John, mio Dio, John...
Avrei dovuto saltare nel vuoto molto prima, abbandonarmi alla carezzevole metafora che avrebbe potuto avvicinarmi a te, fidarmi delle emozioni, delle genuine passioni umane, sempre criptiche ai miei occhi.
Temevo la vulnerabilità e mi sono accorto troppo tardi di essere con le spalle al muro.
Adesso mi rendo conto che avrei dovuto concedermi ai tuoi sguardi, alle tue parole, al tuo affetto, benché non sia tutt'ora sicuro di comprenderli appieno.
La lealtà con cui mi hai accompagnato, queste lacrime che sei riuscito a strapparmi, la voce roca, mentre le dita stringono il telefono in una morsa di panico, non posso ignorarli, sono i segnali di qualcosa che è successo tra noi...
Indefinibile, non contestualizzabile, solo nostro...
Nostro.
Non sono pienamente padrone delle mie emozioni e, questa volta, la droga non c'entra, il responsabile sei tu, John, che da laggiù continui a gridare il mio nome, pregandomi di restare dove sono.
Tu non lo sai, ma non posso desistere dai miei intenti.
Ti ingannerò, amico mio, ti farò soffrire, ma se questo vale a salvarti la vita, allora accetterò anche di non sentire più la tua voce rivolgersi a me...
Mai più...
“Goodbye, John...”
“Sherlock!”
N.d.A.: Spero che questa piccola double-drabble vi sia piaciuta. Ho già una long in corso, su Sherlock, ma non potevo non lasciare il mio tributo alla fine della seconda stagione. Se vorrete lasciarmi un commentino ne sarò felice!
Ros.