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Autore: Princess of the Rose    16/01/2012    2 recensioni
Dopo vent'anni in cui si sono a malapena visti, Germania e Italia decidono di provare a recuperare la loro amicizia. Per l'occasione, Feliciano organizza un pic-nic in una delle zone verdi più belle di Roma, Villa Borghese, determinato a non lasciarsi scappare l'occasione. Anche Ludwig, che vuole farsi perdonare per gli orrori commessi in guerra, cercherà di fare del suo meglio; sfortunatamente, non tutti sono entusiasti di questo riavvicinamento...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Princess of the Rose
Titolo: Pic-nic a Villa Borghese
Personaggi-Paring: Italia Veneziano/Feliciano Vargas; Germania Ovest/Ludwig; Francia/Francis Bonnefoy; Italia Romano/Lovino Vargas; Spagna/Antonio Fernandez Carriedo - GerIta lievemente accennato.
Note: Mi sono sempre chiesta come potesse essere il rapporto tra Germania e Italia dopo gli eventi della Seconda Guerra Mondiale. La storia è ambientata a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, quindi in piena Guerra Fredda. Be’, questo è il risultato (il finale peggiore che abbia mai scritto...).
Per quanto riguarda il comportamento di Romano, Spagna e Francia in questa fic: Lovino SICURAMENTE si comporterebbe così, è inutile negarlo; Antonio, forse, inizialmente si farebbe trascinare, però ce lo vedo a fare qualcosa del genere; Francis, vi stupirò, ma secondo me lo farebbe per una persona che gli sta a cuore: e più volte ha dimostrato che non è del tutto insensibile nei confronti di Feliciano (e poi può vendicarsi, meglio di così XD)
Spero di non essere andata OOC (perenne paura). Enjoy!!! PS: A fine pagine, alcune note storiche e traduzioni.



