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Autore: vickydestroya    18/01/2012    2 recensioni
Portami ancora a vedere l'alba.
Quel momento sarà solo nostro, mio e tuo.
E poi scapperemo, dove nessuno ci vede.
Lontano da qui.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alba faceva capolino dietro alle montagne e una miriade di stelle si rincorrevano per scappare al più presto dalla luce.
Le mattine si assomigliavano tutte nella campagna del New Jersey, sembravano una lenta digestione dopo un ingordo pranzo natalizio.
Le città apparivano vuote e noiose, nessuno osava aprire le finestre e far filtrare la luce.
Nessuno tranne Mikey.
Fin da piccolo si era sempre alzato prima degli altri, prima del sole.
Voleva godersi la giornata fin dal suo estremo inizio, vedere la vita rinascere dopo ore di morte.
Mentre si stiracchiava a gambe incrociate sul letto fissava il pallido sole che lo abbracciava attraverso il vetro della finestra. Gli occhi bruciavano, però amava terribilmente quella sensazione di formicolio che si scatenava dentro alle cornee.
La scarpa destra poi la sinistra e infine una lunga sciarpona verde chiaro, schiarita dalla candeggina chissà quanto tempo fa.
I passi sull'erba ricoperta di brina scricchiolavano e i respiri ancora affannati dal sonno diventavano vapore al contatto con l'aria.
Erano anni che organizzava appuntamenti con la Mattina, eppure non si era ancora abituato al suo sapore frizzante che convolgeva in un colpo solo tutti i sensi.
L'aria di Novembre diventava sempre più gelida e incorniciava alla perfezione i colori di una giornata che ancora doveva iniziare.
Mikey continuava ad arrancare tra il prato incolto, assaporando ogni odore, ogni impercettibile suono trasportato dal vento e portando le mani alla bocca per scaldarle. Arrivato sul punto più alto della collina si fermò ad ammirare il panorama: Belleville non era cambiata di una virgola!
Le case, la chiesa, le scuole e i parchi, tutto era rimasto esattamente com'era. Nessuno aveva mosso un pezzo sulla scacchiera, era ancora tutto immobile, come lui, quasi paralizzato dai ricordi.
Iniziò a mordicchiarsi i lati delle labbra screpolate dal freddo. Si sentiva un minuscolo puntino immerso in un universo troppo grande per lui.
L'aveva sempre pensato, non era mai abbastanza, sempre fuori luogo, sempre inadatto.
Gli occhi rossi e le lacrime. Pensò che stessero per ghiacciarsi sulla pelle inaridita dal gelo.

Suicidio...

Quella parola l'aveva sfiorato più di una volta, ma quando la Morte era in punto di impossessarsi di lui era sempre riuscito a schivarla per un pelo.
Le dava sempre un ultimo gancio appena prima del suono della campana sul ring. Non era per niente fiero di se stesso, ma continuava ad andare avanti. E' proprio quando sei ad un passo dal cadere che riesci a trovare la forza per risalire un'altra volta.
Il ciglio del burrone sarà sempre vicino a te, ma non permettere che qualcuno ti ci faccia finire dentro.
La vita è troppo imperfettamente bella per lasciarsela alle spalle e buttarla così.
Un sorriso sulle labbra aride, asettiche e dannatamente perfette del ragazzo. Ritornò sui suoi passi, sul sentiero che aveva appena lasciato.


Potremmo essere perfetti un'ultima notte e morire come amanti delle stelle cadenti quando combattiamo.
E andremo avanti.







Ciao!
Grazie per essere arrivato fin qui, per essere stato paziente e aver letto ogni parola.
Aspetto la tua recensione! ;)
Questa è per Irene.
Per lei che non crede in se stessa, ma è perfetta così.
Ti voglio bene, sii forte! -Vicky
  
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