Simpatizzo con la gente che soffre e lotta, dovunque. Non fa alcuna differenza sotto quale bandiera sia nata, o dove viva.
Ciononostante, non rappresenta il pensiero del presidente. E neanche quello di Alfred, ma ciò dipendeva dal fatto che essendo la Nazione Capitalista non gli fa vedere altre soluzioni.
“Dovrebbe firmarlo, lo sa.”
La penna, però, è lasciata sul tavolo, lontano dalle mani di uno o dell' altro.
“Presidente, non possiamo permette a quei miseri comunisti di mettere le mani su ciò che ancora non è stato contaminato!”
L' orologio corre, troppo veloce per i loro respiri. Sta scadendo, suicidandosi a suon di bombe e armi.
“Non è troppo tardi e lo sappiamo entrambi. Firmi. Quel. Foglio.”
Un ultimo sguardo. Poi la mano prende la penna e firma. L' ultimo, sanguinante di nero, decreto.
Un sorriso, poi Alfred poggia una mano sulla spalla del presidente Truman.
“Le porterò i suoi saluti a Braginski.”
I passi si allontanano, il silenzio diventa il sovrano.
Il prezzo del blocco del comunismo in Giappone è un semplice decreto.
Ma cosa sono milioni di vite in confronto a un' ideologia sbagliata?
Di sicuro non toccherà a Truman dare quella risposta.
Note notose.
Sono passati anni dallo scoppio dell' atomica in Giappone, eppure quasi nessuno potrebbe immaginare cosa ci cela dietro.
La guerra era finita oramai. Le uniche battaglie in corso erano quelle tra America e Giappone, ma anche quella era al limite.
Sarebbe finita “bene”, se l' URSS non avesse deciso di entrare in guerra contro il Giappone.
E cosa sarebbe successo se avesse vinto il comunismo? Ve lo lascio immaginare.
L' America non poteva permetterlo. E stop.
Benvenuti nel capitalismo.
La citazione è di Eugene Debs.