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Autore: Rostislav    15/01/2012    0 recensioni
Snake e Otacon hanno fondato la Philanthropy, un'organizzazione indipendente dedita a combattere i vari Metal Gear. Questa gli indizi li porta in un posto molto freddo...
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Groenlandia

La fredda tempesta di neve non permetteva al CH-47 di muoversi in assoluta libertà. La visibilità pari a zero poi, complicava non poco le cose. Manovrare un bestione simile è un impresa di cui pochi piloti sono capaci e Otacon è rientra perfettamente in quella categoria. Nonostante il suo era solo un allenamento VR era abile quanto un pilota professionista. Il problema della visibilità era risolto con il navigatore GPS-soliton, un miscuglio tra il GPS normale e il radar soliton installato nel codec di Solid Snake. Il navigatore mostrava le immagini via satellite e la posizione in tempo reale, mostrando anche i vari edifici, veicoli e velivoli presenti in zona.

Solid Snake, seduto su uno dei sediolini per i passeggeri e respirava l’ossigeno puro, pronto per un lancio dall’elicottero. L’ossigeno era indispensabile per non perdere conoscenza nel volo. Morire di ipossia durante il volo non era una delle cose piacevoli, l’ossigeno puro serviva a liberare i vasi sanguigni. La mente libera da ogni pensiero, libera dai dispiaceri e dal

destino. Prima di ogni lancio tutti paracadutisti eseguono medesime operazioni per rilassare la mente e controllare e ricontrollare la propria attrezzatura. Non avendo un compagno che poteva controllare l’attrezzatura dell’agente, era obbligato a farlo da solo, sempre se non voleva rischiare un guasto e una morte certa.

  • Snake, mancano trenta minuti. Ti avverto che con questa tempesta non puoi eseguire un lancio HALO, dovrò scendere fino alla superficie.- comunicò Otacon con il Codec. Il lancio HALO (High Altitude Low Opening) era la variante del classico lancio HAHO (High Altitude High Opening), il soggetto si lanciava da un altezza di circa otto mila metri e l’apertura del paracadute avveniva a ottocento metri dal suolo. L’altezza del velivolo permette ai radar nemici di individuarlo.

  • Grazie per avermi avvertito adesso, dopo che mi sono preparato e controllato il paracadute e dopo una bombola di ossigeno. Non mi dirai che avrò le armi PSP?- domandò Snake con un certo sarcasmo e fastidio

  • No, quello no. Avrai una pistola Mark 23, ormai sei abituato credo, e un fucile VSS-Vintorez. Tra gli accessori hai un visore termico, un visore notturno e il binocolo. Il tutto si trova nell’armadietto alla tua destra.

Snake si tolse il paracadute, la maschera d’ossigeno e apri l’armadietto metallico alla sua destra. In un zaino nero si trovavano i visori, il binocolo e il fucile da precisione mentre la pistola era infoderata e pronta per essere indossata. Controllo il fucile ripiegato dentro lo zaino, un VSS-Vintorez automatico di fabbricazione Russa, munito di un silenziatore. Le dimensioni ridotte, la velocità di fuoco e la sua silenziosità, rendevano questo piccolo gioiello il preferito dello Spetsnaz negli assalti urbani. L’unica pecca risiedeva nella sua gittata, che si fermava ai cinquecento metri. In Groenlandia era un arma perfetta a breve distanza, alla quale Snake doveva restare anche non volendo, visto che la visibilità non permetteva di più.

  • Snake, ti ho inviato la mappa della base, la mappa ci è stata gentilmente data dall’informatore. Quindi non sperare di trovarci tutte le stanze, molte non saranno visibili forse. Insomma, non affidarti troppo a quella mappa.

  • Bene, grazie dell’informazione. Quanto manca?- chiese l’agente

  • Dieci minuti, preparati, starai completamente solo. Siamo fortunati che il Codec funziona con le frequenze più basse di quelle utilizzate dall’esercito, cosi possiamo comunicare liberamente.

  • Di la verità, ti mancherò cosi tanto da farmi chiamare ogni cinque minuti?