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<< Ve~ ve~ Germania, ti piace? >> la nazione in questione sollevò temporaneamente lo sguardo dall’invitante fetta di lasagna alla bolognese nel suo piatto, spostandolo sull’italiano vicino a lui, che lo guardava con occhi carichi si speranza e aspettativa. Dopo qualche secondo- passato a perdersi in quelle meravigliose iridi color miele- sorrise lievemente, intenerito.
<< E’ ottima Italien >> disse sinceramente, portando alla bocca un’altra forchettata della deliziosa pietanza emiliana- già buona di suo, sapere che era stata preparata da Feliciano stesso la rendeva in qualche modo ancora più gustosa.
<< Ve~ sono felice! >> Veneziano unì le mani davanti al petto, le labbra piegate in un sorriso assai più luminoso del solito, per poi protendersi verso la cesta contenete il cibo del loro pic-nic << E per secondo ho portato un po’ di salmone, e per contorno un’insalata di patate. Sai, le ho fatte portare apposta dalla Sabina: lì crescono le migliori patate della penisola! Certo, ho fatto un po’ di fatica a prenderle perché quello è territorio di mio fratello, e Lovino ha protestato così tanto perché non voleva che organizzassi questo pic-nic e… >>
Germania lasciò che il suo compagno continuasse a parlare, dando nel mentre un’occhiata alla splendida vista di Villa Borghese in primavera. Quanto tempo era che non andava a Roma? Da prima della fine della guerra, sicuramente. Internamente sospirò, rammaricato. Erano vent’anni che non metteva piede in Italia*; o ‘Bel Paese’ come lo chiamavano ora. E bello era sicuramente: il regno - no, si disse mentalmente, non regno: il ragazzo che aveva davanti ora era una repubblica - non gli era mai sembrato così in forma, rinvigorito dal boom economico e da una situazione internazionale lievemente più stabile di quella dei primi del Novecento- anche se l’ombra dell’URSS continuava ad essere una minaccia costante.**
Vent’anni…
Non si erano più parlati dal momento in cui Veneziano era stato costretto a cambiare nome in Salò***, durante la guerra; e quando il conflitto era finito, Romano aveva fatto del suo meglio per tenerli lontani, peggio di un cane da guardia: bastava anche lo vedesse a metri di distanza, che subito afferrava il fratello e si allontanava, anche se magari stava parlando con qualcuno; se andava ad una riunione internazionale, si accertava che Germania non ne fosse partecipe e, se c’era, si presentava lui solo, lasciando il Nord a casa; aveva addirittura sguinzagliato la mafia per accertarsi che non valicasse il confine- cosa che aveva effettivamente tentato di fare un paio di volte, fermandosi però alla frontiera svizzera senza avere il coraggio di proseguire, diviso fra la rabbia per il voltafaccia subito durante la guerra e i sensi di colpa**. Infondo, però, l’italiano più anziano non aveva tutti i torti ad essere così protettivo nei confronti del fratello: Germania avrebbe fatto la stessa identica se fosse stato nei suoi panni. E poi, dopo tutto quello che era successo nel ‘44, era sicuro che Italia non volesse neanche sentirlo nominare*.
<< Ve~ Ludwig? >> la voce di Feliciano lo strappò dai suoi pensieri.
<< W-Was? >>
<< Tutto ok? Sembri triste. >>
<< N-Nein, stavo solo… Ammirando il paesaggio >> mentì, addentando poi una delle poche olive ascolane rimaste dall’abbondante antipasto. Veneziano sembrò credergli, riportando la sua attenzione al salmone, che stava cercando di dividere senza spolparlo.
Germania sospirò, non riuscendo a trattenere un lieve sorriso. Che sorpresa era stato ritrovarselo davanti alla porta di casa dopo vent’anni, con in mano una scatola cioccolatini, un mazzo di margherite e una timida ma sincera richiesta di perdono. Era stato in quel momento che avevano deciso, silenziosamente d’accordo, di cercare di recuperare quella splendida amicizia che li aveva legati prima di quella maledetta guerra.
Proprio per questo, ora si trovavano seduti su una tovaglia a scacchiera, a gustarsi le migliori delizie della cucina italiana, in una delle aree verdi più belle di Roma.
<< Ve~ ve~>> Feliciano mise sul grembo il piatto con l’abbondante seconda portata, tagliando un parte del salmone in piccoli pezzetti, per poi prenderne un po’ con la forchetta e avvicinarla al volto del suo biondo amico << Ludwing, fai ‘Aaaah’… >>
Germania arrossì violentemente.
<< A-aspetta, posso fare da solo! >> disse imbarazzato, allontanandosi lievemente.
