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Autore: Nihal 98    19/01/2012    3 recensioni
Ed rimase qualche secondo a terra e, prima di chiudere gli occhi e immergersi nel buio più totale, pensò al mito di Icaro che volò troppo vicino al sole e poi precipitò giù perdendo la vita.
Anche lui come Icaro aveva osato troppo ben due volte e ora sentiva di aver perso tutto.
Questi furono i suoi ultimi pensieri, prima che il buio di quella calda notte lo immerse del tutto.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ero disteso sul mio letto.Sono disteso sul mio letto, almeno credo.Non ho il coraggio di aprire gli occhi, non dopo quello che è successo.Vorrei non avere gli occhi, vorrei non vedere per un attimo la schiacciante verità della vita.
Sento un dolore profondo, viene dal braccio?O dalla gamba?No, viene semplicemente dal mio cuore.
Spero che da un momento all’altro qualcuno entri nella stanza, sempre se mi trovo in una stanza, e mi porti via.Vorrei andare in Paradiso e volare tra le soffici nuvole, ma io non credo nel Paradiso, vorrei crederci, vorrei per un momento avere l’illusione che oltre la morte c’è qualcosa.
Apro gli occhi: intorno a me solo buio.
Dove mi trovo?Forse sono morto, è probabile.Oppure sono chiuso in una camera, o semplicemente non esisto più, sono cenere.
Provo ad alzare il busto, ma sento tutto così pesante.
Un dolore, questa volta viene dal braccio.
<< Aaaaah! >> urlo; ma sembra che nessuno mi senta, sono solo.
Mi passa per la testa un pensiero, che diavolo ci faccio qui?Dov’è il mio fratellino?
Cerco di ricordare, ma niente: dentro di me c’è solo vuoto. Odio il vuoto. Odio tutta queste situazioni e odio l’alchimia.
Sento un rumore, come se ci fosse una porta che si apre.Un cigolio e poi filtra un poco di luce, che mi permette di vedere una parete bianca, davanti a me.
<< Ed, come ti senti? >>, è la voce di una donna, una voce gentile, dolce, mi sento coccolato da quella voce.
<< Dove sono? >>, dalla mia bocca esce una voce che non è quella mia, una voce terribilmente debole, sembra quella di un malato, ma la donna non sembra accorgersene.
<< Sei in ospedale, Ed >>, scommetto che mi sta guardando nel buio, ma io non la riesco a vedere, mi infastidisce non vederla.
Un dubbio mi sfiora la mente: e se fosse Winry?
<< Winry sei tu? >>, chiedo.
Sento che la donna si è seduta nel bordo del mio letto e mi sta toccando la gamba che non è meccanica, la mia gamba, quella vera. Ha una mano leggera, sembra che sia fatta di petali di rose. Sento che ride, un risolino bello e genuino, un risolino da ragazza giovane.
<< Si, sono io >>, ora mi ha preso la mano e sì è distesa accanto a me, posso sentire il suo odore forte e buono, lo voglio ispirare profondamente, voglio che il suo odore si impossessi del mio corpo.
Lei mi continua a tenere la mano, ora e appoggiata alla mia spalla mi ha dato un caldo bacio sul collo.Sento un brivido in tutto il corpo.Dentro di me c’è una festa di colori, ma la stanza è nera.
<< Ed… >>, mi sussurra all’orecchio, << Si, dimmi >>, mi sento così calmo, come se tutte le preoccupazione del mondo fossero svanite nel momento stesso in cui lei aveva pronunciato il mio nome, << Baciami >>.
Mi giro, mi sembra di vedere i suoi occhi azzurri, la bacio, prima con dolcezza, poi con foga e di nuovo con dolcezza.Continuiamo così per qualche secondo, poi lei si ritira, come se l’incantesimo del nostro amore si fosse rotto, così senza motivo.
<< Ed…io… >>, la sento sottrarsi a me, << Perché? >>, le sussurro tenendole la mano, lei mi respinge, si siede nel bordo del letto, vorrei sedermi accanto a lei, vorrei baciarla di nuovo, ma non mi posso muovere, sento ancora dolore in tutto il corpo.
<< Ed, tu non sai perché sei qui >>, sta piangendo, lo sento, sento le sue lacrime, sento la sua voce spezzata.
