La musica risuonava per il salotto, la ragazza si alzò e cominciò a volteggiare per la stanza a ritmo di musica.
Non si era nemmeno accorta di essere osservata da un ragazzo, che si avvicinò e le porse la mano proprio quando partì un lento
-mi concede questo ballo?-
lei sorrise timidamente e accettò.
Si avvicinarono e cominciarono a dondolare per la stanza
-sai cosa mi ricorda tutto questo?- disse all'orecchio della ragazza
-no, cosa?-
-il giorno in cui ti ho vista al ballo. Ballavi con le tue amiche ed eri stupenda, così ho preso coraggio e mi sono avvicinato a te. Ti ho chiesto di ballare e tu mi hai guardato come se venissi da un'altro pianeta.-
-non capita tutti i giorni che un ragazzo come te chieda a una come me di ballare.-
-e invece dovrebbe capitare più spesso, perché è stata la serata migliore di tutta la mia vita.-
-esagerato...-
-te lo posso anche giurare se vuoi...-
continuarono a ballare finché la canzone non arrivò alla fine.
Si guardarono per un attimo negli occhi e poi a lei scese una lacrima
-perché piangi?-
-perché è bello sognarti ogni notte, ma sapere che poi mi dovrò svegliare mi rattrista...-
-come mai?-
-perché tu non sarai con me. Sei solo un sogno, un bellissimo, meraviglioso sogno.-
si lasciò abbracciare e pianse sul suo petto
-sei tutto quello che mi resta, io vivo per te. Vivo per un sogno.-.
rimasero così per un tempo indefinito finché tutto non cominciò a diventare sfuocato.
Poco alla volta sparì tutto.
Il salotto lasciò il posto alla camera da letto.
Il ragazzo lasciò il posto al cuscino e alle coperte.
E le lacrime, quelle rimasero.