Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
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Autore: mizuki95    21/01/2012    2 recensioni
One-shot un pò idiota su tutti i personaggi di Sekai-ichi hatsukoi. Ci sono tutti i personaggi, e tutti a parte Ritsu interpreteranno i personaggi di fiabe occidentali. "Tutto ciò che lo circondava erano alberi su alberi.
Come diavolo era finito in una foresta?
Onodera si fermò a riflettere: sicuramente quello era solo un sogno."
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà, gente! Eccomi con la mia prima one-shot spiritosa (almeno credo...)! Parliamo un pò di questa: all'inizio doveva essere una specie di fiaba raccontata da Kirishima a sua figlia come storia della buona notte, ma ho bocciato questa opzione perchè non so nulla della bimba e so pochissimo di Kirishima, avendo letto solo le prime quattro parti del primo capitolo della Novel, e non volevo scrivere spropositi. Mino è lo Stregatto perchè ha un carattere piuttosto ambiguo; Kisa e Yukina il Gatto e la Volpe perchè...boh, credo perchè Kisa mi ricorda i gatti e il colore dei capelli di Yukina nell'anime ricordano il pelo di una volpe xD; Tori e Chiaki, invece, sono Kay e Gerda della fiaba della Strega delle Nevi (chi pensa a Narnia verrà colpito dall'attacco speciale di Yukina! e.e) perchè sono gli unici due personaggi di una fiaba occidentale che ricordo che sono amici d'infanzia e vicini di casa, come per l'appunto Tori e Chiaki. Perchè Chiaki, nonostante incarni un personaggio femminile, viene considerato come un ragazzo? Non volevo infierire, già dandogli un nome femminile è abbastanza non credete?; Infine, Yokozawa è il fedele servitore della Regina delle Nevi, mentre Kirishima...boh, chissà cos'è! Lascio a voi la scelta! Takano-san invece è la Regina delle Nevi per via della sua testardaggine e per il suo orgoglio, tipico di un nobile (?). Ritsu, poichè non sapevo a chi affibbiarlo, l'ho fatto diventare il protagonista che fa il sogno assurdo, e di conseguenza il finale è rivolto in questa direzione. Adesso che vi ho spiegato il tutto, vi lascio alla lettura! Siate buoni\e e recensite! Fatemi sapere che ne pensate!

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 Tutto ciò che lo circondava erano alberi su alberi.

Come diavolo era finito in una foresta?

Onodera si fermò a riflettere: sicuramente quello era solo un sogno.

Sì, sicuramente era svenuto durante il lavoro «Se fosse davvero così, devo svegliarmi prima che Takano-san mi becchi!» pensò incamminandosi in uno dei tanti sentieri tracciati sul terreno.

Mentre camminava senza nemmeno sapere dove andare, più che altro con la speranza di svegliarsi da quell’assurdo sogno, vide qualcosa muoversi in un cespuglio. Gli si avvicinò cautamente, e da questi sbucò un Kisa con addosso solo una lunga maglia che correva via da uno dei commessi della fumetteria in cui il libro di Satou-sensei aveva riscosso un discreto successo, che credeva si chiamasse Yukina, che lo inseguiva.

La cosa stupì non poco il ragazzo, che notò solo dopo qualche secondo delle orecchie e delle code che i due avevano sulla testa e sull’osso sacro.

 Scosse velocemente la testa e dopo aver preso un profondo respiro si avviò nuovamente verso una direzione a caso, quando però qualcosa gli saltò sulla schiena, facendolo finire con la faccia sul terreno, e lo chiamò «Kay!» «C-chi?» provò a dire cercando nel contempo di alzarsi da terra, ma con l’altro accovacciato tranquillamente sulla sua schiena era un tantino difficile.

 L’altro, intuendolo, si scusò e con un salto salì sopra un ramo dell’albero di fronte ad Onodera, che vedendolo bene in faccia esclamò stupito «Yoshikawa-sensei!»

«Chi?» domandò Chiaki «Io sono Gerda. E tu?»

 «Ah, ho dimenticato che questo è solo un sogno…in ogni caso, che ci fa qui?» domandò l’altro pulendosi i vestiti impolveratisi.
A quella domanda il viso di Chiaki assunse un’espressione depressa ed il ragazzo, del resto, iniziò uno strano monologo «Fino a non molto tempo fa vivevo felice con il mio migliore amico in due case molto vicine non molto lontane da qui. Eravamo da soli, ma felici. Però ieri abbiamo litigato pesantemente, e oggi non era più a casa. Sto cercando Kay dappertutto, ho paura che sia stato rapito dalla Strega delle Nevi! Sono solo un ingenuo orfanello, come riuscirò a salvare Kay?»

