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Autore: Emily OneDirection    17/01/2012    5 recensioni
Rebecca Diamante è un'adolescente Romana di 12 anni.
Non ama molto la scuola e non è rispettata dagli altri compagni.
Cosa accadrà quando incontrerà Daniel McHallen?
La sua vita cambierà? In Bene o In Male?
Lo scoprirete leggendo.
Vi prego Leggete.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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9 .  Test…test

 

SALVE A TUTTI

Ok, questo capitolo parte da un’ idea venuta anni fa.

Ho sentito dire che una ragazzina di 11 anni aveva avuto un bambino.

Mi sa che perderò qualche lettore.

BACIONI. MIKY.

 

Ero in casa a piangere con la testa tra le gambe.

Non poteva essere reale, tutto ciò che m’era successo nell’ultimo periodo era impossibile.

Un ragazzo fantastico, andarci al letto. Erano passate settimane.

Lo avevo perso, tutto il bello della mia vita.

Ok, lo ammetto, ho avuto la classica febbre-da-stufetta.

 

FEBBRE DELLA STUFETTA:

Mettere termometro per un po’ vicino alla stufetta

accesa e la temperatura arriverà a 42,

 poi farla abbassare di un po’ e fingere di essertela misurata.

 

 

Due settimane per la testa ed un’altra e mezzo per la febbre.

Quando mamma ha chiamato il medico per saperne di più lui

ha risposto che era una cosa che accadeva spesso dopo un incidente come il mio.

Felice ritorno, eh?

-Hai la febbre ancora?-Domandò mia nonna. Sorrisi.

-No, solo la nausea.

-Tieni.

Mi porse una busta di cartone, la aprii e vidi entro essa ciò che non mi sarei mai aspettata di vedere: un test di gravidanza.

Mi ero tolta quell’ipotesi dalla testa durante il viaggio ma mi si era ripresentata subito.

Mi alzai recandomi al bagno. Aprii la scatola e seguii le istruzioni.

Avevo sognato quel momento, ma verso il ventisette anni tipo!

Cercai di darmi forza. Se doveva essere quello dovevo essere emozionata come nei miei sogni.

Poggiai quell’affare sul mobile ed aspettai il tempo necessario.

Lo fissavo intensamente. Mi si stringeva lo stomaco dalla paura.

“fatti coraggio, in America sai quante ragazzine rimangono incinte? Sai quante alla tua età fanno già sesso?”

Mi continuavo a ripetere in testa.

Non funzionava.

Ero una stupida ragazzina.

All’improvvisto qualcosa apparve. Due strisce. Presi la scatola.

Istruzioni.

Bla bla bla

Bla bla bla

Se appare una striscia il test è negativo,

se invece ne appaiono due è…

sentii il cuore in gola. Non riuscivo a mandarlo giù.

-Giulietta, sono a casa, stai bene? Oh ciao mamma.- Era mia madre, stava parlando con nonna. – Lei coosa??

Sentii i suoi tacchi arrivare fino alla porta del bagno. La chiusi a chiave.

-Rebecca apri questa cazzo di porta!

Deglutii. – No.

Spalancai la finestra e cercai di capire se mi sarei salvata. Era troppo alto.

Volevo la vita per continuarla a vivere sperando in un happy ending, ma sarei morta in tutti i casi.

Che cazzo pensavo?

Non sarei morta.

-Bec mi sono calmata, voglio sapere com’è il test- Disse.

Mi aveva chiamata Bec?

Sapeva che solo Daniel poteva chiamarmi così.

-Come mi hai chiamata?

-Scusa. Dimmi se sei incinta o no.- diede un pugno alla porta e si allontanò di due passi.

Deglutii.

Pensai a quel giorno, anche se mi faceva soffrire.

Ero nella mia stanza cercando dei vestiti.

-Ehi Bec!

Cercavo di non farmi vedere.

-Tranquilla.

Alice uscì dalla stanza. –Io esco con Chiara, voleva comprare dei vestiti prémaman.

Mi sorprendeva, perché era incinta di un mese. Si voleva preparare.

Lui si avvicinò a me e cominciò a passare le sue dita sulle mie braccia.

Mi baciò facendomi stendere sul letto. Appoggiai le mani sulle sue guance.

Si levò la maglietta ed io gli slacciai i pantaloni.

Avevo paura di quando io mi sarei dovuta spogliare del tutto.

Rimase coi suoi boxer.

Mentre le sue labbra e la sua lingua insistevano sulle mie, osservai il suo corpo perfetto.

Mi sentivo inferiore. Avevo il terrore di non essere all’altezza, quando una mano mi tolse l’asciugamano.

Non ci volevo più pensare, era troppo. Amavo lui, ciò che era successo, il suo corpo, ma era troppo.

Volevo una vita senza problemi, ma in più ne avevo uno in arrivo.

-Positivo.- dissi quelle parole senza volerlo fare.

-Sei incinta.

-Voglio andare in un posto più piccolo, Fabrica di Roma.- Le dissi.

-Non vuoi abortire?

-Sai che sono sempre stata contraria, non l’ho proposto nemmeno a Chiara.

-Ok, andrai a vivere con tua cugina nel paese dove è nata tua nonna. Che cambierà?-Mi chiese. Sbuffai.

-Credo sia più discreto.

-Vero. Vai a fare le valigie.

Avevo paura, ma aprii la porta. Uscii. Sentii qualcuno singhiozzare.

-Morirai.- Disse in lacrime.

-Sono forte.- Le risposi. Non la volevo abbracciare, ma lo stavo per fare, quando la nausea tornò.

Mi recai di nuovo in bagno a dare di stomaco. Ecco cosa avrei dovuto sopportare per mesi.

 

My Name Is Understood:

Ok, so che è un po’ duro l’argomento da affrontare,

ma mi passava per la testa ed io scrivo sempre ciò che mi passa per la testa.

Esagero ogni volta.

Che ne pensate? Ditelo con almeno dieci parole.

Bacioni.

The Crazy Girl that Made This Fic.

  
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