è venuto qui tranne me, o forse mi sbaglio?

Inizio a controllarla: bollette, pubblicità....tutta roba inutile! Sto per buttarle quando il mio sguardo si posa su una busta piuttosto leggera. Non c'è scritto il mittente, la data, nè c'è un francobollo ma solo due parole scarabocchiate sul retro: A Jamie.

Il mio cuore manca un battito: conosco fin troppo bene quella scrittura.

La apro con un unico strappo.

La mia mente è sovraffolata di domande a cui non so trovare alcuna risposta, ma sicuramente il contenuto riesce rispondere a tutto:

è una foto...anzi, la prima foto.

Ritrae me in un primo piano. Ho una smorfia sul viso e i capelli arruffati sulla fronte.

Ma non era io il soggetto di quella foto, ma i miei occhi.. di diverso colore: uno celeste e uno nocciola.

La giro...ecco di nuovo quella scrittura confusa e disordinata:

Jamie, ricordi quel giorno? Il giorno in cui ci siamo conosciuti.

Ho capito subito com'eri , un po' come i tuoi occhi...d'altronde sono lo specchio dell'anima no?

Uno gelido, che riesce quasi a spiazzarmi; l'altro dolce, che riese a farmi sentire come a casa.

Ma entrambi assumono la stessa luce negli occhi con un sorriso e condividono le stesse lacrime.

Il tuo sorriso, le tue lacrime.

Con amore, Adam.

 

Mi colpisce una fitta violenta.

Certo che ricordo quel giorno..era il 15 marzo 1965. Era un giorno soleggiato di primavera. Un giorno noioso se non per l'incontro con un insopportabile sconosciuto che mi cambiò la vita.

 

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Angolo dell'autrice:

Vi presento il prologo dela mia storia.

Che dire? Spero che vi piaccia e che recensiate in molti così da farmi continuare con entusiasmo.

Baci...C:

P.s.:i nomi dei capitoli sono canzoni degli anni '60..per esempio questa è di Bob Dylan.