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Autore: _Misaki    14/01/2012    1 recensioni
''Ho provato a dimenticarmi di quel suo sorriso così spontaneo, ma che posso farci se mi torna sempre in mente? Che posso farci se fa male?''
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Donghae, Han Geng, Heechul, Leeteuk, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Tuo, Heechul.
Finito di leggere per più di due volte quella lettera, non posso far altro che restare ipnotizzato da quel foglio bianco, sovrastato da così poco parole, che esprimono così tanti sentimenti.
Non ho mai pensato fosse possbile che Chul, il mio adorato Chul, nascondesse tutto questo. Ogni volta che lo chiamo è sempre così allegro, mi dice che si diverte, che è sempre fuori con Donghae e gli altri. Erano tutte fandonie, quindi. 
Rimembro ancora con molta chiarezza il giorno della mia partenza. Lui non ha smesso di sorridermi neanche per un attimo, ha sempre tenuto il mio braccio incrociato al suo, mentre guardava la strada davanti a noi. Pochi minuti prima di fare l'imbarco, si era asciugato una lacrima con la manica della sua felpa rosa. A una qualsiasi persona poteva sembrare una ragazzina piagnucolosa che veniva lasciata dal ragazzo, invece eravamo due migliori amici che si dicevano un arrivederci, quasi sperato. 
Quando arrivai in Cina non mi scrisse, nè rispose alle mie chiamate per qualche giorno, che, senza la sua presenza, mi sembrò un tempo infinito. Esattamente quattro giorni dopo il mio arrivo, aveva deciso di chiamarmi, di dirmi che stava bene, che non c'erano molte novità e tutto il resto. Non ci siamo mai detti cose come 'mi manchi' o 'ti voglio bene', non per telefono. Oltre ad essere imbarazzante, era anche strano farlo. 
Ho ancora in mano la sua lettera, quando decido di farmi una doccia, così da far scivolare via insieme all'acqua anche i miei mille pensieri.
Nonostante l'acqua tiepida che mi picchietta sulla pelle sia davvero rilassante, non faccio altro che pensare a lui e, di conseguenza, torno ad essere nervoso.
Esco e mi ritrovo nell'afoso bagno di casa, freddo, ma accogliente. 
Ancora con l'asciugamano stretto alla vita, mi fermo a fissare il tavolo, dove prima ho poggiato con molta delicatezza la lettera di Chul. Deve averci pensato molto prima di scrivere quelle parole. Forse è stato addirittura male nel rivelarlo a me, il suo Hankyung. Così anche lui ha passato intere notti a piangere, come me. Per le prime settimane in Cina ho dormito con una delle sue magliette intorcigliata a me, così da sentire il suo profumo, come se fosse nel letto affianco a me; non gli ho ancora detto che ce l'ho io quella maglietta bianca.
Mi volto verso l'orologio della cucina, sono a malapena le 11. Senza neanche valutare la situazione, mi ritrovo a guardare sul mio computer dei voli per Seoul. 
Sono tornato a casa perchè i miei genitori hanno trovato lavoro qui, perciò, essendo cinesi, hanno ben pensato di tornare in patria e di questo non posso dargli colpe o altro, ma ammetto che una parte di me, la più importante è ancora lì, con lui, dentro di lui. A scuola vado abbastanza bene, non posso lamentarmi, sono sempre andato bene, infatti, quando ho dovuto ripetere l'anno, l'ho fatto solo per poter restare al suo fianco. C'è un volo a mezzogiorno. Spengo il pc, che metto dentro la custodia apposita. Corro nella mia stanza e prendo vestiti, scarpe e mi metto le prime cose che capitano. Arrivo in bagno e prendo il mio spazzolino nuovo, un asciugamano bianco e cerco di dare una sistemata ai miei capelli biondi. 
Mi precipito fuori di casa e raggiungo i miei genitori nel loro ristorante, non dico molto se non che mi servono soldi e che devo prendere un volo per la Corea, immediatamente. Per arrivare in aereoporto servono quindici minuti, perciò ho poco da esitare. 
- Vai a trovare Heechul? -
Mia madre colpisce sempre nel segno, non capisco neanche come faccia. Ma non è questo ciò che importa. 
- Si, mamma. Ho un volo tra poco, ma sono a corto di soldi e.. -
- Ti accompagna tuo padre, così non farai tardi. - 
Amo la mia famiglia e il loro modo di preoccuparsi per me, come io mi preoccupo per loro. Non so perchè non ho risposto a Chul, infondo, non so neanche cosa sto facendo. Sto per partire per incontrarlo, a sua insaputa, senza aver la minima idea di cosa dirgli appena lo vedrò.