  • Non scherzare. Siamo fortunati a non essere sulle frequenze ELF, a meno che non abbiano dei rilevatori del Codec.

Snake non rispose, preferiva spendere gli ultimi dieci minuti a controllare le armi e le munizioni. La Heckler & Koch Mark 23 Socom era una pistola tedesca per l’eccellenza. Semiautomatica, calibro 45 con una capacità di caricatore di dodici colpi e con una gittata di cinquanta metri era una delle pistole più utilizzate, ed era la pistola che Solid conosceva bene. L’operazione sull’isola di Shadow Moses infatti, fu combattuta proprio con quella pistola, accompagnata da un FAMAS-F1.

L’elicottero atterrò in mezzo alla neve e riparti appena Snake scese sul suolo ghiacciato della Groenlandia. L’agente si trovava a un kilometro dalla montagna, ma un kilometro camminato nella neve che arriva alle ginocchia e con il vento che taglia il viso come una lama non rendeva questo kilometro lungo e difficile da percorrere. Il tempo che calcolato da Snake per percorrere il kilometro che lo separava dal monte era di due ore, forse poco meno. Secondo le coordinate, l’entrata nella base del Metal Gear era a quattrocento metri dai piedi del monte. Quindi valeva a dire, altre tre ore di marcia ininterrotta.

  • Sono Snake, Otacon mi ricevi?- chiese Snake attraverso il Codec

  • Forte e chiaro, rimarrò nei paraggi, tra quanto pensi di arrivare alla base?

  • Calcolando la velocità con la quale mi sposto, credo tra cinque ore. Sempre se non ci saranno gli imprevisti. Fortuna che le nanomacchine funzionano ancora e tengono il mio corpo a temperatura ottimale. – disse Snake proseguendo per la neve

  • Eh già, la tecnologia aiuta se utilizzata bene. Ah, quasi dimenticavo, appena arrivi alla base dovrai contattare il nostro informatore. La sua frequenza è 103.85.

  • Messaggio ricevuto.

La tempesta di neve diventava sempre più lieve, fino a scomparire del tutto. Erano passate due ore da quando Solid era atterrato nelle fredde terre della Groenlandia e aveva raggiunto i piedi della montagna. Maestosa come un monte alto più di sei mila metri sa essere, il suo colore bianco lo faceva apparire più grande di ciò che era. Cercare a vuoto l’ingresso in quel muro bianco sarebbe stata un impresa inutile e richiedeva troppo tempo. Era il momento di accendere il Codec per visualizzare la mappa, ma nemmeno quello mostrava ancora niente. Era molto più in alto l’ingresso segnalato e quindi senza perdere un minuto l’agente iniziò la salita. La densità dell’aria mischiata al freddo faceva si che respirare era sempre più complicata, a peggiorare le cose era anche l’altezza che aumentava di continuo, ma Snake era abituato a queste condizioni atmosferiche grazie alla sua permanenza in Alaska.

Dopo due ore di salita ininterrotta, il Codec produsse il solito rumore simile a quello di un radar. L’entrata della base era a meno di quattrocento metri dall’agente, e questo significava che tra non molto egli avrebbe incontrato le prime guardie. Si mise la visione notturna e cliccò sulla modalità “Visione termica”, che grazie alle nuove modifiche fatte da Otacon, individuava i nemici ad una distanza superiore quasi il doppio di quelle in dotazione all’esercito degli Stati Uniti. Poi con cura montò il VSS e iniziò a dirigersi cautamente all’ingresso segnalato.

