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Autore: ila_D    19/01/2012    12 recensioni
Salve! Questa è la prima fanfiction che scrivo e pubblico, perciò non siate troppo duri con la sottoscritta ^///^ E passiamo alla storia ora u.u
Diciamo che è partito tutto con un "e tu? hai mai pensato a Elena&Klaus?" ebbene come avrei potuto non pensarci! così ho iniziato a buttare giù qualcosa ed eccomi qui!
La fanfiction riprende dalla fine della puntata 3x05 e svilupperà una propria trama. Buona lettura! ila_D
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Klaus, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Klaus stava per baciarla. E lei non lo stava respingendo. Lei voleva che lui la baciasse.

Tra loro non vi era più nessuna distanza, i loro corpi si toccavano.

Elena aveva brividi che le correvano su per tutto il corpo, non riusciva a controllarsi. Aveva chiuso gli occhi, sentiva il suo profumo sempre più intenso.

Era possibile provare qualcosa di così forte? Nemmeno Stefan la faceva sentire a quel modo.

Sentì le sue labbra sfiorarle la guancia, poco distanti dalla bocca.

Una vocina, in un angolo recondito della sua mente che ancora pensava, la fece rinsavire.

Aprì gli occhi.

Non poteva retrocedere, era attaccata allo specchio del camerino. Mise le mani sul petto di Klaus e iniziò a spingerlo via.

Anche lui si fermò di colpo, con uno sguardo spaesato, come se non sapesse cosa fosse successo. Fece alcuni passi indietro, con un'espressione sconvolta sul viso.

Mai Elena avrebbe pensato di vedere un'espressione simile sul suo volto.

Sentiva le lacrime premere per uscire. L'aveva respinto. Perchè era la cosa giusta.

Tante immagini le invasero la mente, con una rapidità che le fece quasi male fisicamente, e non riuscì più a trattenerle.

Klaus fissava la ragazza. Che diavolo aveva fatto? Non si riconosceva più. Lui non era così. Lui non era più così.

Elena si era accasciata contro lo specchio, gli occhi gonfi di lacrime. Probabilmente lei ora pensava le stesse cose.

Ma lui...come aveva potuto la sciarsi ingannare così da un ricordo? O forse doveva smettere di mentire a se stesso: quello non era un ricordo. Quello era il suo ricordo.

E lui ancora non aveva superato quello che era accaduto.

Uscì dal camerino senza dire una parola. Vide Rebekah che stava venendo in quella direzione.

-Nick? Che è successo?!-.

Doveva avere una faccia davvero insolita in quel momento. Mormorò un "niente" e si allontanò più in fretta che potè.

-Elena?-.

Rebekah era entrata e la guardava inebetita. In tutta fretta cercò di asciugarsi le lacrime e di rialzarsi.

-Che diavolo è successo? Mio fratello aveva un'espressione sconvolta e fidati, è piuttosto raro.-. Elena non voleva confidarsi con Rebekah: punto primo,non si fidava abbastanza di lei; punto secondo,era probabile che andasse a spifferare tutto Klaus.

-Prendo questo vestito- disse a mezza voce.

Rebekah le si avvicinò.-Posso immaginare cos'abbia sconvolto mio fratello. Ma non capisco perchè tu sei in quello stato- disse scandendo ogni parola.

-Non fare la furba con me-. E se ne andò anche lei.

Elena si mise jeans e maglietta e uscì dal camerino. Dopo aver affidato gli acquisti alla cassiera, si sedette in un divano del negozio.

Lei non aveva un soldo. Doveva per forza aspettare Klaus e Rebekah.

Era impossibile che fosse accaduto veramente. Klaus l'aveva quasi baciata.E lei non si era sottratta. Lo stesso pensiero si presentò di nuovo: perchè lo voleva.

Si vergognò di se stessa. L'unica cosa che gliel'aveva impedito era stata l'immagine di Jenna nella sua mente. Jenna. Non poteva fare questo a lei. Le si formò un groppo in gola.

Stava diventando una persona orribile. Dio, Klaus è l'assassino di Jenna!pensò, colui che ha distrutto la tua vita.