Non deve piangere, non ora e non per un motivo a me ignoto, << Non mi interessa dove mi trovo, perché sono qui e tutto quello che è successo prima del nostro bacio.Voglio vivere questo momento con te >>, non pensavo di poterlo dire, non avrei mai pensato di dirle una cosa del genere, ma ormai ho detto ciò che ho detto e non ho voglia di aggiungere altro.
<< E non ti interessa nemmeno di tuo fratello Al?Di tua madre? >>, ora sta proprio piangendo, la sua voce è piena di dolore e io non capisco perché dice queste parole, << Che c’entra mia madre con me e te? >>, devo capire quello che sta succedendo, perché deve essere successo qualcosa di grave di molto grave.
<< Allora avevano ragione i medici…Non ricordi il motivo per cui sei qui… >>
No, non mi ricordo il motivo per cui sono qui!Non mi ricordo un cavolo di nulla!
<< No, non ricordo nulla Winry.Perché sono qui? >>, sento qualcosa dentro di me agitarsi, io so la risposta, è sicuro che la so, ma il mio cervello si rifiuta di farmi ricordare.
Perché?Perché si rifiuta?
<< Ed tuo fratello è…è… >>, il mio cuore batte forte, sento che tutto il mio corpo trema, non so perché ma mi scendono le lacrime dagli occhi e percorrono il profilo del mio viso, << Cosa è? >>, urlo, sento Winry fermarsi.
Me la posso immaginare immobile con gli occhi spalancati, la bocca aperta e i capelli biondi sciolti e morbidi.
<< Morto, Ed, lui è morto >>
Sento tutto sgretolarsi, vorrei urlare ma non mi esce nessun suono dalla bocca, non sento più nulla in tutto il corpo. Piango, prima piano, poi sempre più forte, urlo, ora sento qualcosa.
Dolore.
Winry piange.
Dolore.
Tutto intorno a me assume forma di dolore.
Provo ad alzarmi, voglio sbattermi la testa contro il muro, voglio morire ora in questo preciso instante, sento la disperazione che si impossessa del mio corpo che trema. Dolore, la mia testa è piena di questo.
<< Come? >>, urlo contro Winry, la sento muoversi verso di me, mi afferra per il braccio, prova a farmi distendere, ma questa volta sono io che la respingo, << Dimmelo! >>, non c’è la faccio più, devo sapere perché lui è…Non riesco nemmeno a pensare quella parola, non riesco a non sentire tutta la folle disperazione che si sta impossessando di me.
<< Infermiera! >>, Winry ha aperto la porta e sta chiamando l’infermiera, ma perché non va al diavolo?Che chiami pure l’infermiera, che chiami chi vuole lei, ma io voglio sapere perché non ricordo la morte di mio fratello.Voglio sapere perché è morto.
Cado per terra, Winry è uscita dalla stanza per cercare un medico o qualcuno che mi possa calmare, Winry è uscita per non sentire il mio dolore.
<< Perché?! >>, urlo contro me stesso, << Perché, Ed, perché? >>, devo sapere perché, devo sapere tutto.Ho il diritto.Chiudo gli occhi e come per magia ricordo, ricordo qualcosa come se fossi immerso in un sogno, siamo io e Al…
 
<< Sei sicuro che funzionerà? >>, chiese Al speranzoso, << Direi di si, spero di si.Deve funzionare Al >>, Ed era felice e emozionato, teneva in mano una pietra color avorio.
<< Prima che lo fai voglio chiederti una cosa Ed >>, disse Al bloccando con la mano meccanica il fratello, << E’ giusto che noi andiamo contro la natura?Contro il flusso naturale delle cose? >>, Ed guardò il tramonto, poi il fratello e infine la bara di sua madre, << Non lo so se è giusto e francamente non mi interessa.Io voglio indietro quello che mi appartiene, voglio la mamma, il mio braccio e la mia gamba e voglio vedere il tuo corpo >>.
I due fratelli rimasero in silenzio qualche secondo, poi Ed prese la mano del fratellino, << Procediamo >>, annunciò con voce sicura.
Dissotterrarono la tomba della madre e l’aprirono, ma non ebbero il coraggio di guardare al suo interno.Ed strinse la pietra color avorio, poi pronunciò delle parole in una lingua antica, sembrava Latino, ma non lo era.Prese la mano di Al, mise l’arto metallico all’interno della bara e afferrò quello che assomigliava ad un lembo di vestito.
Restarono così per qualche secondo, poi una luce rossa si sprigionò dalle mani dell’alchimista d’acciaio, seguita da una luce prima blu, azzurra, gialla e infine di nuovo rossa.Intorno a loro si formò un cerchio di trasmutazione che sprigionava, anch’esso, una luce rossa.