Percorso duecento metri apparve la prima guardia, seduto su un cumulo di neve era impegnato a leggere un libro, senza prestare troppa attenzione al suo lavoro di guardia. Per sorpassarla e dirigersi nuovamente verso l’ingresso ci voleva troppo tempo e il rischio d’essere individuato dalle altre guardie era troppo, la miglior soluzione era eliminare la guardia e travestirsi per penetrare indisturbato dentro la base. Sdraiato a terra, l’occhio destro puntato nel visore ottico del fucile, l’agente fece una veloce perlustrazione della zona, assicurandosi che non ci fossero altre guardie appostate in giro. Accertatosi d’essere solo lui e la guardia, caricò il caricatore con i proiettili 9x39mm SP-5 subsonici sviluppati appositamente per il VSS Vintorez. Ora che l’obbiettivo era sotto tiro Solid iniziò a regolare il respiro e aspettare il momento più adatto, anche se la distanza era nulla, lui voleva fare centro sicuro. Calibrato il respiro e preso bene la mira, partì il colpo, la punta in tungsteno raggiunse la guardia in meno di un secondo e si conficco in mezzo agli occhi facendo scorrere parecchio sangue mandando a pezzi metà testa. I proiettili SP-5 avevano la capacità di penetrare l’acciaio puro a cento metri, a cinquecento metri diventavano praticamente inutili vista la poca potenza del fucile. A duecento metri però la testa di un essere umano coperta con il classico elmetto militare diventava burro. Il grande vantaggio di un VSS era la canna completamente avvolta nel silenziatore, che quindi produce rumori minimi e comunque impercettibili all’aperto.

Avvicinatosi cautamente al soldato appena ucciso, l’agente prese i vestiti del soldato e se li mise addosso. Poi velocemente smonto il VSS e lo rimontò nel zainetto che mise sulle spalle. Dopo lo sguardo cadde sul libro che la guardia stava leggendo “Quartine” di Omar Khayyam, prese il libro e lo aprì leggendo un pezzettino “Non ricordare il giorno trascorso //e non perderti in lacrime sul domani che viene: //su passato e futuro non fare affidamento // vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita.”.

  • Una quartina perfetta per quest’occasione.- pensò Snake

Dopo aver nascosto il cadavere nella neve l’invasore iniziò la sua camminata verso l’ingresso, con il passo calmo e deciso, quasi si trovasse in una città e non nella base nemica. L’ingresso era praticamente invisibile visto che le porte erano camuffate dai pezzi della montagna. All’ingresso c’era un’altra guardia, che, vedendo Snake lo saluto con un cenno e aprì la porta.

  • Più facile di quel che pensavo, ma è meglio non abbassare la guardia. Forse ci sono le camere di sorveglianza e se mi hanno visto, beh allora questa è una trappola e io ci sto cascando in pieno.- mille pensieri attraversarono la mente del serpente, ma nonostante la paura che questa sia una trappola era alta, continuò a camminare.

Si ritrovo in un lungo corridoio, con delle porte nei muri laterali. Il pavimento, costruito in gomma faceva sì che i passi dell’agente erano silenziosi come se egli stesse volando. L’odore era simile a quella di un ospedale, candeggina e altri detergenti erano cosi utilizzati che l’odore penetrava fin nel cervello e ci vollero alcuni minuti prima di abituarsi. Nel soffitto c’erano delle lampade, che emanavano una forte luce bianca prodotta dal gas nobile Xeno, che venendo a contatto con delle scariche elettriche produce la particolare luce bianca, simile a quella diurna. Man mano che l’agente proseguiva, la temperatura aumentava, fino a stabilizzarsi sui 25 °C. Arrivato in fondo al corridoio c’era un’altra porta, simile a quelle ai lati, ma con la scritta “F floor”. Quando Snake si avvicino alla porta essa si apri, rivelando una piccola città sotterranea al suo interno.

Osservato il Codec, l’infiltrato capì che si trovava in una base di proporzioni enormi, costruita su cinque piani, conteneva tutto ciò di cui i soldati avevano bisogno. Una casa, il campo d’addestramento, c’erano persino i bar. Insomma, una piccola città fatta apposta per i militari. Era inutile cercando di andare a vuoto alla ricerca dell’arma, aveva bisogno d’aiuto. Digitò, le coordinate nel Codec e chiamò il basista.

  • Qui Snake, qualcuno mi riceve?

