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Autore: Izumi V    15/01/2012    12 recensioni
Era bello anche solo stare lì con lui, spalla contro spalla.
Senza alcun pensiero.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non so proprio da dove mi sia venuta fuori…ma il risultato non mi sembra tanto male!
Tra l’altro, mi pare significativo il fatto che questa sia la mia prima fic non Goku/Bulma! O meglio, Goku/Bulma ma solo come amici… Urca!
Beh, vi lascio alla letturaXD

 

Chiacchierando sotto le stelle

 
 
Nessuno avrebbe saputo dire come era nato tutto quanto, sta di fatto che ad uno dei loro soliti pranzi di rimpatriata, qualcuno aveva gridato nella mischia: -Perché non andiamo tutti insieme in campeggio questo week-end?-
Detto fatto.
Dopotutto, da quando Majin Bu era stato sconfitto, la Terra poteva dirsi finalmente in pace e –ammettiamolo- la noia cominciava a farsi sentire.
Così, Oscar, Puar e Yamcha si erano occupati di tende, fornellini, pentolini, piattini e posatine.
Goten e Trunks… loro portavano tutta la loro energia si scatenati marmocchi.
Il Genio aveva preso la scorta di riviste porno.
Bulma si era preoccupata di fare la spesa.
Goku… beh, l’unico compito di Goku era quello di non mangiarsi tutto prima della cena.
Chichi? Chichi rimaneva a casa…doveva essere sicura che Gohan studiasse per gli esami dell’università.
Gohan? Fingeva di studiare mentre in realtà preparava un piano per correre da Videl.
Vegeta…bisogna chiederlo?
-In campeggio?! Ma mi avete preso per una femminuccia forse? Stupidi terrestri…-
Sì, Vegeta aveva risposto così, escludendo ovviamente la sua famiglia dalla categoria ‘stupidi’ in cui spiccava, al primo posto, il caro Kaaroth.
 
E così erano partiti in otto, in un clima di totale allegria e relax.
Se non fosse stato per i due piccolini, sembrava di essere tornati indietro nel tempo: alle avventure di quando Goku era bambino. Peccato che ora fosse alto un metro e mezzo in più, con una dose di muscoli aggiuntivi e senza coda. E tutti avevano qualche annetto in più sulle spalle.
Bulma sospirò, malinconica.
-Bei tempi, quelli…- Mormorò con un mezzo sorriso sulle labbra.
Era sera tarda, tutti erano andati a dormire nella rispettiva tenda. Lei invece si godeva il fuoco che scemava pian piano, riducendosi a uno strato incandescente di braci.
Alzò lo sguardo verso le stelle che avevano fatto capolino pian piano, fino a tappezzare il cielo blu, profondo come l’oceano.
Con il crepitare della fiamma e il sussurro del silenzio, le sembrava quasi impossibile che ci fosse tanto male nel mondo.
Di avventure che glielo avessero dimostrato ne aveva vissute tante. Eppure…eppure era stato impossibile per lei abbracciare del tutto l’idea, soprattutto perché al suo fianco c’era sempre stato Goku. Lui le infondeva fiducia e coraggio solo con la sua presenza, ed era convinta che ciò non fosse dovuto solo alla sua forza fisica.
Toh, parli del diavolo…
 
