© Johann Heinrich Füssli, "L'incubo"
Notturno
L'indomito vento degli antichi
faraoni,
che travolge nella sua corsa celeste
i picchi imbevuti di notte, ebbri
di stelle, e le fronde marine,
e le cupe vallate ondose,
e i cuori ansanti delle grandi
nubi sorelle dei bambini,
sussurra adesso, con parole d'arpa
tra queste lenzuola plumbee,
fin sul mio cuscino umido
di rugiada,
la crudele ballata d'Afrodite
e del suo demoniaco corteo,
che troppo presto hanno abbandonato
questi pugni avidi di petti
da strappare,
e queste labbra assetate di lacrime,
e questi denti affamati di baci
roventi, da mordere e ingoiare.
Sarebbe bello non vivere,
in inverno,
ma morire di dolce languore
come rondine nell'estivo cielo straniero.