  • Snake, ciao, aspettavo la tua chiamata. Mei ling mi ha avvisato che non ti saresti perso l’occasione per frugare in una base con un Metal Gear all’interno- disse il basista, la voce limpida e giovane facevano trasparire la sua giovane età, che confermo l’immagine apparsa sul piccolo schermo del Codec – Mi chiamo Brandon, lavoro su questa base da qualche anno ormai.

  • Capisco, - lo interruppe l’agente – senti, mi sapresti dire dove si trova il Metal Gear? Cosi ce ne andremo più in fretta da qui.

  • Se fosse cosi facile pensi che ti avremo chiamato? Le porte che portano al piano “A” sono tutte chiuse e a noi non è permesso entrarci.

  • Come fai a sapere che c’è un Metal Gear su quel piano allora?

  • Una volta siamo riusciti a passare con il nostro superiore. Lui dice che serve per uno scopo nobile, creare un mondo migliore. Tutte frottole, secondo me vuole imporre la propria supremazia grazie a quell’arma.

  • Creare un mondo migliore eh? Sembra che Liquid avesse dei seguaci. – disse sarcastico Snake continuando a camminare attraverso la città. – Allora come ci arriveremo al piano “A”?

  • Snake, tu ti trovi al piano “F” giusto?

  • Esatto

  • Allora incontriamoci nel bar all’est della città, si chiama “Old Snake”, ci vediamo li tra un ora.

  • Ricevuto. – risposte Snake chiudendo la conversazione e aprendo quella con Otacon – Otacon, mi ricevi? Sono dentro la base. E’ stato più facile del previsto.

  • Snake, bene, hai già contattato il basista?

  • Ci vedremo in un bar tra un ora per parlare a proposito del piano.

  • Bar?

  • Sembra strano, ma qui c’è come una città sotterranea nella quale vivono i soldati. Hanno ricreato una vera e propria città. Chissà da quanti anni esiste questo luogo. Ora chiudo.

Chiusa la conversazione, non restava che raggiungere il bar, che si trovava praticamente dall’altra parte della città. Girato a destra la città iniziò ad infittirsi di palazzi e di strade, che serpentine andavano a sperdersi a destra e a manca. Non mancavano i marciapiedi, le macchine parcheggiate ai bordi. Era una città nel vero senso della parola. I palazzi arrivavano ai venti metri d’altezza e ne mancavano altri venti prima di toccare il soffitto, sul quale erano appese grosse lampade al Xeno. Le persone camminavano tranquille sulle strade, uomini e donne vestiti da militari. Era come se quello fosse il loro mondo. Il mondo di un guerriero, forse il sogno di ogni mercenario.

L’unica cosa che mancava erano i bambini, non se ne vedeva nemmeno uno camminare per le vie. Questo faceva supporre che i soldati venivano reclutati per vivere un periodo di permanenza in quel luogo. Il bar era situato in una parte quasi abbandonata della città, una piccola locanda con un serpente posto sull’insegna, serpente morto.

  • Non è il massimo come insegna – pensò Snake entrando nel locale.

Entrato nel bar, Solid si trovò in uno dei posti più squallidi mai visitati prima d’ora. I muri erano tappezzati dalle foto di donne nude e di prigionieri torturati. L’aria era impregnata di sudore, sangue e vomito, insopportabile, penetrava le narici impossessandosi dei polmoni. Il barista era un tipo di mezza età, muscoloso come Rambo, e infondo, aveva qualche somiglianza. Sparsi qua e là, i clienti consumavano i loro pranzi o bevevano alcolici, incuranti dello squallore nel quale si trovavano. Il basista era uno di loro, ma non sarebbe stata una buona idea andare a chiederlo a tutti. Quindi impostato il Codec sula frequenza di Brandon, Snake iniziò a mandare il messaggio criptato in codice morse con il messaggio “Sono qui”, rappresentato da “---- --- -. --- --.- ..- ..”, la risposta arrivò dopo pochi secondi “--. .. .-. .- - ..” che stava per “girati”. Giratosi, l’infiltrato individuò l’uomo in fondo alla sala che gli fece un piccolo occhiolino. Giovane, di bell’aspetto, curato e privo di barba. Snake si sedette di fronte a Brandon e ordinò una birra al barista.