 «Aspetti, aspetti!»

«Dammi del tu!»

 «Ehm…aspetta un attimo…Strega delle Nevi? Chi è?».

 In quel momento la cavità dell’albero assunse le fattezze di un viso umano, più precisamente quello di Mino, che sorridendo disse «La Strega delle Nevi è la diabolica tiranna che governa questo mondo»

«Mino-san?!» esclamò Onodera saltando all’indietro dallo spavento, ma Chiaki scese dall’albero e lo chiamò con un nome diverso

«Stregatto!»

«Sono contento di rivederti, piccolo» gli disse continuando a sorridere Mino, e i due iniziarono una tranquilla conversazione.

 Onodera, dal canto suo, si considerò ufficialmente impazzito quando Mino uscì letteralmente dall’albero, e si mostrò con due orecchie sulla testa che muoveva di tanto in tanto ed uno strano costume da gatto addosso dello stesso colore dei suoi capelli.

Questi, accorgendosi delle occhiate che gli rivolgeva Onodera, si voltò verso costui e disse sempre sorridendo «Anche a te la Strega delle Nevi ha sottratto qualcosa?» «Eh? No, no…» rispose Onodera, ma mentre rispondeva così Mino estrasse una chiave gigantesca dall’albero, fischiò con due dita, e quando in pochi secondi un grande corvo bianco si appollaiò sul suo braccio, lui gli sussurrò qualcosa e consegnatagli la chiave lo salutò con una mano mentre quello volava via.

 Tutto sotto lo sguardo di uno sempre più sbigottito Onodera, che domandò «C-cosa gli ha dato…?»

 «Eh? Nulla di importante…» disse sorridendo al suo solito Mino «Soltanto l’unica chiave che ti permetterà di uscire da questo mondo»

«Cosa ha fatto, Mino-san?!» sbottò Onodera, ma Mino non si scompose minimamente «Ho ristabilito l’ordine delle cose. Sono lo  Stregatto»

 «Comunque sia, Mino-san…ora come dovrei fare ad uscire da qui?» chiese Onodera sempre più scoraggiato da ciò che la sua mente era in grado di produrre, ma Mino sorridendo disse solo «Sono lo Stregatto» questa volta, però, impugnava nella mano destra l’albero da cui era uscito nemmeno cinque minuti prima, sorreggendolo sopra la propria testa «Sono lo Stregatto» ripetè sorridendo, e Onodera capì che se non lo avesse assecondato avrebbe rischiato davvero.

 All’improvviso riapparvero Kisa e Yukina, e il primo esclamò «Se state andando dalla Strega delle Nevi, vi accompagneremo pure noi!»

«Ah?! Noi non stiamo andando da nessuna parte!» sbottò Onodera, ritrovandosi però davanti un Chiaki sul punto di scoppiare a piangere che ripeteva «Kay…» a bassa voce. 

«Va bene, stiamo andando da questa famigerata strega. Ma Kisa-san, che cosa può averle sottratto? Anzi prima, cosa diavolo siete voi?» domandò Onodera indicando le orecchie dei due, e Yukina rispose sorridendo affabilmente «Siamo il Gatto, lui, e la Volpe, io».

 Il ragazzo sentì che ci capiva sempre meno, e mentre si domandava perché diamine ci fossero in quello strano sogno solo personaggi di fiabe occidentali, sentì Kisa mormorare «Quella vecchia bagascia ha osato rubarmi i soldi che avevo faticosamente rubato a quel citrullo di Pinocchio…non la perdonerò mai! Voglio il suo cadavere tra le mani!» ma poi sorridergli con tranquillità e dire a voce più alta «Allora, andiamo?»

«La strada è per di là»disse Mino indicando loro un sentiero poco battuto con l’albero sradicato.

 I quattro si avviarono tutti contenti dopo averlo salutato e ringraziato.

 Nel frattempo Onodera pregava insistentemente nella propria mente che quell’assurdo sogno avesse fine.