<< Andiamo, è più divertente così >> replicò l‘altro, ma il suo sorriso di spense quasi subito, destando un campanello d’allarme nella testa del tedesco << F-Forse non ti piace il salmone… >>
<< N-Nein nein, è-è solo che- Auch! >> qualcosa lo colpì con una certa violenza dietro la testa.
<< L-Ludwig, tutto ok? >>
<< E-Ehm… Ja >> disse, massaggiandosi la zona dolente, mentre con la cosa dell’occhio cercava di trovare la mano che gli aveva lanciato… una pigna?!
<< S-Sicuro di stare bene? >>
<< Ja… Ehm, allora, quel salmone? >>
Il sorriso di Feliciano tornò più abbagliante di prima, mentre riavvicinava la forchetta alla bocca del tedesco, che alla fine decise di lasciarsi imboccare: un po’ per non intristire il povero italiano, che ce la stava mettendo tutta per fare bella figura; un po’ per la chiara minaccia di morte che le tre paia di occhi dietro di lui gli stavano mandano. Sul serio, come faceva Italia a non notare che suo fratello, Spagna e Francia erano nascosti dietro un cespuglio, a poca distanza da loro, da almeno un ora? Sospirò mentalmente, osservando con la coda dell’occhio e tre paesi mediterranei, che ricambiavano il suo sguardo perplesso e scocciato con rabbia e irritazione. Era ovvio che erano lì per controllare ogni sua azione in quella specie di appuntamento- forse Romano era venuto addirittura a sabotarlo- e decidere se quel riavvicinamento potesse avere o meno la loro “benedizione” (almeno, così gli aveva spiegato suo fratello al telefono****, quando si erano sentiti perché Gilbert doveva dargli << I meravigliosi consigli del fantastico fratello maggiore per far andare in porto l‘appuntamento con l‘adorabile Italia >>; e a poco era servito ripetergli che il loro non era un appuntamento, non nel senso che intendeva Prussia almeno).
A dire il vero, non era molto sorpreso di vedere lì Lovino (inutile negarlo o minimizzare: l’italiano non aveva mai nascosto il suo odio nei suoi confronti, men che meno la sua contrarietà alla relazione col suo fratellino) e Antonio (che da sempre era legato strettamente alle due Italie), ma vedere anche Francis lo aveva leggermente scioccato- probabilmente, il francese stava cercando un modo per vendicarsi delle violenze subite nel secondo conflitto mondiale aiutando Romano nel sabotaggio- e come dargli torto? Eppure, l’idea che fosse lì per Veneziano non era del tutto da scartare: infondo, i due andavano piuttosto d’accordo, per quanto ricordava.
Germania lasciò che Italia continuasse ad imboccarlo per un quarto d’ora con l’eccellente salmone e il contorno, sempre più rosso ad ogni morso dato- e sempre più irritato dalle risatine che sentiva dietro le sue spalle. Quando la seconda portata finì, lo stomaco della nazione tedesca era pieno ma, per sua sfortuna, la Repubblica italiana aveva ancora molti assi nella manica: dal cesto di vimini, prese la bellezza cinque dessert, con enorme preoccupazione del tedesco.
<< Da dove li hai presi quelli? >> chiese quest‘ultimo, ammirando quel ben di Dio che aveva davanti agli occhi: torta alla nutella, tiramisù, torta alla ricotta, crostata di marmellata e meringhe*****. Se non solo non fosse così sazio…
<< Ve~ puoi scegliere qualunque cosa tu voglia >> disse Feliciano sorridendo, mostrando orgoglioso il meglio della pasticceria del suo paese- fortuna che si era ricordato che Germania andava matto per i dolci.
La nazione tedesca deglutì a fatica. I cinque dessert sembravano deliziosi- e sicuramente lo erano, conoscendo la bontà della cucina italiana; peccato che era anche sicuro di non poter inghiottire neanche un morso di quelle prelibatezze senza scoppiare. Davanti a quel tentennamento, anche Italia si ritrovò spiazzato.
<< Ehm… Ludwig, non ti piacciono? >> chiese tremante, già sull’orlo delle lacrime, timoroso di aver rovinato tutto il lavoro che aveva fatto per cercare di recuperare l’amicizia con suo ex-alleato. << N-Nein, è solo che- Ahi! >> un’altra pigna colpì la sua povera testa, e stavolta doveva aver lasciato anche un bel bernoccolo. Mentre Veneziano si avvicinava per controllare che stesse bene, con la coda dell’occhio cercò di vedere chi avesse eseguito il lancio. Ciò che vide lo lasciò interdetto: i tre paesi mediterranei lo stavano con sguardo assassino, e Spagna teneva in mano una lavagnetta con su scritto “¡Comer dulces!” a caratteri cubitali, gli occhi verdi promettevano le peggiori pene dell’inferno.
Ricordò quello che gli aveva detto Prussia:

<< Bruderline, ricorda: Antonio è un ragazzo molto allegro e alla mano, ma non farlo arrabbiare, MAI! Se vedi che ti sta guardando male, cerca immediatamente un modo per calmarlo, o il tuo appuntamento con Italien non avrà un lieto fine >>

<< Ehm… Feliciano, perché non iniziamo con il tiramisù? >> << OK! >> tutto contento, Veneziano iniziò a dividere il dolce, completamente ignaro della presenza dei suoi fratelli a pochi metri di distanza. Germania sospirò, lanciando un’occhiata ai suddetti: Spagna aveva alzato il pollice in segno di approvazione, anche se non stava sorridendo; Francia si era impossessato della lavagnetta e stava scribacchiando qualcosa con fervore; Romano sembrava badare molto di più ai dessert.
<< Tieni! >> la repubblica gli porse allegramente la fetta di tiramisù. Germania prese il piattino e, con riluttanza, mandò giù una cucchiaiata del dolce- un perfetto mix di caffè, crema e cioccolata, semplicemente divino; ma il suo stomaco gli fece dolorosamente notare che non poteva più contenere altro cibo. Gott, era pieno come un uovo!
<< N-Non ti piace? >> chiese con voce tremante Veneziano, notando che l’altro aveva smesso di mangiare. << N-Nein anzi! >> si affrettò a dire ma, sfortunatamente, il suo tentativo di risparmiarsi un’altra pigna in testa non andò a buon fine. Lentamente, senza farsi notare dal suo ex-alleato, cercò di vedere cosa Francia- mano del lancio- avesse scritto sulla lavagnetta: “Si vous ne pleure…”, seguito da disegni molto espliciti su cosa sarebbe successo se non avesse reso felice l’Italia Settentrionale. Nel tempo record di pochi secondi, del tiramisù non era rimasta traccia.
<< Ve~ ti è piaciuto? >> chiese Veneziano, leggermente confuso dallo strano comportamento del suo -almeno sperava- amico.
<< Ehm, ja. >>
<< Ne vuoi ancora? >>
Si sa, non c’è due senza tre, e il quarto vien da sé: un'altra pigna venne scagliata contro la povera testa di Germania, il quale, stufo e anche piuttosto dolorante, si voltò nuovamente, notando che adesso la lavagnetta era passata nelle mani di Romano. “Se non mi lasci qualcosa, la mafia sarà l’ultimo dei tuoi problemi!!!” era scritto sopra la superficie nera. La nazione tedesca non aveva alcun motivo per temere l‘Italia del Sud, ma ciò che quest’ultimo controllava poteva costituire un serio problema per la sua sanità mentale. << Ehm… Italien, perché non mi passi una fetta di torta con la ricotta? >> chiese, ignorando le proteste del suo povero stomaco- e cercando di non pensare ai livelli di glucosio nel suo sangue, che, dopo una mangiata simile, dovevano essere schizzati alle stelle.
Feliciano sorrise radioso, prendendo una piatto e tagliando la fetta, per poi porgergliela. Nel momento in cui afferrò il piattino però, le sue dita sfiorarono accidentalmente quelle dell’italiano. Arrossì vistosamente, mormorando delle scuse mentre osservava- non senza un certo piacere- le guance di Italia assumere una deliziosa tonalità rosata. Il tutto senza interrompere quel gradevole contatto tra le loro mani- non si ricordava che la pelle di Veneziano fosse così morbida e calda…
Il piccolo momento idilliaco venne prontamente mandato in frantumi dalla quinta pigna della giornata.
<< L-Lugwig, che è successo? >> chiese preoccupato Veneziano, sporgendosi verso si lui e notando solo ora i bernoccoli dietro la testa del tedesco << M-Ma che hai fatto?!? >>
<< N-Niente Italien, è tutto ok >> disse Germania, osservando nel mentre, con la coda dell’occhio, Spagna che a stento tratteneva Romano dall’uscire dal loro nascondiglio e cercare di uccidere << il mangia-patate bastardo pervertito >>. Notò anche Francia, che gli stava mostrando la lavagnetta con un sorrisetto tra l’esasperato e il divertito. “TIENI LE MANI A POSTO!!!” c’era scritto con l‘inconfondibile calligrafia spigolosa di Lovino. Germania sospirò, sconsolato.
Poi, però, avvertì le mani di Feliciano massaggiare, lentamente e con dolcezza, la zona dolente, seguite da un paio di morbide labbra sui suoi capelli slavati e la cute arrossata.
<< Un bacino per far passare il dolore >> esclamò allegramente Italia, per poi avventarsi sulla sua fetta di torta alla ricotta. Tuttavia, a Ludwig non sfuggì la rosea tonalità assunta dalle sue guance. Sorrise, riprendendo a mangiare a piccolo morsi la sua porzione di dolce, godendosi il pacato silenzio di Villa Borghese.
Almeno fino a quando l’ennesima pigna lo colpì sulla tempia.
“Ma perché tutte a me?” pensò sconsolato, udendo appena le risate dei tre paesi mediterranei provenienti dai cespugli e la voce preoccupata di Veneziano.







Traduzioni:

-Tedesco:
Was? = Cosa?
Italien = Italia
Bruderline = Fratellino (almeno credo che voglia dire questo: l’ho visto scritto in una fic inglese, spero sia giusto)
-Spagnolo:
¡Comer dulces! = Mangia i dolci!
-Francese
Si vous ne pleure… = Se lo fai piangere…




*: in seguito ai massacri dei tedeschi nei confronti degli italiani accaduti nella WWII (il Massacro di Cefalonia è il più tristemente famoso), e per il fatto che l’Italia era considerata un paese traditore dopo il voltafaccia del ‘43, i rapporti tra questa e la Germania rimasero molto freddi una volta finita la guerra (addirittura, mi sembra che le due fossero formalmente in guerra fino al ‘49). Dopo circa vent’anni, quando vennero gettate le basi per quella che sarà l’Unione Europea, i due paesi si riavvicinarono, anche se con qualche tentennamento iniziale.
** la fic è ambientata nel periodo della Guerra Fredda fra America e URSS, che continueranno a minacciare la (già precaria) stabilità mondiale fino agli anni ‘90, quando avvenne la riunificazione della Germania.
***Nella mia mente, Veneziano diventa la Repubblica di Salò. Cosa possibilissima, visto che in quel periodo l’Italia era spaccata in due (a Nord, la repubblica sotto il controllo tedesco, dall’altra il Sud, il regno vero e proprio, occupato dagli Alleati). Posso pure sbagliarmi, però per me è così (perché la parte più malata di me è convinta che Germania se lo sia tenuto stretto fino alla fine? E chi lo sa…)
****Qui viene abbracciata la teoria “Prussia/Germania Est”. Essendo divisi dal muro, Ludwig e Gilbert possono sentirsi per solo telefono; per poco, ma possono. Mi sembra che questa fosse una prassi piuttosto comune per le famiglie berlinesi che avevano parenti dall’altra parte del muro.
*****: Mi sembrava logico che, se Veneziano cucina dei dolci, cucinerò quella tipici dalla sua parte d'Italia. Non sono molto esperta di cucina, ma credo che questi dolci siano tutti del Nord. Se non è così, mi scuso.

   
 
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