  • Piacere di conoscerti Snake, sei una leggenda.- disse Brandon porgendo la mano all’altro

  • Cosi dicono, ma per le persone chiunque fuori dalle regole diventa una leggenda, nel bene e nel male. Ma se non abbassi la voce, non lo sarò ancora per molto.

  • Scusa, è l’emozione a fare i brutti scherzi. Beviamo la birra, poi ci sposteremo in un luogo più sicuro.

Dopo aver finito la birra, che aveva un retrogusto di altre bibite bevute in precedenza dal bicchiere, i due uscirono dal locale. Le luci Xeno iniziavano a perdere l’intensità, erano regolate per spegnersi quasi del tutto durante il periodo notturno, da dare cosi l’idea di un passaggio giorno-notte continuo. Uno dei pochi modi per non perdere le cognizioni del tempo. I due percorsero quasi tutta la città, arrivando dalla parte opposta del bar. Piccoli palazzi, vecchi forse di dieci anni erano sparsi qua e là, mentre in mezzo c’era un parcheggio pieno di camion militari. Ogni cosa era morta qui, non c’era nessuno che passeggiava e l’unico rumore che si sentiva era quello dei altri quartieri.

Snake, seguendo Brandon arrivò in uno dei palazzi posti attorno al parcheggio. Salirono fino all’ultimo piano e lì l’infiltrato si trovo in un appartamento che assomigliava più ad un centro operativo di un qualche governo del terzo mondo. Computer sparsi su ogni tavolo, enormi monitor che mostravano l’intera città e altri piani della base, armi appoggiate vicino alla porta e tutto lungo i muri. La stanza era piena di persone indaffarate con i computer o con l’osservazione delle varie parti della città. Nessuno sulle prime s’accorse che i due erano entranti, quando un giovane di circa diciotto anni riconobbe il basista e si fece capire a tutti che era qui. Tutti si alzarono all’unisono e salutarono i due con un cenno militare.

  • Compagni, questo è l’uomo che l’impossibile lo rende possibile, ed è qui per aiutarci. L’eroe di Zanzibar Land, Outer Heaven e Shadow Moses, Solid Snake.- la presentazione sembrava più quella di un divo del cinema piuttosto che di un soldato. Gli altri lo guardavano come se fosse una leggenda vivente, che in effetti era. – Grez, Frey, Athom, preparate tutto per un briefing, dobbiamo fare il punto della situazione e spiegare tutto al nuovo arrivato. Tra poco sarà l’ora di agire, dov’è Viktoria?- chiese infine

  • Pattugliamento del quadrante Y, tornerà tra qualche ora.- rispose un uomo seduto dietro ad uno dei computer. Volto magro, capelli lunghi disordinati e quegli occhiali, era una copia di Otacon. L’uomo guardo Snake e si rimise a fissare lo schermo digitando codici incomprensibili.

In pochi istanti la stanza si oscurò e un grande proiettore mostrava uno sfondo bianco su un muro. Tutti i presenti dentro la stanza presero i propri posti, ad eccezione di Brandon, Grez, Frey e Athom, tutti imponenti. Il proiettore mostrò le prime immagini raffiguranti le mappe degli edifici , foto di vari veicoli. L’uomo con gli occhiali era rimasto dietro allo schermo del suo computer, incurante di ciò che stava succedendo.