Salgo in macchina e dopo poco arrivo all'aereoporto. Mio padre mi porge abbastanza soldi da affittare addirittura un appartamento, ma a me non serviranno, ovviamente. Ho preso con me anche il portafogli, che estraggo immediatamente dalla borsa, non appena arrivo alla reception. Prenoto per il volo, che faccio in tempo a prendere. Sono nervoso, credo che chiunque sull'aereo lo possa notare. Mi sudano le mani e non riesco a fermare il ticchettio delle mie mani sulla mia gamba. 


Eccomi. Sono di fronte alla porta a cui ho detto addio sette mesi fa. Busso, forse troppo insistentemente. So che Chul si potrebbe infastidire per questo, ma c'è come una forza che mi spinge a continuare a bussare a quella porta che mi separa da lui. 
Arrivo.
E' la sua voce, Dio, come mi è mancata.
Durante tutto il viaggio ho pensato a moltissime cose: cosa dire, cosa fare. Ma non sono riuscito a trovare una risposta, finchè non ha aperto quella porta e ho visto quanta bellezza sprigiona, nonostante gli abiti stropicciati e che emanano un forte odore di alcol. In un primo momento ha lo sguardo basso, ma non appena lo alza sui miei occhi esplodo e mi aggrappo a lui. Gli dò una busta, ma gli dico di non aprirla, non ancora. Poi, senza curarmi dei nostri orribili vestiti, lo prendo per il polso, poi per la mano e lo trascino proprio in quel posto magico, il nostro posto. Quello stanzino in mezzo alle piante, che abbiamo scoperto un giorno per sbaglio. Non mi fa domande, finchè arriviamo. 
- Perchè mi hai portato qui? -
Cerca di mostrarsi duro, ma nei suoi occhi riesco a leggere la curiosità e la felicità. 
- Chul.. - Ripeto, visto che avevo pronunciato il suo nome giusto qualche secondo prima. - ..Mi sei mancato. - Ho già detto anche questo.
Vedo il suo viso arrossarsi leggermente ed è ancora più bello di prima. Non capisco perchè, ma ogni volta che si tratta di lui non posso fermare il battito accellerato nel mio petto, che forse nasconde più di quanto penso. Sono sempre stato infastidito dalle ragazze che gli giravano intorno, non è che io.. ? La nostra prima volta, quella dove entrambi siamo 'diventati uomini' se così si può dire, mentre le ragazze di turno si riposavano per i fatti appena accaduti, ricordo di aver allungato una mano al di sotto della tenda che ci separava, in cerca della sua mano, che, dopo poco, si incontrò e si intrecciò con la mia. In quel momento avrei preferito essere da solo con lui, che avere una ragazza la cui bellezza non si avvicinava nemmeno a quella del mio Heechul. Ma allora è vero che io.. ?
Ho troppi pensieri in testa.
- Su, apri la busta. -
Al suo interno c'è un cd. E non un cd qualsiasi. Sono io che canto, anche se non penso di essere così bravo, lui mi ha sempre detto di amare la mia voce, così ho chiesto ad un mio amico di farmi registrare la nostra canzone, quella che ascoltavamo sempre insieme. Avevo intenzione di spedirglielo, ma a quanto pare il mio istinto mi diceva che dovevo farlo di persona, che avrebbe avuto più valore. 
- Gr.. - Si avventa su di me, incrociando le sue braccia al mio collo, mentre io lo tengo per quei fianchi stretti. - ..Grazie. -
Oddio, è così, allora. 
Ho sempre avuto qualche dubbio, ma non mi sono mai posto, comunque, questo problema, che poi problema non è. Io sono.. Innamorato di Heechul? Il primo amico che ho avuto dopo il mio arrivo a Seoul e con cui ho condiviso per cinque anni praticamente tutto? Più lo guardo e più mi convinco che sia proprio così. 
- Eccoti, Chul. Non riuscivo a trovarti a casa. - 
Donghae? Come sa di questo posto?
- Hangeng! - Urla, prima di avvicinarsi e salutarmi come si deve con un leggero abbraccio, si può notare la differenza tra i miei abbracci con lui e quelli con altri amici. E' immensa.
Dallo stesso cespuglio, spuntano Leeteuk e Siwon. Cerco di nascondere al meglio il fatto che vorrei urlare contro ognuno di loro; voglio dire, ho preso un volo dell'ultimo minuto per rivedere lui e invece scopro che il nostro posto, ora è il posto di tutti loro. Anche gli altri due mi stringono e mi chiedono come sto e cose varie. 
Il mio sguardo non si sposta mai da lui ed ho l'impressione che sia lo stesso.
- Quindi oggi possiamo andare a ballare tutti insieme, no? -
- Ma ci siamo già andati ieri.. - Dice Chul con un filo di voce.
- Si, ma non credo ti dispiaccia, visto quanto hai rimorchiato ieri notte, Chul! - 
Rimango spiazzato; che ha detto Leeteuk? Vedo i suoi occhi sgranarsi, come se avesse appena detto una monelleria che ha fatto un bambino a sua madre. 
