Anime & Manga > Junjou Romantica
Ricorda la storia  |      
Autore: PuccaChan    19/01/2012    8 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sia successo tra Isaka e Asahina quando il primo si è intromesso nella cena tra Usagi e Misaki (ep. 7, 1° stagione dell'anime, o se preferite Junjou romantica act. 4 del manga)? Beh, io sì... ed ecco ciò che ne è venuto fuori. Enjoy it! ^_*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Asahina, Ryūichirō Isaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Lasciami andare… dannazione! Ho detto lasciami!”
Isaka liberò il polso dalla sua stretta con uno strattone e lo fissò torvo, ma Asahina sostenne tranquillamente il suo sguardo. “Che stavi facendo, Ryuichiro-sama?”
“Non sono affari tuoi! E comunque, niente di male!”
“A me sembrava il contrario.”
“Ah, sì??”
“Mi sembrava che ci stessi provando con Usami sensei.”
Isaka trasalì con rabbia, mentre Asahina rimaneva impassibile.
“Non… non è vero. Ho solo bevuto un bicchiere di troppo e…”
“Quindi lo ammetti.”
“Che cosa?”
“Di aver bevuto. Mi pare che ultimamente succeda un po’ troppo spesso.”
Senza aggiungere altro Isaka gli voltò le spalle e s’incamminò lungo la zona che conduceva all’uscita dal ristorante. Dopo un attimo di stupore, Asahina lo seguì. “Non ignorarmi, Ryuichiro-sama.”
“E tu smettila di chiamarmi con quell’appellativo! Te l’avrò detto migliaia di volte! Adesso non c’è nessuno, puoi anche evitare di essere così formale!”
Uscirono insieme sul marciapiede e Isaka fermò un taxi; non disse nulla quando Asahina salì insieme a lui.
“Dove andiamo?” chiese il tassista.
Isaka gli diede l’indirizzo e l’auto partì. Durante tutto il viaggio nessuno dei due disse una parola: Asahina gli lanciava ogni tanto un’occhiata, ma non osò infrangere il silenzio.
Nonostante tutto il tempo trascorso insieme c’erano ancora molte cose di lui che non capiva. Non capiva come potesse essere tanto spensierato e infantile, a dispetto dei suoi 32 anni suonati, e non capiva perché mai preferisse sempre trincerarsi dietro quei maledetti silenzi che duravano ore e ore, piuttosto che parlargli chiaramente. A volte aveva l’impressione di non conoscerlo affatto.
Quando il taxi arrivò a destinazione Isaka scese, sempre tacendo, ed entrò subito in casa (lasciando che fosse l'altro a pagare la corsa); entrando a sua volta, Asahina lo trovò in cucina davanti al frigorifero aperto. “Ryuichiro-sama, adesso basta bere!” esclamò, raggiungendolo e chiudendo di scatto lo sportello.
“Dimmi perché te ne importa” mormorò Isaka girandosi verso di lui; Asahina vide che era tutto rosso e con gli occhi lucidi, e non riuscì a capire se fosse perché aveva bevuto troppo o per altro.
“Ma che domande mi fai? Dovresti conoscere la risposta…”
“No, invece! Non lo so perché dovrebbe importarti ancora di me!”
Asahina lo guardò sbalordito, mentre Isaka era talmente infervorato che tremava tutto da capo a piedi.
“Ryuichiro-sama…”
“Sei sempre così… dannatamente accondiscendente. Niente di tutto quello che io possa fare ti sconvolge, non è così? Non ti accorgi più di me, in pratica…”
“Ma che cosa stai dicendo?”
Doveva essere l’alcol a parlare, non c’erano dubbi. Non si accorgeva più di lui? Ma che diavolo voleva dire?
Isaka alzò gli occhi su di lui e lo guardò con tristezza; aprì la bocca per parlare, ma poi ci ripensò e la richiuse, scuotendo la testa. Gli passò accanto lentamente e andò a sedersi sul divano del salotto attiguo, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e prendendosi la testa tra le mani.
“Da quanto tempo stiamo insieme, io e te?” mormorò.