Cosa avrebbero pensato i suoi genitori guardandola adesso? E John, che era morto per salvarla da Klaus?

Voleva scomparire.

 

Rebekah non riusciva a ritrovare il fratello. Aveva girato mezza città e di lui nessuna traccia. Doveva trovarlo. Doveva parlargli.

Era evidente che ancora pensava a quella ragazza, e con la copia sputata davanti, per lui le cose si erano fatte più difficili.

Era sempre della convinzione che se avesse svegliato il resto della sua famiglia, ci sarebbero stati meno problemi. Quando si è con la propria famiglia, si riesce a superare insieme qualsiasi cosa. Era sicura che con il loro sostegno Klaus potesse andare avanti, e lasciar perdere il fatto degli ibridi. Sospirò e riprese le ricerche.

 

Damon aprì la porta.

-Strano tu abbia bussato-.

-Conosco anch'io le buone maniere Damon- disse Katherine, che entrò senza fare troppe cerimonie. -Cosa vuoi?- domandò il vampiro seccato.

-Dare una mano, ovvio-.

Nel salotto c'erano anche Caroline, Alaric e Jeremy. Per quanto ne sapeva Damon, Bonnie non era venuta perchè aveva avuto un impegno "importante", Stefan era scomparso dicendo che doveva andare dal suo vero amico: Klaus, Tyler non pervenuto.

-Allora qual'è il piano, super eroi? Indossare il mantello e volare dalla povera Elena in pericolo?-.

Gli altri non risposero.

-Scherzavo, mancate proprio d'umorismo-.

-Dobbiamo scovare Michael. Se vogliamo vincere una volta per tutte contro Klaus, lui è essenziale. O almeno, essenziale è l'arma che vanta di possedere- disse il vampiro.

-Ma come lo troviamo? Finchè Bonnie non si fa viva è praticamente impossibile- disse amaro Jeremy.

-Puoi ancora vedere la fidanzata morta?- domandò Katherine.

Jeremy alzò un sopraccicglio.

-Lei può andare ovunque senza essere vista, non ci metterà molto a scovarlo-.

Alaric annuì. -È un'idea- .

-Non funziona così- rispose Jeremy. -Non so bene perchè, ha detto che non è possibile-.

-Siamo punto e a capo- fece Damon stizzito.

-Io so dove potrebbe essere diretto Klaus- affermò Katherine, rompendo il silenzio che si era creato.

 

Stufa di starsene senza fare nulla, Elena uscì dal negozio di corsa. Il rumore del traffico e della città in un primo momento la stordì.

Prima di tutto doveva capire in quale città si trovava. Dopo aver fatto qualche metro lesse un manifesto di uno spettacolo. Cleveland.

Era abbastanza lontana da Mystic Falls. Considerato che erano stati più di un giorno in viaggio.

Era ancora in tempo per tornare a casa. Avrebbe messo fine all' assurda situazione che si era venuta a creare con Klaus. Solo il suo nome le metteva addosso una strana sensazione.

Il sole era già basso, iniziava il crepuscolo. Affrettò il passo per trovare velocemente un qualche mezzo che la riportasse a casa.

Ecco, nel tentativo di ritrovare il furgone, si era persa. E adesso? Non conosceva la città e non conosceva nessuno. Non aveva il telefono e nemmeno un centesimo. Insomma, non poteva neanche mettersi in contatto con qualcuno che la recuperasse.

Posso immaginare cos'abbia sconvolto mio fratello.

Le parole della vampira continuvano a ronzarle nella mente. Cosa aveva spinto Klaus a baciarla? E perchè era così sconvolto? Non riusciva a capire.

Si fermò e si guardò intorno. Ora era quasi buio e qualche persona si ritirava nella propria casa.

Ah, quanto voleva trovarsi a casa sua in quel momento! Seduta nel divano a guardare un film,con la coperta e una tazza fumante di cioccolata...il suo stomaco brontolò. Effettivamente era dal giorno prima che non toccava cibo.

Era piuttosto tardi, aveva fame ed era stanca. Perchè nè Klaus nè Rebekah si erano fatti vivi? Sconsolata, si sedette in una panchina appartata.