I due fratelli sentirono il loro corpo rimodellarsi.Al chiuse gli occhi, Ed continuò a ripetere quella cantilena.
Passarono cinque minuti.Le luci si spensero e il cerchio di trasmutazione scomparse.Ormai era notte fonda.
<< Al? >>, chiese piano Ed, cercando traccia del fratello, << Ed sono qui, sono vivo! >>, Al si scaraventò sopra il fratello.
Ed accese la torcia, e guardò il fratello che adesso aveva un corpo, poi osservò i suoi arti prima meccanici adesso fatti di pelle, si alzò in piedi.
<< C’è l’abbiamo fatta! >>, urlò saltando e abbracciando il fratello, << Grande Ed!Siamo due miti! >>
Edward si guardò intorno, poi si avvicinò alla bara e guardò al suo interno, era vuota, non c’era nulla.
<< Mamma! >>, provò a chiamare, ma nessuno rispondeva, << Ed, forse non siamo riusciti a riportarla in vita… >>, sentirono qualcosa muoversi alle loro spalle, si girarono, e saltarono in aria.
<< Bambini!Ma non mi riconoscete?Sono io la mamma! >>, una creatura dal corpo deforme si muoveva verso di loro.Aveva il viso trasfigurato in una smorfia di dolore, la pelle era rosa e raggrinzita, apposto degli occhi c’erano due punti rossi, non aveva capelli, e camminava ripiegata su se stessa.
I due fratelli si allontanarono terrorizzati, ma l’Essere si avvicinava a loro.
<< Al scappa! >>, urlò l’alchimista d’acciaio e cominciò a correre, ma qualcosa stava andando storto.Al era rimasto indietro e l’Essere gli era saltato addosso e sembrava lo stesse mangiando.
Edward non appena si accorse che il fratello era sotto le fauci di quell’Essere tornò indietro, ma era troppo tardi. L’Essere aveva la bocca sporca di sangue che colava, la mani a forma di artiglio, anch’esse sporche di sangue. Ed si precipitò vicino a quel che rimaneva del suo fratellino, ma vide solo il cranio di Al fracassato e le orbite vuote.
L’alchimista sentì la furia della disperazione assalirlo, saltò addosso a quell’Essere, ma il Mostro lo graffiò in pieno viso, proprio dove c’erano gli occhi, procurandogli un dolore mortale.Il ragazzo, però, rimase in piedi, seppure tremante e spaventato riuscì a riunire i suoi poteri giungendo solo le mani.Una luce bianca si sprigionò dalle sue mani e travolse tutto.
Ed rimase qualche secondo a terra e, prima di chiudere gli occhi e immergersi nel buio più totale, pensò al mito di Icaro che volò troppo vicino al sole e poi precipitò giù perdendo la vita.
Anche lui come Icaro aveva osato troppo ben due volte e ora sentiva di aver perso tutto.
Questi furono i suoi ultimi pensieri, prima che il buio di quella calda notte lo immerse del tutto.
 
Edward sbarrò gli occhi. Era disteso in un letto, la stanza era illuminata da una fioca luce che gli ferì gli occhi. Il ragazzo si girò e si toccò gli arti, erano ancora meccanici.
“Era solo un sogno…”, pensò.
Ma proprio nel momento in cui fece quel pensiero si guardò allo specchio posto di lato al letto.
Sopra i suoi occhi c’erano due cicatrici non ancora del tutto rimarginate. Edward passò la mano sopra di esse sperando di avere un’allucinazione, ma c’erano.
Chiuse gli occhi e il doloresi impossessò di nuovo di lui.
 
Grazie per aver letto.
Per chi non l’avesse capito in questa piccola “storia” che ho scritto Edward è in ospedale dopo aver tentato di resuscitare la madre, riavere gli arti e donare a suo fratello un corpo. L’esperimento è finito male, infatti, nonostante i due fratelli hanno riavuto il loro corpo, la madre si tramuta in un mostro che li vuole divorare.Alla fine Al muore, mentre Ed riesce a salvarsi grazie ai suoi poteri.
E’ la prima storia che pubblico e spero vi piaccia, anche se francamente per me non è molto bella.
Aspetto le vostre critiche sia positive che negative.
Vi ringrazio ancora per aver letto.
Ciao, Roberta. 
  
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