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Autore: Vespertilla    19/01/2012    2 recensioni
Scena del ponte della 3x11 che ha come protagonisti Stefan ed Elena: ho ricreato la scena dal punto di vista di Stefan. Buona lettura :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta avevo veramente passato il limite, avevo segnato una linea di demarcazione netta tra me ed Elena. Dopo questa sera, niente più avrebbe potuto riunirci,lei mi avrebbe odiato per sempre. Le avevo fatto bere il mio sangue con la forza e avevo minacciato di ucciderla,  per trasformarla in vampiro: ma, alla fine, Klaus si  dichiarò sconfitto e fermai la macchina sul ponte. Elena scese immediatamente, e io la seguii.
“Torna in macchina”
“Stai lontano da me” rispose Elena, in lacrime.
“Elena, sali in macchina” riprovai, sapendo che mai mi avrebbe prestato ascolto.
“Come hai potuto? I miei genitori sono morti cadendo da questo ponte. Io sono quasi morta. Lo sapevi, sei stato tu a salvarmi” Elena era sconcertata e piena di rabbia, di dolore, di odio.
Le sue parole, in quel momento, mi procurarono un dolore che non si può esprimere a parole. Non era solo il fatto di averla minacciata che aveva inevitabilmente innalzato un muro fra di noi, ma che avessi scelto proprio quel ponte. Ne ero perfettamente consapevole, l’avevo fatto apposta. Ma tutto quello che stavo facendo era cercare di proteggerla, e proteggerla come si deve vuol dire solo una cosa: eliminare Klaus. Non ce l’avrei mai fatta a distruggerlo se avessi continuato a far prevalere il mio lato umano: essere umano vuol dire avere debolezze, e con un tipo come Klaus avere debolezze vuol dire perdere tutti quelli che ami. Non  ero disposto a perdere Elena, anche se questo voleva dire farla soffrire nel peggior modo possibile. Non importava se lei mi avrebbe odiato per sempre, l’importante è che fosse sana e salva e non dovesse sempre rischiare la vita o dover vedere la morte dei suoi cari: troppe persone che amava se ne erano andate.
Le sue parole, in quel momento, mi trafissero il cuore più di qualsiasi altro paletto: il dolore fisico non sarebbe mai stato all’altezza di quello che mi stava soffocando. Allora cercai di giustificarmi, nel modo più goffo possibile
“Senti, doveva credere che l'avrei fatto davvero, ok? La tua paura ha funzionato.”
“E se non l'avesse fatto?” rispose Elena, guardandomi con tutta la rabbia che, in quel momento, la stava divorando.
La risposta alla sua domanda era una sola: non l’avrei mai uccisa, non ne sarei mai stato capace. L’amavo troppo, ma questo non l’avrebbe mai saputo. Avevo studiato alla perfezione quella messinscena, sapevo perfettamente che Klaus avrebbe ceduto, e come avrebbe potuto non farlo? Avevo tra le mani le due cose per lui più importanti: la sua famiglia ed Elena, il mezzo per creare altri ibridi. Per quanto Klaus fosse sempre stato disposto a sacrificare molte cose senza scupoli, mai si sarebbe sognato di rischiare così con me. Avevo costruito pian piano tutto: gli avevo mostrato in più occasioni di non avere nulla da perdere e di essere disposto a tutto pur di raggiungere il mio scopo. Volevo che scacciasse gli ibridi da Mystic Falls perché Elena e gli altri fossero al sicuro, e se per ottenere questo sarei dovuto diventare un mostro, ebbene così avrei fatto. Conoscevo tutte le debolezze di Klaus: lui, al contrario, convinto, come gli avevo fatto credere, che non tenessi più a nessuno, non aveva alcuna arma contro di me.
“L’ha fatto” risposi, con tutta la freddezza possibile: le emozioni non avrebbero dovuto tradirmi proprio in quel frangente.
“E se non l’avesse fatto?” ripetè Elena, disperata.
Non potevo dirle la verità, non adesso che avevo la situazione sotto controllo.
“L'ha fatto Elena! Ha fatto un passo indietro! Ha una debolezza! Se conosco la sua debolezza, posso distruggerlo!”
“Dopo tutto quello che è successo, importava solo questo? Distruggere Klaus?”
Questo successivo fendente mi ferì ancor più nel profondo, perché non era vero, ma la cosa peggiore è che lei avrebbe dovuto crederlo.
“Distruggere Klaus è l'unica cosa che mi rimane”
Fu la mia risposta, mi sentivo uno schifo a dirle tutte quelle cose orribili, avrei voluto stringerla a me e dirle che l’amavo e che saremmo stati per sempre insieme, ma non potevo: lei era lì, a pochissima distanza da me, e non potevo nemmeno sfiorarla. Nei suoi occhi vedevo l’amore per me che sfioriva, che stava marcendo sotto una montagna di odio e di rabbia.
“Avevi me!” urlò Elena in risposta, fra le lacrime.
“Ti ho persa nell'istante in cui ho lasciato la città con lui, solo che ancora non riesci ad ammetterlo.”
La mia risposta non era sincera: sapevo che aveva continuato a cercarmi anche dopo che io lasciai la città: ma era giusto così, doveva dimenticarsi di me e continuare con la sua vita.
“E’questo che stai facendo? Stai provando a farti odiare da me?”
Aveva perfettamente centrato le mie intenzioni, e la conversazione stava prendendo una piega pericolosa. Non riuscivo più a reggere la vista di lei così addolorata, fragile, delusa e una marea di altri sentimenti che esprimeva con gli occhi, senza che parlasse.
“Ormai non mi importa più cosa pensi di me, Elena”
Furono le mie ultime parole: dovevo andarmene, e dovevo farlo al più presto. E’ così, non mi importava cosa pensasse di me, se questo voleva dire proteggerla. Le voltai le spalle, salii in macchina e la lasciai sola, sul ponte.

  
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