 

Klaus aveva lasciato il furgone poco distante da dove si trovava. Era fuori città, adesso, dopo essersi nutrito.

Ancora pensava a quel pomeriggio. Se lei non l'avesse spinto via, avrebbe baciato Elena.

Come un povero stolto, l'aveva confusa. Certo, erano uguali, ma Elena non era lei.

Però aveva sentito una scarica elettrica appena si erano avvicinati, toccati.

Un crudele scherzo del destino?

I suoi occhi vedevano solo fuoco.

Le sue orecchie sentivano solo le sue urla.

E lui era là, impotente, costretto a guardare senza poter fare niente per salvarla.

Urlò il suo nome, tentando disperatamente di fare qualcosa.

"Niklaus!"

Il suo nome fu la sua ultima parola.

Il suo nome gridato con una tale disperazione, come una supplica.

Un ultimo grido e smise di dibattersi.

Il fumo continuava a salire lento verso il cielo.

-Sei qui-.

Klaus si voltò di scatto. -Bekah...-.

Lo guardava con un cipiglio severo. -Devi smetterla Nick- disse risoluta. -Non puoi continuare a torturarti in questo modo. Ti rendi conto degli anni passati?-.

Klaus non rispose. Si limitò ad abbassare lo sguardo.

-Nick, ascolta- provò di nuovo sua sorella. -Devi...-.

-Smettila! Smettila! Non credi che abbia provato a dimenticare?- gridò -Non credi che abbia già provato in ogni maniera possibile, eh Rebekah?-.

Non era più riuscito a contenersi. Era pieno di frustrazione e sensi di colpa.

-Non è stata colpa tua...- disse Rebekah.

-Non è stata colpa mia?- fece una breve risata. -È come se io l'avessi uccisa! Io! Perchè sono un mostro! Perfino i miei genitori mi ripudiavano.

Il suo autocontrollo stava scemando, sentiva salire le lacrime.

-Nick non è vero... per quanto rigurdava nostra madre almeno. Lei ti amava, così come me e gli altri!-.

Si avvicinò a lui. Gli mise una mano sulla guancia.

-Tu non sei un mostro. Capito? Non lo sei- sorrise -perchè se tu fossi un mostro, io cosa sarei?-. Rise. Rebekah era fantastica. Poi qualcosa attraversò la sua mente.

-Dimmi che non hai lasciato Elena da sola-.

Rebekah sgrenò gli occhi.

-Dimmi che non l'hai lasciata libera di scappare-.

-Ecco io non ho pensato... sono corsa a cercarti e...-.

-Dannazione!- sbottò. -Sali! Dobbiamo cercarla!-.

Non poteva permettere che scappasse. O che le succedesse qualcosa.

Perchè ti serve il suo sangue, pensò. Si, è solo questa la ragione. Non deve importarti nulla di lei.

E allora perchè quest'ansia improvvisa?

-Nick.. è stata Elena vero?- gli domandò Rebekah.

Si voltò.

-Voglio dire, a causa sua hai ricordato lei?-.

Non poteva negare. Rimase fisso a guardare la strada. Doveva ammettere però, che qualcosa aveva provato.

Che fosse nostalgia o meno, era troppo presto per dirlo.

 

Elena fece di tutto per passare inosservata quando due tipi sembravano puntare nella sua direzione. Sperò che non la vedessero. Non sembravano proprio bravi ragazzi.

-Ehi bellezza!-.

Speranza vana.

-Come mai tutta sola a quest'ora?-.

Non rispose.

-Ti abbiamo fatto una domanda, rispondi!- fece il secondo, avvicinandosi barcollando a lei.

Pure ubriachi, pensò.

Si alzò e iniziò ad allontanarsi, lentamente, con naturalezza. Perchè aveva un brutto presentimento. Ma si sentì strattonare per il braccio. -Perchè non vieni con noi a divertirti?-. Risero sguaiatamente. -Lasciami subito.- disse Elena.

-Altrimenti che fai? Tiri fuori le unghie?-.