 «Ah, Kisa-san, ma perché prima correva via mezzo vestito?» domandò al più vecchio dello strano gruppetto, ma quello si limitò ad arrossire e a cambiare discorso «Piuttosto, tu non ci hai ancora detto come ti chiami!» «E’ vero!» disse Chiaki smettendo di canticchiare «Sono Onodera Ritsu…» rispose Onodera con poca voglia di presentarsi, poiché si sentiva sempre più ridicolo a dar corda ad un sogno assurdo come quello «Ricchan! Posso chiamarti Ricchan?» chiese Kisa sorridendo, e l’altro annuì.

Yukina, nel frattempo, si era messo ad odorare il sedere di Chiaki, che avendolo preso per un gioco correva con tutte le forze che aveva per seminarlo e vincere.

 I due li guardarono stupiti, e dopo che Kisa ebbe gridato «Maledetta fase in calore! Osa toccare qualcuno che non sia io e ti metto il pepe nel culo!» li rincorse mettendosi a quattro zampe e inveendo contro Yukina, mentre Chiaki rideva correndo e Onodera li perse di vista dopo nemmeno mezzo minuto.

Dopo aver sospirato per l’ennesima volta, realizzò di essere in una zona sconosciuta di una foresta grande chissà quando, e soprattutto i ringhi animaleschi che sentiva dietro di lui non erano per nulla amichevoli.

Ebbe a stento il tempo di voltarsi che si ritrovò faccia a faccia con cinque lupi neri molto più grandi del normale, con grandi fauci e occhi iniettati di sangue. Non servì altro per farlo scappare a gambe levate gridando come un idiota.

Nonostante si ripetesse che fosse inutile correre in quel modo perché era solo un sogno, il terrore che provava al pensiero di ritrovarsi alla mercé di quelle bestie era piuttosto realistico!

 In quel momento sbucò in un grande spiazzo, dove non più di cinquanta metri davanti a lui compariva il portone aperto di un gigantesco castello bianco.

 Corse con le ultime forze che aveva ed entrò nel castello, ma quelli non smisero d’inseguirlo.

 Ormai stremato, si fermò alla base di una colonna e attese il momento in cui lo avrebbero azzannato e quindi forse si sarebbe risvegliato, quando nel castello entrarono pure Yukina, Kisa e Chiaki «Ragazzi!» esclamò mentre le bestie si erano fermate per osservare i nuovi arrivati.

«Bravo Ricchan, hai trovato il castello della Strega delle Nevi! Peccato che tu sia stato scoperto dai suoi guardiani!»

«Non mi interessa se sono guardie o meno, qualcuno li faccia sparire!» esclamò Onodera sempre più stufo di quell’assurdo sogno, e in risposta Kisa sorrise e gridò «Volpe, vai!».
 
Yukina fece una specie di breve ululato e si lanciò contro le bestie inferocite che lo attaccarono senza pensarci due volte, quando Kisa gli diede un ordine alquanto strano

«Volpe, sorridi!»

 Yukina sorrise con il suo tipico sorriso a trentadue denti, e le numerose rose che lo circondarono comparendo dal nulla scagliò contro i lupi, che scapparono uggiolando e con la coda tra le gambe.

 Chiaki esultò tanto per finire in bellezza la scena, mentre Onodera si sentiva impazzire.

 In quel momento da sopra la grande scalinata che avevano accanto verso i piani più in alto comparse Yokozawa, vestito come un nobile francese dell’Ottocento che puntandogli contro la spada disse a gran voce, per farsi sentire da tutti loro «Come osate intrufolarvi nel castello della Strega delle Nevi? Punirete con la morte un simile affronto!» e urlando una parola in una lingua sconosciuta lanciò un attacco con la spada talmente potente da sfondare il terreno.

 A causa di ciò vennero sbalzati ognuno in una direzione diversa, tranne per Yukina e Kisa, poiché la volpe aveva fatto da scudo il gatto con il proprio corpo e lo stringeva tra le braccia, e quindi il gruppo si divise nuovamente.

 Yukina e Kisa si ritrovarono in una grandissima stanza da letto, e cosa più importante accanto al letto trovarono le monete rubate. Però, dopo che le ebbero prese, si ritrovarono per magia fuori dal castello;

 Chiaki, impossibilitato dalle pietre delle colonne cadute a raggiungere gli altri, si avviò verso l’unica corridoio che poteva percorrere, che scendeva verso il sottosuolo.