- Vengo volentieri. - Dico per interrompere quel silenzio divenuto ormai imbarazzante.


Ho sistemato la mia roba nella mia stanza. Heechul si sta vestendo, mentre io mi dirigo in bagno, già vestito, per mettermi a posto con i capelli e il profumo. Voglio risultare al meglio. 
Dopo quanto è successo ho cercato di evitare il suo sguardo, che, inmancabilmente, cercava il mio. Forse è crudele da parte mia farlo. Sento una melodia provenire dalla nostra stanza, è il mio cd. Ha iniziato a cantare anche lui, capisco che sta sorridendo, lo percepisco.  Allora basta evitarci, non resisto più, d'altronde.
Mi avvicino a lui, prendendo con spontaneità la sua mano, che giace sul suo letto, insieme a lui. Poi decido di sdraiarmi al suo fianco, nel suo letto, come quando ci raccontavamo cosa era successo durante l'assenza dell'altro, anche se non c'era molto da dire, visto che eravamo inseparabili.
- Non c'è bisogno di andare a ballare.. Se non vuoi.. -
L'unica cosa che voglio è poter stare su questo letto con lui e dirci ogni minima cosa sia successa, magari anche toccando quelle labbra sensuali e carnose.
- Fgurati e poi lo sai che mi piace ballare. - Gli mostro un sorriso rassicurante. - Tranquillo, non ti lascerò per tutta la notte, sono qui per te. - 
Senza spettare una sua risposta, mi volto verso di lui e, alzandomi di poco e scendendo sul suo petto, tocco quelle labbra con le mie in un bacio accennato. Un bacio tanto per togliermi dalla mente l'idea di non poter toccare quelle labbra mai più.
Noto che sta per dire qualcosa, ma non sono ancora pronto a tutto questo, credo.
Balliamo, per tutta la notte e non mi separo mai dalla sua figura. 
- Mh, scusa? - Una ragazzina dai capelli corvini ci si avvicina, con aria imbarazzata e nervosa. Sta per succedere. -  Balleresti con me? - 
Heechul mi guarda, come se io dovessi scegliere la sua risposta. Ma non dico nulla, restando serio. 
- Avanti, Kyung, tu balli con me! - Siwon mi prende per un braccio, costringendomi a lasciare la mano di Chul, che tenevo stretta a me dall'inizio della serata.


Non riesco più a trovarlo.
Ho bisogno di rinfrescarmi, così vado nel bagno. Ho sempre pensato che fosse fastidioso andare nei bagni delle discoteche, perchè ci sono sempre coppiette appartate, ma in questo caso ne ho davvero bisogno. Rimango perplesso da quel che vedo, anzi, più che perplesso, rimango col cuore infranto. Non ora che mi sono accorto di amarlo, non ora.
Quella ragazza ha fatto poggiare Chul di spalle al muro e, mentre gli tiene stretta la maglietta tra le mani, si alza in punta di piedi per poter abusare di quelle labbra. Loro mi appartengono. Lui mi appartiene. 
Senza badare ad altro, mi getto su di loro, spostando il volto della ragazza. 
- Scusa, carina, ma adesso Chul Oppa viene con me. - Cerco di imitare una voce femminile, sorridendo aspramente.
Ha osato toccare ciò che è mio, per questo non credo di poter restare ancora in quella stanza in sua presena, la riempirei di insulti e non è ciò che voglio. Non sono quel genere di persona. Lo prendo sottobraccio e lo conduco fuori dalla discoteca, nel retro, per l'esattezza.
- Che stavi facendo? -
- Non mi sembrava ti importasse il fatto che rimorchio, visto come hai reagito prima. -
In effetti non ho mostrato molto interesse, ma solo esternamente.
- Non puoi permettere alla gente di toccarti. L'unica persona che può farlo sono io! .-
Mi rendo conto solo guardando la sua espressione sorpresa che ciò che ho detto è abbastanza strano. Molto strano.
- Perchè credi che io sia qui? Se pensi che io possa tornare qui dalla Cina senza provare nulla per te dopo aver letto quella lettera, ti stai sbagliando. -
- L..la lettera. -
- Si, la lettera. -
Continuo a guardarlo negli occhi, quegli occhi scuri ed intensi, pieni d'amore ed anche di curiosità.
- Poi scopro che il nostro posto, non è più solo nostro e che cosa dovrei pensare? - Alzo un pò la voce e non è da me. - Non è difficile capire il perchè io stia impazzendo, sei tu il motivo. E' colpa tua se sono innamorato di te. -
Mi fiondo su quelle labbra schiuse per le mie parole, non ho detto poco. Ho rivelato i miei sentimenti ed anche involontariamente. La sua lingua è calda e, insieme alla mia, scopro di desiderarlo, di bramare quel ragazzo che ho sempre amato inconsciamente.
- Andiamo a casa.. -  
  
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