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Autore: Dirty_little_freak    16/01/2012    4 recensioni
One-shot sul finale di Inheritance
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Eragon | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati ormai quasi 5 anni da quella sera eppure Eragon continuava a riviverla come se fosse stato ieri. Ricordava benissimo le ultime parole sussurrate dall'elfa prima di salire in groppa a Fìrnen e volare via nel cielo di quella notte.

Nessun sentimento era cambiato in quegli anni passati in solitudine ad addestrare i nuovi Cavalieri. Ogni giorno parlava con suo cugino Roran e guardava la sua nipotina Ismira crescere in grazia e saggezza. Aveva anche sentito Nasuada la quale si era dimostrata una regina degna del titolo. Aveva preso contatto anche con Orik suo fratellastro. Solo lei non aveva avuto il coraggio di contattare. Arya. Affollava sempre i suoi pensieri e popolava i suoi sogni. Saphira ovviamente condivideva tutto questo rammarico e dolore, anche lei sentiva la mancanza di Fìrnen.

Ma quello era stato il prezzo da pagare per il proprio dovere. Quello era stato il loro desino .

-piccolo mio è ora di prepararci- le comunicò Saphira entrando in contatto con lui e interrompendo la linea di quei pensieri.

-Arrivo subito. Tu inizia ad andare- come ogni altro giorno Eragon doveva insegnare ai nuovi cavalieri a combattere. Erano solo due. Un elfo che si chiamava Tenari e la sua dragonessa Liofe e un Urgali che portava il nome Garzonev e il suo drago Krimiz.

Eragon era stato piuttosto sorpreso che già tre uova, da quella di Saphira anni prima, si fossero schiuse.

Quando arrivò sul campo di battaglia trovò Tenari e Garzonev già pronti per iniziare ad allenarsi. Se la cavavano tutte e due abbastanza bene con la spada. Erano molto impulsivi e gli ricordavano se stesso qualche anno fa.

-allora Cavalieri pronti per iniziare- esclamò Eragon attirando così l'attenzione su di lui.

-siamo pronti Eragon-Elda – esclamò Tenari.

-benissimo allora iniziamo. In posizione e combattete!-. Iniziò il duello: l'elfo aveva una grazia magnifica e sembrava quasi stesse facendo una danza. L' urgali invece tentava affondi e stoccate più diretti combattevano tutti e due con ferocia.

L'allenamento andò avanti per ore sotto lo sguardo vigile di Eragon che gli correggeva e consigliava. Ad un certo punto si sentì un ruggito squarciare il cielo e videro in lontananza avvicinarsi qualcuno. Eragon balzò in sella a Saphira pronto a sguainare Brisingr se ce ne fosse stato bisogno.

Spiccarono il volo nel cielo dell'occidente e andarono in contro a quel visitatore inaspettato.

Quando furono abbastanza vicini scorsero il bagliore verde della luce che si rifletteva sul dorso del drago. In sella c'era una ragazza con I lunghi capelli corvini che danzavano nel vento.

-non può essere- sussurrò Eragon. Ma pian piano che la figura si avvicinava la certezza si faceva spazio nel dubbio. Era proprio lei: Arya

Eragon atterrò e si fece da parte per accoglierla. Anch Fìrnen atterrò e Arya smontò a terra con un innata leggerezza. Era proprio come se la ricordava quei lunghi capelli corvini,quegli occhi leggermente allungati di un verde stupendo e quel sorriso che aveva visto così raramente ma che era capace di illuminare più di mille soli.

Le corse in contro e noncurante di tutto e tutti l'abbracciò. Quanto gli era mancato quel contatto così sofferto e subito il suo profumo, quel leggero aroma di agrumi, gli invase le narici facendolo finalmente sentire completo.

-mi sei mancata Arya-drottning- sussurrò dolcemente.

-anche tu Eragon- shur'tugal- rispose l'elfa. Sciolsero quell'abbraccio e insieme si recarono all'interno della fortezza.

Ergaon la guidò per la fortezza facendo una speciale sosta nella stanza che conteneva gli Eldunarì e le uova di drago.

Dopo essere passati anche da Blodgharm scortò Arya nella sua stanza dove si sarebbe riposata e preparata per il banchetto.

Durante la cena Eragon non potè fare a meno di osservarla: niente era cambiato in lei. Aveva sempre quella pelle così perfetta da far invidia al più delicato dei fiori, quegli occhi così espressivi, che erano stati a lungo oggetto dei suoi sogni ,erano li di fronte lui, che si divagavano per il paesaggio notturno assorti in una silenziosa riflessione.

Improvvisamente si alzò dal tavolo e il suo leggero vestito color verde smeraldo fluttuò leggero nel vento richiamando Eragon dai suoi pensieri. L'elfa si diresse verso la terrazza che dava sulla rupe di Clìofete. Lui le se avvicinò lentamente e le sfiorò una spalla. Ella sussultò e tornò a guardare il panorama.

  • a cosa stai pensando? - gli chiese.

  • A questo Eragon. Cosa sarebbe successo quel giorno se non avessi accettato il mio incarico da regina? Dove saremmo noi adesso? Non passa giorno che io non mi chieda se feci la scelta giusta. Non passa giorno senza che il mio pensiero inconsciamente voli verso di te.-

mentre pronunciava quelle parole Eragon si sentì morire dentro. Come poteva essere stato così egoista da aver pensato che solo lui stesse soffrendo? Lui l'aveva vista tremare mentre pronunciava quelle parole che lui sapeva erano così difficili per lei da pronunciare.

  • anche io penso ogni giorno a te- gli rispose – ogni giorno ti vorrei qui al mio fianco, vorrei stringerti e sussurrarti ancora una volta quanto ti amo.-

Arya si girò verso di lui e fece qualcosa di inaspettato. Ripetè quelle parole nell'antica lingua e con esse disse anche il vero nome di Eragon.

Lo stesso fece lui. In quel momento i loro occhi si incatenarono in un abbraccio indistruttibile.

  • Rinuncerò al mio trono se questo significa passare l'eternità con te- proferì lei in un lieve sussurro; mentre pronunciava quelle parole Eragon prese dolcemente il suo viso tra le sue mani e posò dolcemente le proprie labbra sulla sue. Mille emozioni lo investirono ma una lo scosse più di altre: l'amore incontrastato e puro che lo aveva mantenuto in vita durante quegli anni.

  • Per l'eternità.- disse Eragon

  • per l'eternità- ripetè Arya

    si abbracciarono e scoprirono di appartenersi completamente e rimasero li fino al sorgere del sole a contemplare il cielo in una silenziosa ed incontrollabile felicità. Era il coronamento di un sogno che aspettavano da sempre.

     

  
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