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Autore: putoffia    17/01/2012    2 recensioni
Una lacrima rigò il suo viso e strinse la foto al petto, accarezzandone la superficie con il pollice. Mormorò qualcosa, sperando che il suo Kurt potesse udire.
Purtroppo però non poteva. Non più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sono a casa!" disse Dave, affaticato dall'ennesima e frustrante giornata di lavoro.
"Amore, finalmente! Com'è andata?"
Al solito, le parole di sua moglie gli scivolavano addosso. Dava risposte monosillabiche, la baciava a stampo sulle labbra in modo innaturale, quasi come se fosse disgustato da lei, e viveva in quel mondo di ipocrisia senza riuscire ad evadere, tranne che per pochi istanti che consacrava a sé.
Ogni giorno, infatti, dedicava un attimo a se stesso e a ricordare chi fosse davvero lui. A ricordare la vera vita.
Si sedette sul letto con un tonfo e si tolse le scarpe, per poi prendere il portafoglio e sfilare con cura quella foto ormai consunta e sbiadita alla quale teneva così tanto.
Si sdraiò e cominciò a fissarla.
Quegli occhi azzurri erano magnetici, ipnotici, amava osservarli per ore. Una foto in quelle condizioni non era niente in confronto ad averli di fronte, ma poteva almeno rinfrescare il ricordo ogni qualvolta sentisse quell'azzurro limpido scivolare via dai suoi ricordi.
 
Cominciò a viaggiare con la mente.
All'inizio si detestavano. In realtà, Dave non lo odiava, era solo invidioso del suo orgoglio, della sua dignità nel mostrarsi ciò che realmente era. Era Kurt a odiare lui piuttosto, per il suo continuo e immotivato bullismo.
Così alla fine del liceo, semplicemente, dopo avergli chiesto scusa per tutta la violenza e la sofferenza che gli aveva causato durante gli anni delle superiori e dopo aver faticosamente fatto coming out, cominciarono ad uscire insieme, senza impegno.
E fu proprio durante una di quelle uscite che si scambiarono il loro primo bacio ufficiale, con Kurt che borbottava che quello in realtà era il loro primo bacio e che quello di anni prima negli spogliatoi del McKinley era solo una violenza. E Dave rideva ogni volta che la primadonna repressa in Kurt emergeva, lamentandosi del suo scarso romanticismo, del suo abbigliamento da uomo di Neanderthal, del suo linguaggio volgare ed inappropriato e della sua passione inspiegabile e stupida per i videogiochi e il football. Ma bastava che i loro sguardi si incrociassero per capire che il loro futuro era insieme. Solo ed esclusivamente insieme.
Dave ricordava ancora le notti d'amore, perfette e al tempo stesso troppo brevi.
I loro corpi intrecciati in abbracci profondi, il loro respiro profondo e i gemiti che si mescolavano perfettamente nel silenzio della notte.
Quei baci rubati per dispetto, distrattamente, e così dolci e profondi che gli bastava leccarsi le labbra per sentire ancora il sapore di quel burro di cacao così tanto da checca, come amava definirlo, suscitando l'ira di Kurt che cominciava a lamentarsi del suo cattivo gusto e gli esponeva i benefici dei prodotti per il corpo.
E nonostante a Dave importasse poco, se non niente, di tutto ciò, lo ascoltava e lo osservava con occhi adoranti, come se fosse tutto il suo mondo.
 
