Sono qui nel mio appartamento… da solo. Sorrido a questo pensiero: è un sorriso amaro o di compiacimento??

Però non è che mi dispiaccia molto dato che dopo una settimana intensa, passata in ospedale tra tutti qui pazienti e in mezzo a tutte quelle persone [che se non ti informano su tutte le loro idee, talvolta inutili, non sono contenti], mi ci vuole un po’ di serenità.

Sono di fronte al pianoforte, passo una mano in modo distratto sui tasti.Questo singolo strumento, con i suoi suoni, allontana dai miei pensieri i problemi che mi tormentano e mi ha indotto molte volte a riflettere.

Mi giro verso la poltrona che si trova sul mio lato destro, la osservo.È di pelle, color marrone, i braccioli finiscono con una piccola spirale. Come dimensione è paragonabile una sedia leggermente più grande. Non riesco a ricordare in quale occasione l’ho presa… ma non è questo il mio pensiero principale.

Il mio sguardo si posa sul bastone che mi sorregge in ogni momento della mia giornata [almeno quella che trascorro in piedi!!]. Ci giocherello facendolo roteare nella mano. Lo blocco orizzontalmente e lo lancio tra la poltrona e il pianoforte. [anche se non avevo mirato a quella zona!!]

Esamino lo spazio di fronte a me, saranno si e no due passi… cosa saranno mai per una persona normale![Ma io non lo sono più ormai]Già a causa del mio malore ora non posso più contare sull’appoggio di una gamba.

Un’idea mi balena nella mente, potrei provarci!…. qualcosa tuttavia mi blocca!Cosa potrebbe essere?[Paura?] Io che provo paura…Mha mi sto sicuramente sbagliando.

Cerco di analizzare quello che provo, come faccio del resto con tutte le cose che mi circondano.E ora ne sono certo…Ho paura.

Quanto mi costa ammettere questo, anche a causa del mio carattere orgoglioso e testardo che non riesce ad accettare tale sentimento.Non riesco ad aprirmi con le [poche] persone che mi circondano. Maggiormente perché credo che loro non possano capire.

Questo non vuol dire che sia l’unico a capire le sofferenze/problemi degli altri, con il mio lavoro lo so benissimo.Tuttavia per ognuno i propri problemi sono sempre i più grandi, perché li si vive in prima persona.Si sto dilagando, sto prendendo [perdendo] tempo… sono indeciso se fare o non fare un passo.

[Se qualcuno che conoscessi mi vedesse in questo momento penserebbe: il grande dottor House che indomito sfida l’intero mondo… ha pura di fare un semplice passo!!]

Con queste idee nella mente porto in avanti la gamba sana, appoggiando tutto il suo peso su essa.Lentamente faccio la stessa cosa con l’altro arto, adagio sostituisco la gamba di appoggio... immediatamente… essa… cede.Mi pare finta, non riesco a tenerla tesa ed irrimediabilmente cado. Allungo immediatamente le braccia e riesco ad afferrare un bracciolo della poltrona. Lo tengo saldamente mi tiro su e sprofondo sopra a quella "soffice sedia".

Un dolore lancinante attraversa il mio corpo, non solo causato dalla gamba….ma dalla sconfitta che ho appena ricevuto; dalla "nuova" consapevolezza che anche prendendo qualsiasi farmaco, nulla ritornerà come prima.

Che tutto questo sia una sorta di punizione? Oppure tutto questo è già stato calcolato?Non so dare una risposta a queste domande…

Sono un dottore che si occupa di casi gravissimi e quasi sempre riesco a trovare delle cure… ma a due "semplici" domande non trovo un perché!!

Rido…rido di gusto… sono così buffi questi pensieri e tutti questi sentimenti contrastanti che affiorano nel mio cuore e nella mia mente.

Mi alzo, questa volta con il bastone mi avvio al pianoforte.

Mi siedo e inizio ad intonare qualche nota, e come tutte le sere mi abbandono a questa dolce ma solitaria melodia.