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Autore: Fanny Jumping Sparrow    17/01/2012    2 recensioni
Una breve one shot ambientata tra il primo e il secondo capitolo della serie da me ideata "La spada, il corvo, il mare" che vede la famiglia Turner alle prese con la loro nuova vita insieme da pirati.
Piccolo omaggio a tutti coloro che seguono la mia longfic che al momento non ho il tempo di continuare.
- È la prima volta che facciamo una cosa da pirati tutti e tre insieme! – giustificò la sua eccitazione il piccolo Jim. Suo padre sorrise ironicamente: - Sarebbe? Derubare a casa nostra?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Will Turner
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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La vita dei pirati

Yo, oh, yo oh, la spada, il corvo, il mare!
Rubiamo, assaltiamo,
bruciamo, annaffiamo,
trinchiamo allegri yo oh!
Ci piace aggredire, imbrogliare, rapire,
trinchiamo allegri yo oh!
Yo oh, yo oh, la spada, il corvo, il mare!

- Jim! Potresti fare a meno di cantare?
Will si muoveva circospetto attorno alle mura bianche della villa sulla scogliera, irradiate dai raggi del sole nascente.
Jim emise uno sbuffo assieme ad un brontolio e roteò gli occhi annoiato, andandogli appresso.
Elizabeth se ne accorse e gli rifilò un leggero scappellotto sul braccio: - Siamo ricercati. Siamo venuti a quest’ora proprio per dare meno nell’occhio – lo rimbrottò a bassa voce affidandogli un sacco di canapa e raggiungendo il marito, che nel frattempo era riuscito a forzare una porta secondaria aiutandosi con una spranga.
- È la prima volta che facciamo una cosa da pirati tutti e tre insieme! – giustificò la sua eccitazione il ragazzino. Suo padre sorrise ironicamente: - Sarebbe? Derubare a casa nostra?
- Sbrigatevi, dai! - Elizabeth entrò incitandoli, e trovando un candelabro fece strada verso il piano superiore.
Jim li seguiva trascinando i piedi: - Devo prendere proprio tutti i vestiti?
La madre annuì: - Non è facile rubarne della tua misura in giro.
Il bambino fece una leggera smorfia: anche non volendo, continuavano a ricordargli la sua minore età!. Will lo accompagnò nella sua cameretta prendendo un candeliere da un parete e la fiamma da quello retto dalla moglie.
- Voglio pure i libri, però. Posso?
Il capitano socchiuse più piano possibile la porta e acconsentì: - Sì, ma fai in fretta – sistemò la fonte di luce su un tavolino e andò a cercare la consorte, proseguendo con passi felpati.
Jim effettuò una selezione dei suoi volumi preferiti e decise di mettere anche quelli che non aveva avuto il tempo di leggere prima della inaspettata partenza. Alla fine, di spazio per vestiti e scarpe non ne era rimasto molto e ne prese pochi, giudicandoli troppo eleganti e poco adatti ai movimenti agili che richiedeva il lavoro sulle sartie.
Il sacco pesava comunque parecchio e quasi cadde all’indietro quando se lo caricò sulle spalle. Spense con un soffio le candele e se ne andò per riunirsi con i suoi genitori, ma qualcuno gli sbarrò l’uscita: - Estrella! – sussultò trattenendo a stento un urlo di sorpresa.
La cameriera non riuscì a fare altrettanto mentre lo abbracciava: - Signorino Jim! State bene! Vi hanno lasciati andare!
- Chi? Ah, Fortezza e i suoi … Sì, li abbiamo sconfitti e pure la dea Calypso, Davy Jones se l’è portata nel mondo dei morti con lui – raccontò concitato il giovane pirata, accorgendosi in seguito di aver confuso più che rassicurato la loro impressionabile domestica.
A tranquillizzarla un po’ ci pensò Elizabeth, che accorse richiamata dalle loro voci: - Non ti volevamo spaventare. Pensavamo non abitassi più qui. Siamo solo venuti a riprenderci alcune cose. Poi ce ne andiamo. Non torneremo più – le promise solennemente, senza un briciolo di malinconia.
Estrella osservò la famigliola di ladri con l’espressione allucinata di chi non credesse a ciò che vedeva o ascoltava. Eppure quelle persone le conosceva da tanti anni, gli era affezionata, ma adesso le sembravano solo dei fantasmi prodotti dalla sua delirante immaginazione.
Will ed Elizabeth la salutarono con gentilezza e distacco e ripresero a trascinare i sacchi ripieni degli oggetti che avevano preso, pesanti e metallici sembrava, dal rumore.
Avevano ripulito gli ultimi preziosi custoditi nella casa che non avevano mai abitato. Non aveva alcun diritto di opporsi.
- Perché non vieni con noi? – la fece tornare al presente Jim – C’è tanto spazio sull’Olandese e tu potresti cucinare. Guarda come sono dimagrito senza i tuoi buonissimi pranzetti – si lamentò mostrandole il fermaglio della cintura che aveva portato all’ultimo buco.
La donna si contrasse in una smorfia di orrore: - Dovrei stare in mezzo a quei villani delinquenti senza religione? – singhiozzò mettendosi una mano sulla bocca.
Jim le poggiò una mano sul braccio: - Non sono tutti così. Un pirata può essere anche un brav’uomo, lo sai. E poi mia mamma non sta con noi? Tu potresti stare in cabina con mio nonno, tanto è vecchio e gentile e parla poco.
Estrella lo guardò con compassione: - Piccolino, ti hanno proprio plagiato con i loro ragionamenti perversi.
Il ragazzino sollevò le spalle con un sorrisetto indulgente: - Mi sono mancate le tue sciocchezze. Comunque, se cambi idea, mi farebbe tanto piacere averti con noi – la congedò con un tono carezzevole, dandole un bacio sulla guancia.
La domestica restò sull’uscio della villa accompagnando con uno sguardo intenerito i Turner che aveva visto crescere e che partivano ancora una volta da Port Royal.
Non avrebbe mai capito come potessero preferire l’insidiosa e meschina vita dei pirati a quella pacifica e rispettabile che poteva garantire loro quella civile isola dei Caraibi.
Ma il piccolo era così innocente! Forse ancora si poteva salvare.
Non aveva più nulla da fare lì, ora che se ne erano andati definitivamente. Corse in camera sua e tirò fuori dai cassetti un po’ di roba.