Fu lì che ritrovò Hatori, impegnato a cucinare «Kay!» esclamò abbracciandolo, ma l’altro non era altrettanto contento di quella visione

«Che ci fai qui,Gerda?>

«Come, che ci faccio qui?!» sbottò Chiaki «E’ da un’intera mezza giornata che ti cerco! Ho creduto che mi avessi abbandonato dopo il litigio di ieri…» Hatori posò il mattarello che aveva in mano e staccandoselo di dosso chiese «Come? Non me la sono presa. Non lo hai letto il mio biglietto?»

«Eh? Quale biglietto?»

 «Santo cielo, Gerda! ll biglietto che ho lasciato sul mio cuscino stamattina! Quello che diceva chela Strega delle Nevi mi aveva chiesto di prepararle un cibo pieno di sostante nutritive per affrontare il gelido inverno in arrivo!»

 «Quindi…non eri stato rapito dalla Strega? Che bello!».

 Hatori sospirò pesantemente, decidendo di rinunciarci, e lasciando un veloce bacio sulle labbra del ragazzo, se lo caricò in spalla. Al diavolo il favore che doveva alla Strega delle Nevi, era la prima volta che vedeva Chiaki così preoccupato per lui!

Nel frattempo Onodera, che si trovava faccia a faccia con un ancor più temibile del solito Yokozawa, che gli lo aveva già ferito in numerose parti del corpo, mentre lui poteva solo scappare e salire di piano in piano alla disperata ricerca di quella benedetta chiave che avrebbe fatto terminare quel pazzesco sogno.

 Ebbene, proprio dalla porta che aveva superato, sbucò Kirishima Zen,  l’editore-capo di una sezione della Marukawa Shoten, che sorridendo ambiguamente iniziò uno scontro spada contro spada con Yokozawa, finito con la vittoria schiacciante dell’ultimo arrivato, che coronò la sua vittoria rubando un bacio al nemico e trascinandolo con forza ma apparentemente senza alcuno sforzo per il colletto nella stanza da cui era sbucato.

 Onodera non vide nulla di tutto ciò, troppo occupato a correre.

Dopo un po’ vide una porta diversa dalle altre, una porta che gli sembrava di conoscere…

Quando l’aprì, con il cuore in gola, vide la camera di Takano-san quando era un liceale, identica all’unica volta in cui vi aveva messo piede. Ecco perché gli sembrava familiare quella porta!

«Ben arrivato, Onodera» disse la voce di Takano-san, semi-seduto sul davanzale della finestra, vestito come un principe occidentale

«T-Takano-san? Che ci fai qui?» domandò Onodera avvicinandosi all’uomo, che sorridendo accorciò la distanza che li separava circondandogli il fianco destro con un braccio, mentre con la mano libera gli prese delicatamente il viso e rispose, sorridendo «Perché sei tu a volerlo»

 «S-smettila di scherzare, Takano-san!» disse l’altro distogliendo lo sguardo dall’imbarazzo, con entrambe le mani appoggiate sul petto dell’altro per aumentare le distanze

«Piuttosto, hai visto la Strega delle Nevi? Dovrebbe avere una chiave grande all’incirca così…»

 «Certo che l’ho vista» affermò Takano-san avvicinando il suo viso al proprio

 «E-e dove? Non starmi così vicino, Takano-san!»

 «Semplice» disse infine l’uomo, rubandogli un bacio veloce «Sono io la Strega delle Nevi» e questa volta gli diede un bacio non solo molto più appassionato, ma anche più lungo.

 Onodera spese sì e no solo cinque secondi chiedendosi perché era definito “Strega” piuttosto che “Stregone”, ma la cosa perse subito importanza quando il profumo dell’uomo lo inebriò, quando poté sentire le sue mani sul proprio corpo, la sua lingua danzare con la propria e…
 
 
«Svegliati, Onodera!» gridò Takano-san non solo svegliandolo ma anche facendogli venire un colpo.

Onodera si mise a sedere si scatto, osservandosi intorno.

 Come aveva presupposto, si era addormentato nuovamente sul lavoro «Muoviti, c’è un sacco di lavoro da fare!» gli disse ancora l’uomo, mentre lui cercava di riprendersi dall’assurdo sogno che aveva fatto.

Senza dubbio, pensò, era tutta colpa di Takano-san se aveva fatto un sogno assurdo come quello!

 Mentre pensava questo, però, l’uomo lo superò sussurrandogli una corta frase nell’orecchio.

Questo bastò per farlo arrossire come un peperone e svegliarlo completamente.

 
“Se hai tanta voglia di dormire, sappi che le mie braccia sono sempre disponibili”
 
 

The end

  
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