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Autore: _eco    14/01/2012    6 recensioni
Una bambina non può capire. Una bambina di otto anni pensa alla coroncina di rametti e foglioline che le è stata posta sul capo, che l’ha eletta “campionessa di campana dell’anno”, e che lei ha trovato incredibilmente preziosa nella sua semplicità.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trinkets
 



 

"Qui giace Caroline Forbes…
 
 
I cimiteri non sono mai piaciuti a Caroline: troppa desolazione e solitudine, troppo grigiore e dolore. Persone come Elena hanno trovato in luoghi simili un posto sicuro, di conforto, un modo per tenersi aggrappati a coloro che non ci sono più stando con le spalle contro una lapide di pietra e un quadernetto di cuoio sulle ginocchia.
 
…capitano delle cheerleader, miss Mystic Falls…
 
Dei funerali, Caroline, conserva solo brutti ricordi: abiti scuri, capelli legati in una coda di cavallo, occhi lucidi, spaesati, manina sottile stretta da quella tremante della mamma e da quella più salda del papà. Incoscienza, innocenza, incomprensione.
 
…campionessa di campana in terza elementare…
 
Una bambina non può capire. Una bambina di otto anni pensa alla coroncina di rametti e foglioline che le è stata posta sul capo, che l’ha eletta “campionessa di campana dell’anno”, e che lei ha trovato incredibilmente preziosa nella sua semplicità. Elena e Bonnie l'avevano realizzata con precisione e impegno: non poteva che essere bella, per la piccola Caroline.
Dei funerali, Caroline ama soltanto il profumo delle rose fresche, le corolle variopinte dei mazzi di fiori, il profumo della terra bagnata e smossa.
 
…amica, figlia…
 
Ne ha adagiato una, di rosa, sul mogano della tomba della nonna. Una rosa gialla, come piacevano a lei; un colore troppo acceso e vivace per un funerale, ma, quando Caroline l’aveva avvistata dal fiorista, ne era rimasta affascinata e aveva subito pensato che alla nonna sarebbe piaciuta da matti.
 
…ambiziosa, ragazzaccia, a volte, senza offesa…
 
Così, anche quella volta, a soli otto anni di età, con qualche fermaglino di troppo fra i capelli, si era distinta fra il grigiore delle lapidi e il nero degli abiti.
 
…aveva diciassette anni…
 
Quel giorno, la piccola Caroline aveva visto una lapide bianca, pura, che spiccava fra le altre per quel colore tanto candido quanto la neve. E tanti ninnoli, peluche, giocattoli di legno intorno, un piccolo praticello sintetico, un basso recinto di ferro battuto. Una reggia.
C’era qualcosa di malinconico nel modo in cui i fantocci di stoffa la fissavano da lì, rinchiusi nella gabbia di ferro, inumiditi dalla pioggia. Sembravano implorarla di sfiorarli, anche solo per un attimo, di stringerli al petto, tanto per poter udire il lento e confortante battito di un ingenuo cuoricino.
 
…stava vivendo una vita bellissima…
 
Così Caroline ha pensato di voler anche lei una reggia: ha svuotato un baule di velluto rosa e vi ha raccolto tutti gli oggetti, i ninnoli, i cimeli più importanti della vecchia Caroline. Una malconcia coroncina – che di coroncina ha ormai ben poco – di rametti e foglioline rinsecchite, un diadema di brillanti – il diadema che ha sempre desiderato –, un fascicolo di letterine a Babbo Natale, la fotografia di una ragazza avvolta in un abito verde acqua che scende elegante dalle scale di casa Lockwood. E un bracciale.
Un braccialetto di poco conto, per dirla tutta, con il cinturino robusto e solido, e piccoli ciondoli che tintinnano fra loro.
 
…quindi, che lei riposi in pace…
 
L’aveva perso, da ragazzina, un braccialetto simile.
Tyler deve averlo riconosciuto, ne è sicura, quando ne ha visto uno tanto somigliante esposto nella vetrina della gioielleria. Per questo gliel’ha regalato.
Caroline amava indossarlo, ascoltando i tintinnii dei ciondoli che cozzavano fra loro, e sentendosi una piccola donna. Una principessa.
Ecco che la sua attenzione è catturata da alcuni luccichii: il sole si abbatte su un altro prezioso gioiello. Raffinato, elegante, delicato.
Da donna e non da ragazzina.
Diamanti e non ciondoli.
Luccichii e non tintinnii.
Forse è ora di lasciar andare l’affetto sconfinato per quel ragazzaccio dalla chioma scura insieme alla ragazzina che amava far giravolte solo per sentire il tamburellare di qualche povero ciondolo sul polso.
 
…affinché tu possa andare avanti."*
 
Forse è ora di rendere quel braccialetto simbolo di un passato ormai lontano.
Caroline gira la piccola chiave all’interno del lucchetto una terza volta.
E’ più facile nascondere ciò che non si ha il coraggio di dimenticare del tutto.
Abbandonato sulla scrivania, il braccialetto di Klaus continua a brillare di bellezza. Bellezza vera. Bellezza infinita. Ma Caroline non sa dire se sia pronta a sostituire tutti i ricordi legati ad ogni singolo oggetto con un freddo e prezioso bracciale di diamanti.


Angolo autrice: Non mi trattengo molto a commentare la puntata o la shot, anche se mi piacerebbe.
Ho deciso, dopo un paio di riflessioni, di non affrontare una Tyroline o una Klaroline (che ancora devo assimilare ._.), ma di parlare soltanto di Caroline.
Ho letto che il braccialetto che Klaus regala a Caroline simboleggia l'infinito, e la trovo una tesi davvero interessante.
Da piccola, e ancora adesso, quando mi capita di andare al cimitero, mi soffermo sempre a fissare le lapidi dei bimbi. E mi prende un'angoscia tremenda, un senso di tenerezza, d'ingiustizia per quei piccoli che sono stati strappati troppo presto dalla vita.
Perdonate l'impostazione pessima del testo e anche il contenuto poco sensato.
*: dialogo tratto dalla 3*11. Meraviglioso dialogo, oserei dire. <3 Saluti.
S.

  
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