Ivan rideva alla sensazione di solletico che avvertiva contro i palmi aperti delle mani nel gesto di passarli, come le lame di due ampie falci, sopra le punte delle spighe di grano. Correva a perdifiato, sentendo sul collo la lunga sciarpa che ogni tanto dava qualche strattone per una piega troppo violenta o un gesto troppo brusco e sotto i piedi il terreno morbido e ricco dei campi che già alla vista pareva gonfio di vita e benessere.
La Francia era tutta bella, riflessa nel suo sguardo.
Arrivò alla fine della collina, dove una gentile discesa accelerava il passo fino a dove la linea del grano dorato finiva nel verde intenso dell'erba al sole, tagliata dagli animali selvatici e abbellita dai contadini. Proprio lì un fiume cantava dolcemente e senza fretta, disteso sopra un letto di sassi bianchi e compreso tra due sponde di ciottoli chiari, che facevano un rumore curioso quando il piede ci finiva sopra. I fluttui brillavano di sole, limpidi.