Will passò a Jelly l’ultima sacca e questo la sistemò sulla scialuppa in modo da bilanciare il peso, poi il giovane capitano si voltò verso la terra. Elizabeth teneva un braccio attorno a Jim che aveva gli occhi fissi sul punto in cui sorgeva la loro casa.
Si avvicinò e abbracciò entrambi. Stava davvero per cominciare una nuova vita, sembrava un sogno che si realizzava, ma come un sogno i suoi contorni erano indefiniti e per questo insieme al suo fascino incuteva un segreto timore.
Di colpo scorse venire incontro a loro una figura che si muoveva goffamente sulla sabbia.
- Aspettate! Io … vorrei seguirvi. Se per voi non è un problema.
Le guance di Estrella erano rosse di vergogna oltre ad essere accalorate dalla corsa che le rompeva ancora il respiro.
Jim sorrise festante voltandosi verso i suoi che si scambiarono un’occhiata di stupore: - Sei la benvenuta – commentò dopo qualche istante di perplessità il capitano, indicandole la scialuppa su cui si stavano imbarcando.
La donna li ringraziò e vi salì, con un po’ d’impaccio, aiutata da altri due marinai dell’Olandese.
- Come hai fatto a convincerla? – interrogò incredula il figlioletto la signora Turner.
Jim scrollò le spalle: - Che posso farci se mi avete fatto tanto bello … - sostenne con compassata vanità salendo a bordo.
Elizabeth scosse la testa, non sapendo se ridere o preoccuparsi: - Sarai tremendo con le donne da grande – sostenne inducendolo a esaltarsi ancora di più.
Will, altrettanto stupefatto, le sussurrò all’orecchio: - Questo suo atteggiamento mi sembra un residuo dell’influenza di Jack Sparrow.
La piratessa annuì, increspando le labbra: – Meno male che se n’è andato – attestarono entrambi.
Senza troppa convinzione.

   
 
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