“Sono dieci anni… quasi” rispose Asahina dopo un momento.
“Già. Dieci anni il mese prossimo” fece Isaka con un leggero sorriso. Asahina andò a sedersi accanto a lui.
“Perché non mi spieghi cosa c’è che non va?” gli chiese con dolcezza.
Isaka inspirò profondamente, passandosi le mani tra i capelli per poi incrociarle sulle gambe, ma non rispose.
“Ti ho fatto qualcosa?”
“Certo che no…”
“Però ce l’hai con me. Dimmi per quale motivo.”
“Io… non è che ce l’abbia con te. È solo che…” Isaka si bloccò di nuovo e gli lanciò una rapida occhiata; adesso sembrava quasi imbarazzato. “E’ solo che… ho paura.”
“… Di cosa?”
“… Di perderti.”
Asahina sbatté alcune volte le palpebre in rapida successione; ok, adesso sì che non ci capiva più niente.
“Ho paura che dopo tutto questo tempo tu possa… esserti stancato di me” continuò piano Isaka, come se gli avesse letto nel pensiero. “Sai, ultimamente penso spesso a come siamo diversi, noi due. Tu sei tanto responsabile ed efficiente quanto io sono infantile e spensierato. Non so davvero perché uno come te debba voler stare insieme a uno come me. E così… visto che ultimamente mi è sembrato di notare che tu ti sia, diciamo… raffreddato nei miei confronti, avevo paura che forse… volessi lasciarmi…”
Isaka chinò la testa senza più guardarlo, e Asahina si sentì attraversare da un’ondata di tenerezza. Allora era questo il problema… aveva paura che lui non lo amasse più?
Nonostante fosse un uomo di successo e occupasse una posizione lavorativa piuttosto importante, Isaka era anche una persona molto fragile. Il suo cuore bramava affetto e aveva bisogno di essere continuamente rassicurato; ad Asahina invece bastava solo che lui ci fosse, che fosse sempre al suo fianco, perché comunque non passava giorno senza che Isaka lo facesse sentire amato: sia al lavoro, quando lo cercava e gli sorrideva con gli occhi, sia quando rincasavano la sera e lui si gettava tra le sue braccia baciandolo con tutta la passione di cui era capace, bisognoso com’era di stringersi al suo corpo e fargli sapere che era ancora suo, solamente suo, dopo essersi dovuto trattenere per tutto il giorno… forse Asahina, complice il fatto che non doveva quasi mai fare lui la prima mossa, lo aveva trascurato senza accorgersene. Adesso capiva perfettamente le paure di Isaka e si sentì in colpa, anzi, per non averlo mai notato finora.
Dieci anni… anche se in realtà erano insieme da una vita.
Lo abbracciò di slancio, con il cuore stretto dal rimorso, e bisbigliò: “Non potrei mai lasciarti, Ryuichiro-sama... ti ho promesso che sarei stato sempre al tuo fianco, ricordi?” Si staccò da lui e gli prese il viso tra le mani, appoggiando la fronte contro la sua, e continuò: “Tu sei il mio cuore… come potrei mai abbandonare il mio cuore?”
Una lacrima scivolò leggera sulla guancia destra di Isaka; Asahina la raccolse con le labbra. Dio, quanto lo amava: amava ogni cosa di lui, la sua semplicità d’animo, il suo essere così sopra le righe, le sue debolezze, il suo ardente bisogno d’amore.
“Me lo giuri…?”
“Te lo giuro… adesso e per altri 100 anni.”
Finalmente Isaka sorrise e si allungò in avanti finché le loro bocche si unirono; Asahina fece scivolare le mani lungo la sua schiena e lo strinse forte.
“Kaoru…” sussurrò Isaka contro le sue labbra, “non badare a quello che ti ho detto stasera; non smettere mai di essere così.”
“Così come?”
“Esattamente così come sei. Formale, efficiente, e tutto il resto. Non vorrei correre il rischio di non riconoscerti più…”
Asahina ridacchiò brevemente. “Hai la mia parola… Ryuichiro-sama.”

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: PuccaChan