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Autore: mamie    17/01/2012    5 recensioni
Lavi convince Kanda a portarlo alla festa tradizionale della fioritura dei ciliegi, ma i petali che volano ricordano un po' troppo la loro precaria vita di Esorcisti.
Partecipa alla challenge "Haiku, la bellezza della semplicità" di Marchesa Vanzetta.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fiori di ciliegio'
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NOTA: questa fic partecipa alla challenge

Haiku, la bellezza della semplicità

col n. XL
ai piedi dell'albero/ sulla zuppa e sul namasu/ petali di ciliegio
 
HANAME

Li seguiva con lo sguardo, gli occhi appena socchiusi, assorto. Certi prendevano traiettorie bizzarre, sembravano scendere e poi risalivano in piccoli mulinelli, oppure deviavano improvvisamente direzione andando a vorticare poche spanne più in là, seguendo i capricci del vento. L’aria era impregnata di quel profumo leggermente amaro e del fruscio impercettibile – seta? – che facevano cadendo.
Alcuni si erano appoggiati delicatamente sul misoshiru, rischiarando la sua consistenza bruna e fangosa di pennellate di luce. Altri avevano deciso di arricchire l’arancione sfumato del namasu di bioccoli di nuvola.
Cadevano ovunque, sui cuscini di porpora, sui tavolini laccati, nelle minuscole tazzine del tè dove sembravano segni di un particolare favore.
Kanda si rigirava fra le mani la ciotola della zuppa di miso senza decidersi a portarla alla bocca. Davanti a lui Lavi lo guardava come si guarda un curioso animale giunto da terre lontane, noncurante del fatto che sarebbe stato lui, a rigore, ad essere fuori luogo lì, sotto quell’immenso ciliegio fiorito che nevicava placidamente i suoi fiori su di loro. Aveva insistito fino allo sfinimento per farsi accompagnare a quella festa tradizionale che trovava curiosa e poetica, ma Kanda, che avrebbe dovuto trovarvisi a proprio agio, sembrava stranamente riluttante.
 
- Sono davvero belli – disse guardando, in alto, i rami contorti dell’antico albero. – Capisco perché vi piacciono – aggiunse.
- No, non capisci – si decise a rispondere Yu con una voce insolitamente bassa e, per uno come lui, straordinariamente paziente.
- Non ci piacciono perché sono belli – continuò, e per un attimo Lavi desiderò sentire quella voce un po’ roca e appena turbata per sempre.
- Sono belli perché muoiono.
 
Un’altra folata di vento fece volteggiare ancora una nuvola di petali su di loro. Kanda prese con la punta delle bacchette un pezzettino di tofu su cui un petalo tenace formava una virgola sfumata di rosa e lo porse al compagno. Lavi lo assaggiò cautamente.
- E’ amaro – esclamò.
Un angolo delle labbra di Kanda si alzò appena in quello che poteva essere un’ombra di sorriso che non sfiorava la tristezza degli occhi.
- Durano un giorno, poi cadono – spiegò.
- Sì, ma prima di cadere volano, no? – rispose il giovane Bookman.
E Kanda ebbe l’assoluta e in qualche modo confortante certezza che non parlasse solo dei fiori di ciliegio. 
  
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