Shopping - Ikuto

L'unica domanda che mi pongo è perché. Perché capitano tutte a me. Me lo sto chiedendo da quando siamo arrivati. Sono ormai ore che lei continua a sfilare davanti a me. Come del resto farebbe una qualunque ragazza normale con il suo ragazzo. Il problema è che a me annoia da morire stare qui. Non che mi dispiaccia osservarla mentre si mette in posa di fronte a me, una volta uscita dal camerino con capi diversi. Mi piace vedere il suo viso attento a mettere bene il maglione celeste che si è provata. Gli occhi gialli che scorrono sul suo corpo per controllare che sia tutto a posto. Le sue gesta per sistemare il maglione ed evitare le pieghe che il tessuto crea. Poi adoro lo sguardo che mi rivolge e il sorriso, mentre mi chiede come sta, mettendosi in posa. La mano sinistra sul fianco e la testa leggermente inclinata verso la sua destra. Io la guardo dentro di me meravigliato, ipnotizzato da quello che mi fa provare quella ragazzina più piccola di me di sei anni. Per non tralasciare quello che provo, solo per poterla stuzzicare un po', faccio un mezzo sorrisetto di scherno e le dico:

- Se devi sembrare un sacco di patate questa è la via giusta.

Lei mette il broncio e le mani su entrambi i fianchi.

- Uffa, ma ci sarà una maglia che ti piace! - sbotta.

- Quello che mi chiedo è perché mi esci fuori con la maglia… - dico malizioso come sempre.

La vedo arrossire e mettere le mani davanti al petto come a controllare di essere vestita. Faccio una risatina per poi sorridere in un modo che faccio raramente.

- Sto solo scherzando.

Vedo il suo viso tornare calmo, con lo sguardo che mi chiede se sto scherzando oppure se dico la verità.

- Abbiamo finito? - le domando con la voce leggermente sfinita.

- Ti annoi così tanto a venire a fare shopping con me? - mi chiede con quegli occhi dolci da cucciolo.

Distolgo lo sguardo, altrimenti non riuscirei a trattenermi. Certo, mi annoierei di meno se mi permettesse di sbirciare mentre si cambia. Purtroppo però mi permette di farlo solo in un posto. Qui, davanti a tutti si vergogna.

- No, non è così… - tento di dirle.

Lei continua a guardarmi speranzosa. Sospiro.

- Va bene hai vinto, continua a fare la modella… - le dico scherzosamente mentre la vedo sorridere e ritirarsi in camerino.

Quando esce indossa dei jeans blu notte. Una maglietta che le lascia nude le spalle, celeste.

- Allora, come sto? - mi chiede leggermente rossa. La maglia è un po' trasparente e il bordo superiore rischia di mutarsi in una tremenda scollatura da un momento a un altro. Ormai sono passati tre anni, il seno non è più inesistente come una volta.

- Se compri quella maglietta te la pago io. - le dico con il mio solito sguardo d'intesa.

Lei arrossisce e rientra in camerino.

- Te lo scordi! - esclama imbarazzata.

Io rido. Non cambierà mai. Quando esce di nuovo indossa una gonna blu con sopra una felpa bianca con i bordi azzurri. Si è fissata con questo colore, è l'unica cosa che mi viene in mente in questo momento.

- Allora? - mi chiede sorridente.

- Carino, ma dimmi una cosa… - le dico lasciando la frase in sospeso. La vedo fare una faccia strana, confusa e curiosa. Mi avvicino a lei lentamente, per poi avvicinare le mie labbra al suo orecchio. So già che sta arrossendo e questo mi fa sorridere. - Non è che ti ho trasmesso la passione per il blu?

Le chiedo malizioso. Quando mi allontano un poco posso notare il viso di Amu rosso d'imbarazzo. Avrà capito il doppio senso? Beh… dopo quello che le ho insegnato credo proprio di si.