Una lacrima rigò il suo viso e strinse la foto al petto, accarezzandone la superficie con il pollice. Mormorò qualcosa, sperando che il suo Kurt potesse udire.
Purtroppo però non poteva. Non più.
Avrebbe voluto parlargli, dirgli quanto gli mancava, quanto avesse sbagliato a lasciarlo andare. Quanto adorava la sua voce, e quanto amava ogni singolo dettaglio del suo viso.
Avrebbe voluto riportarlo indietro, stringerlo nuovamente tra le sue braccia, così grandi e così vuote, riempite solo da una piccola foto sgualcita.
Era vuoto fuori, e dentro. Ogni volta che pensava al suo nome, gli si formava un groppo in gola. Si sentiva colpevole. Colpevole di ciò che era successo.
Ma poi cercava di risollevarsi, dando la colpa al destino, agli eventi incontrollabili. E un secondo dopo, era nuovamente smarrito, annientato dal senso di colpa. Il dolore non si attenuava, anzi, il fatto che i suoi ricordi stessero scivolando lentamente via da lui lo assillava e lo rendeva ancor meno speranzoso.
Era tutto svanito in un attimo. Il loro rapporto di odio-amore, il loro essere come il giorno e la notte, come il nero e il bianco, come l'alba e il crepuscolo, li rendeva unici ed inscindibili.
Eppure, qualcuno aveva voluto che il loro amore avesse una fine.
Una delle più brutte.
 
"Non ti voglio ascoltare! Sei una rottura di cazzo, Kurt! Sempre a dirmi le stesse cose! Non sono perfetto come te! Se non mi vuoi così come sono, mollami! Ma non mi obbligare a fare la che-"
"Non finire quella parola, non ti azzardare! Solo perché voglio che tu appaia un minimo decente non significa che non ti-"
"Fottiti! È da quando ci conosciamo che cerchi di cambiarmi! Vaffanculo! Tu hai rovinato la mia vita!"
La bocca di Dave si chiuse nel rimorso, mentre vide con la coda dell'occhio l'altro mentre usciva sbattendo la porta furioso.
 
Al ricordare tutto ciò, altre lacrime rigarono il suo volto.
Se solo...
 
"Signor Karofsky? Ci spiace, abbiamo fatto... Tutto il possibile per il signor Hummel."
Il suo mondo si sgretolò in un istante.
L'unico con cui riusciva ad essere se stesso senza timori, l'unico per cui aveva fatto coming out, l'unico che riusciva a fargli fare cose per lui impensabili, l'unico che riusciva a strappargli un sorriso in qualsiasi occasione...
Tutto per quel fottuto litigio.
 
Tutti quei pensieri lo svegliarono dal torpore e lo spinsero a recarsi lì, dove Kurt riposava da anni. Ci andava raramente, per non sentire le solite reiterate e monotone domande di sua moglie, ma ogni tanto ne aveva bisogno, perché ciò lo aiutava a sentirsi meno solo.
Una volta arrivato, raggiunse la lapide e si inginocchiò di fronte ad essa.
Appoggio le mani sulla lastra di freddo marmo bianco e abbassò la testa, sfogando tutte le lacrime che aveva in corpo. Kurt era l'unico che poteva assistere alla sua debolezza, a quei momenti da femminuccia che aveva ogni tanto. Il resto del mondo non doveva né sapere né lontanamente intuire che avesse versato lacrime o avuto momenti di sconforto.
Quelle lacrime erano solo per Kurt, e per questo solo davanti a lui doveva versarle.
Passò un dito sulla foto della lapide, sorridendo malinconicamente e chiudendo gli occhi come per cercare di ricordare i suoi lineamenti dolci e perfetti.
L'unica persona che l'avesse mai fatto sentire vivo se n'era andata, per sempre.
Dave sentiva il petto vuoto, non riusciva nemmeno a percepire i battiti del cuore. Come se Kurt glielo avesse portato via quel giorno.
Non sapeva amare, non sapeva sorridere, non sapeva più vivere.
Poco importava se il ricordo fosse vivido nella sua anima, era solo, senza più una ragione di vita, se non amarlo fino alla fine dei suoi giorni, per poi raggiungerlo e ricongiungersi a lui, finalmente.
 
All this money can't buy me a time machine, no 
Can’t replace you with a million rings, no 
I should have told you what you meant to me, whoa 
Cause now I pay the price

In another life, I would make you stay 
So I don’t have to say you were 
the one that got away
   
 
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