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Autore: FleurPotter    17/01/2012    1 recensioni
Breve storia tratta da un testo letto a scuola... spero vi piaccia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mio padre aveva deciso che a Murazzano non avevamo una possibilità di futuro quindi aveva deciso, come accadeva sempre, per tutta la famiglia e la scelta era una seguirlo e abbandonare il mio paese. Abbandonare lui, il ragazzo della Collera.

Quel ragazzo mi era sempre piaciuto ma lui era amico dei miei fratelli e si sa che le sorelle degli amici vengono considerate sempre delle sorelle acquisite, era inutile sognare un futuro insieme per poi rischiare di trovarmi il cuore infranto. Adesso mi ritrovo su questo carro salutando per l’ultima volta casa mia, quel posto che mi ha visto nascere e crescere ma non vi vedrà mai più, lo sta dicendo adesso mio padre.

< Figlioli, voltatevi e guardate bene Murazzano perché è l’ultima volta che lo vedete> e fu proprio in quel momento che lo vidi, era nascosto dietro la gaggia e il mio cuore perse un colpo per poi battere velocemente come volesse recuperare quel battito perso, quel battito rubato da colui che amo.
urlo, questa volta devo far sentire la mia voce, piuttosto rinuncio alla mia famiglia ma la mia vita devo deciderla io. Tutta la mia famiglia mi fissa, sono sempre stata una ragazza tranquilla e rispettosa delle regole imposte ma questa volta rischio di perdere una parte di me perché Lui ha oramai voltato le spalle e si sta allontanando da me e mio padre ha portato il carro oltre la curva.


Dovevo dirlo, non potevo tenermi tutto dentro, dovevo mettere in chiaro il motivo del mio capriccio se possiamo chiamarlo così.


dico timidamente perché è la prima volta che ammettevo i miei sentimenti ad alta voce.
.
Le parole di mio padre mi colpiscono con una forza immane, cado sulle ginocchia e la vista mi si annebbia per le troppe lacrime, come posso restare qui se lui tra poco se ne andrà? Non servirebbe a niente, forse è meglio così, non ci ho mai parlato veramente quindi non c’è ancora un sentimento che ci legava, nemmeno l’amicizia. Mio padre ha già ridato al cavallo e a me non resta altro da fare se non urlare il mio addio al vento, sperando che la natura sia così gentile da portare il mio ultimo saluto alla persona a cui è destinato. In quel momento non potevo sapere quanto la natura e il destino fossero burloni e così misteriosi.

Arrivammo nel pomeriggio alla residenza del signore per cui avrei dovuto lavorare. Era una splendida casa con un bel giardino e un piccolo laghetto con degli animali. La domestica ci ha avvertito che il signore non era in casa e che sarebbe tornato solo la domenica. Dopo avermi mostrato la mia camera e aver disposto tutti i miei beni salutai la mia famiglia, loro sarebbero andati a lavorare nelle campagne mentre mia madre alla filanda. A me non restava nient’altro che fare se non sorridere alla vita sperando che lei mi sorridesse a sua volta.

Passarono molti anni da quando mi ero separata dalla mia famiglia e da quel giorno ero cresciuta molto, cambiata molto.
Il Signore era tornato quella domenica con la moglie e la figlia della mia stessa età, Carolina, con cui ho legato molto anche se devo ammettere che la famiglia non mi ha mai fatto mancare niente e mi hanno accolto nella loro famiglia con molta facilità.
Per molto tempo ho pensato al ragazzo della Collera e ogni volta mi ritrovavo a sorridere ricordando gli attimi in cui lo osservavo durante la Messa e cercavo di farmi notare da lui le volte che lo ricordavo erano sicuramente le volte che dovevo andare al mercato a comprare i funghi e cercavo sempre di sceglierli simili a quei buon funghi che mi aveva consigliato la volta del nostro primo incontro.
E fu proprio una delle volte che dopo essere tornata dal mercato avvenne l’incontro con il famoso ospite della famiglia, era da tempo che parlavano di un famoso professore che aveva fatto delle importanti scoperte e invenzioni utili ai contadini.

Io stavo uscendo dalla cantina con in braccio una scatola di patate un po’ troppo pesante infatti  stava per cadere se due braccia forti non l’avesse presa giusto in tempo.  Immediatamente ringraziai il signore per il suo aiuto ma fu solo quando lo vidi in faccia e vidi i suoi occhi lo riconobbi, era lui, era il mio ragazzo dei funghi. Smisi immediatamente di parlare per la troppa sorpresa e per il troppo imbarazzo perché a quanto pare lui non mi aveva riconosciuta, devo ammettere che ci sono rimasta male.
Passai il resto della giornata pensando a Lui, ma la sorpresa fu ancora più grande quando scoprì che era lui il professore che la famiglia aspettava. Ricordo ancora ogni secondo di quel momento, era giunto ormai il momento del dolce ed essendo io la creatrice lo portai io a tavola, quando lo vidi seduto a tavola con la famiglia la mia sorpresa fu tanta.

disse lui con una voce strozzata.

< E dimmi Nella per caso conosci il paese di Murazzano?>
.
In quel momento lui si alzo dal tavolo facendo cadere la sedia e corse verso di me stringendomi in un abbraccio che di fraterno aveva ben poco ripetendo come una litania delle scuse per non avermi trovato prima o dei ringraziamenti a non so chi per essere riuscito a trovarmi finalmente.
Io mi persi in quel abbraccio tanto atteso, quell’abbraccio che racchiudeva promesse e parlava per anni di silenzi.

Da quel giorno lui inizio un corteggiamento che ricordava quello dei libri a lui tanto cari che mi narrava nei pomeriggi passati insieme in riva al laghetto della dimora, quando compimmo un anno di fidanzamento lui mi dono un boccettino che mi confesso aver comprato quando lui mi amava in segreto a Murazzano.
Riuscimmo a trovare i miei genitori e lui chiese la mono a mio padre sotto gli occhi scioccati dei miei fratelli e le lacrime di mia madre. In un primo momento mio padre non voleva accettare perché non lo conosceva ma quando il mio fidanzato rivelò la sua identità mio padre mi guardò negli occhi e mi chiese scusa, ovviamente accetto di vedere la sua unica figlia femmina in sposa al grande amore della sua vita.
Dopo il matrimonio rimasi in cinta per due volte un maschietto e una femminuccia a cui raccontiamo sempre la nostra storia. 
  
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