  • Siamo qui per spiegare al nuovo arrivato il punto della situazione, quindi siete pregati non interrompere, ne di fare domande. Le uniche domande accettate sono di Snake. – iniziò Brandon con un tono minaccioso- Iniziamo dal principio, questa base nasce a metà degli anni settanta. Costruita su richiesta di Big Boss, la base doveva essere uno dei campi d’addestramento per le nuove reclute nel suo esercito, il comando fu affidato ad uno dei militari prediletti da Big Boss. Anni dopo però, questa base iniziò a diventare una vera e propria fortezza, qui si costruivano nuove armi sperimentali, qui venivano montati alcuni dei più importanti veicoli e velivoli da combattimento. Insomma, questo posto iniziò ad ampliarsi. Nel 1999, Big Boss viene ucciso da te Snake, ma già nel 1995 la perse quasi tutti contatti con la Fox Hound, erano divisi da degli ideali differenti, ma non erano nemici. Dopo la morte di Big Boss inizia la costruzione di una nuova arma, capace di lanciare un attacco nucleare o biologico da qualunque parte della terra. A differenza degli altri Metal Gear creati in precedenza però, questo doveva diventare l’arma definitiva.- le immagini mostravano alcune parti della macchina.- Il nome in codice assegnato a questa macchina è Metal Gear Tuhan, che vuol dire Dio. Credimi, è il nome che più si addice ad una macchina come quella. Come avrai notato, questa base è molto grande, quindi da solo hai poche possibilità di riuscire nella tua missione. Noi siamo un gruppo di soldati che non credono più nelle favole raccontate dal capo, vogliamo liberarci da questo mostro. Operiamo su ogni piano, quindi se vorrai spostarti non avrai difficoltà a farlo. Devi distruggere questa macchina, ma non puoi restare con questi abiti, non per molto, ti daremo una nuova tuta. La tua missione sarà quella di entrare dentro il Metal Gear e piazzare delle cariche all’interno, le nostre truppe ti aiuteranno se ti troverai in difficoltà…

  • Scusami, ma se siete cosi ben organizzati, perché non ci pensate voi a distruggerlo? Siete un numero abbastanza elevato, no?- chiese Snake interrompendo il basista

  • Il capo Edwyn, ha creato un gruppo di soldati chiamati Mongoose Troops, le nostre truppe non hanno possibilità. Tu, hai affrontato nemici ben peggiori e sei sempre uscito illeso. Questo è il motivo per cui ci serve la tua collaborazione, le nostre truppe saranno utili quando qua dentro si scatenerà una vera e propria guerra. Siamo cresciuti qui, siamo venuti con l’idea di libertà, con l’idea di militarismo. Nel mondo noi siamo considerati assassini, se invece vinciamo, siamo degli eroi. Arrivati qui però, ci siamo accorti, che qui la libertà è assente, con la copertura di una squadra mercenaria qui costruivano armi di distruzione di massa, qui venivano addestrati i soldati più sanguinari. Credi che gli Iracheni, Afghani, potevano creare tutti quegli attentati? Siamo stati noi, qui venivano addestrati tutti kamikaze.

  • Capisco, parlami un po’ di questi Mongoose…

  • Si, allora le Mongoose Troops sono un gruppo di soldati scelti. Addestrati per uccidere, senza chiedere perché, senza conoscere il motivo. Un po’ come successe con Frank Jagger anni fa, quando era Null. Tu hai conosciuto Frank quando era un uomo, Big Boss l’ha incontrato quando era un bambolotto in mano ai militari. Nessuno di noi ha visto i Mongoose, ma le loro gesta sono famose, sono un mix di crudeltà, rabbia, violenza… Sono composti da cinque comandanti, Sam Fleight, Omar Afel, Ivan Dimitrovic, Augusto Del Giudice, Madison Jedis. Ognuno controlla un piccolo gruppo di cinque uomini. Adesso però dobbiamo fornirti armi ed equipaggiamento.

Un soldato portò un FN F2000 con il mirino ottico, una Glock 26, un Type 05 e varie granate, fumogeni, chaff e una tuta. Una tuta da infiltrazione creata dentro la base, di colore nero. Con tante tasche sparse nei punti strategici, la tuta permetteva all’infiltrato di rimanere nell’ombra senza aver paura di essere scoperto. L’occhio umano riesce a riconoscere anche nel buoi la figura umana, le tasche servivano a confondere la persona con dei semplici oggetti. Il materiale era leggero, ma resistente allo stesso tempo. Snake prese la tuta ed il FN F2000 e le granate, lasciando il resto.

   
 
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