-Bulma! Che ci fai ancora alzata? Non vai a dormire?- Chiese allegramente il sayan, comparendo chissà da dove.
-E tu da dove sbuchi?-
-Ero andato a fare la pipì eheheh- ridacchiò.
La ragazza gli sorrise di rimando, non riuscendo nemmeno ad arrabbiarsi alla sua mancanza di finezza. Più per l’abitudine che per altro, s’intende.
-Non ho voglia di dormire adesso. C’è un così bello spettacolo qui- Mormorò, abbassando di nuovo il tono della voce come se avesse paura di turbare l’armonia che regnava in quel bosco.
Goku non le rispose, ma sollevò il viso seguendo il suo esempio.
-Urc….aaah!- Esclamò, cadendo all’indietro perché si era sbilanciato troppo.
-Il solito cretino…non urlare, che svegli gli altri!- Gli intimò Bulma, osservandolo divertita mentre si raddrizzava mettendosi seduto al suo fianco.
Era bello anche solo stare lì con lui, spalla contro spalla.
Senza alcun pensiero.
Era bello averlo come amico.
-Yawwwn!- Goku si stiracchiò, sdraiandosi poi con la testa sulle sue gambe.
-Oooh, così è più comodo!- Disse soddisfatto, incrociando le braccia al petto e concentrandosi solo sui puntini luminosi che brillavano in cielo.
Bulma cominciò ad accarezzargli distrattamente i capelli, come un antistress.
Pensava.
A volte, l’amico le sembrava più sayan di quanto non lo fosse Vegeta. Dal punto di vista dell’ottusità soprattutto. Sorrise tra sé e sé, cercando di non farsi sentire.
E’ che Goku, effettivamente, sembrava vivere solo per combattere e mangiare. Non che Vegeta fosse tanto diverso, però i loro momenti di dolcezza non erano certo trascurabili. E poi, suo marito si dimostrava sempre molto orgoglioso di Trunks, sia per la sua abilità nel combattimento sia per la sua intelligenza.
La sfortuna dell’altro, forse, era stata quella di non essere presente durante i primi anni di vita di Goten e quelli dell’adolescenza di Gohan. Dopotutto, sono momenti importanti da condividere tra padre e figlio.
Che cosa strana.
-A che pensi?- Le chiese Goku d’un tratto, spostando lo sguardo sui suoi occhi blu.
-A niente!- Si affrettò a rispondere lei, arrossendo.
-Bugia!- Cantilenò allora, ridendo.
Bulma sospirò di nuovo.
-Beh…mi chiedevo…se non ti è mancato passare più tempo coi tuoi figli…- Anche questo lo disse a bassa voce. Doveva ammetterlo, temeva di ferirlo.
Goku la fissò dapprima stranito, poi la sua espressione si fece seria.
-Certo- La sua voce in quel momento le sembrava particolarmente profonda, come quando era serio o arrabbiato.
-T…ti sei offeso?-
Stavolta però lui rise di gusto: -Io offeso! Ahaha no…anzi… hai ragione…-
-Che vuoi dire?-
Goku mantenne un secondo il silenzio, sembrava stesse pensando intensamente alla risposta da dare, come se soppesasse ogni singola parola.
Allungò un braccio in alto, aprendo una mano verso il cielo. Poi la richiuse, come a voler intrappolare una stella nel pugno.
-Non credo che a loro sia andata così male-
-Ma che ti salta in mente! Come puoi pensarla così?!-
-Che differenza avrei potuto fare io? Chichi già mi sgridava sempre quando c’era solo Gohan, figuriamoci così…diciamo che sono venuti su molto bene anche senza il mio intervento- Sorrideva, ma era un sorriso un po’ amaro.
Bulma spostò la mano dai capelli al suo viso, gli accarezzò una guancia.
-Sei uno scemo!- e gli tirò uno schiaffetto. –Forse non gli avrai mai fatto grandi discorsi paterni…Gohan non ti ha parlato della sua prima cotta, tu non hai dovuto spiegargli come nascono i bambini…magari non lo farai nemmeno con Goten…però nel frattempo non tutto è andato perso-
-In che senso scusa?-
-Goku tu sei essenziale per quello che sei. Perché sei un eroe, sei un sayan e sei un uomo. Sei un padre e un amico. Sei tutto in una volta sola. Sei un modello per i tuoi figli, anche se non sempre te lo dicono. Goten forse è troppo piccolo ancora, e ha visto troppo poco. Mentre Gohan adesso è troppo grande…ma ti ricordi? Ti ricordi quando lui era ancora un bambino, e noi eravamo tutti su Namecc per affrontare Freezer? Ti ricordi che non faceva altro che aspettare il tuo arrivo e darti forza quando gli parevi in difficoltà? Ti ricordi che preferiva farsi allenare da te piuttosto che studiare?-
Goku intanto ascoltava, rifletteva, ricordava.
-Sì, ricordo…- disse infine, con un vero sorriso dipinto sul volto.
Si issò a sedere e le schioccò un bacio sulla guancia.
-Ehhh, io lo sapevo che dovevo sposare te!- Sospirò, con un finto tono affranto.
Bulma arrossì vistosamente.
-Idiot…-
-Papà?-
Sia Bulma, che aveva lasciato il suo insulto a metà, sia Goku si voltarono sorpresi verso una delle tende, da cui faceva capolino il visetto assonnato di Goten. Quest’ultimo uscì gattonando fino ad arrivare alle spalle del padre.
-Goten! Come mai sei sveglio?- Domandò lui, sudando freddo. Sperò che non avesse ascoltato tutta la conversazione, soprattutto l’ultima parte…
-Non lo so…voglio dormire con te!-
-E Trunks?-
-Trunks è nella tenda, ma io voglio dormire con te stanotte- Insistette il bimbo, bofonchiando con la voce impastata di sonno.
Goku sorrise con dolcezza. –D’accordo! Allora filiamo a dormire!- Prese il figlio in braccio e si infilò nella prima tenda libera. Prima di andarsene, diede un ultimo sguardo a Bulma, rifilandole l’occhiolino della buonanotte.
Lei gli fece una linguaccia.
Era di nuovo sola, sotto le stelle.
-Ah, se non ci fossi io…-
 
 


  
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