-No, meglio- disse Elena, e sferrò una ginocchiata al ragazzo, dove non batteva il sole.

Si voltò e iniziò a correre.

-Maledetta!-.

Sentiva la voce dei ragazzi dietro di lei, stavano per raggiungerla. I muscoli le dolevano da morire ma non poteva fermarsi. Non voleva immaginare cosa sarebbe accaduto se si fosse fermata soltanto un secondo. Perchè non era rimasta in quel dannato negozio? Non ce la faceva più, stava esaurendo le forze.

Rallentò di poco, ma subito fu afferrata con violenza per la spalla.

-Presa- ghignarono quelli.

Cercò di divincolarsi, ma anche l'altro ragazzo la tenne ferma.

-Lasciatemi!- gridò.

Ma sembravano finiti in una strada deserta. Poche luci. Era sola.

-Grida pure, tanto non ti sentirà nessuno- disse uno.

La paurà si fece strada dentro di lei. Non aveva scampo contro quelli.

La sbatterono al muro e mentre uno la teneva ferma, l'altro inizio a toccarla.

-Lasciatemi!- ripetè divincolandosi.

-E sta ferma!- dissero.

Le misero una mano davanti alla bocca, e poi sentì un dolore sordo alla nuca.

Non poteva finire così, pensò. Stava per perdere i sensi.

D'improvviso, il ragazzo che stava facendo scorrere la zip dei jeans, si accasciò al suolo emettendo un rantolo strozzato.

Il ragazzo che la teneva ferma si voltò. -Ma cos...-. Non finì la frase, cadde a terra anche lui.

Elena vide avvicinarsi la figura che l'aveva salvata.

Mai era stata così felice di vederlo.

-Klaus- disse.

Il sollievo la travolse quando lui si avvicinò ulteriormente. -Tutto bene?- domandò.

Elena fece sì con la testa, ma finora non si era accorta di tremare.

Klaus notò che non stava per niente bene. Se non fosse arrivato in tempo... le mise un braccio intorno alle spalle e l'attirò a sè.

-Vieni, andiamo via-.

Elena instintivamente si strinse a lui. Ora si sentiva più tranquilla. Al sicuro. Il suo abbraccio era forte e protettivo.

Il dolore alla testa non cessava, la vista iniziava ad appannarsi.

Ma non poteva perdere i sensi adesso. Non voleva che Klaus la portasse in braccio fino al furgone. Non sarebbe più stata in grado di guardarlo in faccia.

Aumento la presa sulla sua maglietta e si fermò. Fece dei respiri profondi a occhi chiusi.

-Sai, puoi anche lasciarti andare adesso-.

Sentì la voce di Klaus distante. Fece come aveva detto: si lasciò andare.

Al diavolo l'imbarazzo che avrebbe provato, inevitabilmente, al risveglio!

L'ultimo pensiero che formulò fu che doveva parlare con lui. Voleva chiarire quant'era successo. Prima di scivolare nell'oblio, sentì distintamente le sue braccia sollevarla e appoggiarla al suo petto marmoreo.

 

 

 

 

Note dell'autrice u.u

 

Bene, rieccomi qui. Sarò molto breve questa volta. Mi scuso in anticipo se il capitolo è bruttino, ma questa settimana (e credo anche le seguenti -.-) è stata un inferno >.< Praticamente l'ho scritto mentre studiavo storia, filosofia, matematica... un pò di getto ecco u.u

Non ho neanche riletto, ecco ora siete avvisati XD

Prima di tornare a studiare, volevo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno recensito, ben 9!

 

Silvietta1994

LadyJonas

Eris666

Aniel

ELENA98

lucythebest02

Nali Stone

_Sol92_

_Ericuzza_

 

Grazie, siete fantastiche! ç.ç *commossa*

Detto ciò, come sempre, recensite per dirmi le vostre impressioni, critiche, consigli e quant'altro! Accetto tutto! x) Pleeeaase!

Un'altra cosa: spero di riuscire ad aggiornare entro una settimana come al solito, ma non assicuro più niente, la scuola mi sta portando via tutto il tempo!

A presto,

ila_D

 

 

 

 

  
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