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Autore: JJane    21/01/2012    9 recensioni
Ambientata dopo l'episodio 3x12, ergo SPOILER per coloro che non stanno seguendo la III serie.
Dalla storia:
-Sai, non mi aspettavo lealtà nei confronti di tuo fratello che ha perso tutto per salvarti la vita, ma speravo che i tuoi sentimenti fossero abbastanza forti da mettere al di sopra la sua felicità, non la tua-.
Mi voltò le spalle e cominciò a salire le scale, ma la discussione non finì così, non per me.
Lo raggiungo sulla porta della sua camera e mi paro di fronte a lui.
...
Ho deciso di concludere la fic con questo capitolo, perché mi sembrava la giusta fine: non sono brava a raccontare come si evolve la storia tra Damon ed Elena, quindi mi limito a descrivere come vorrei che cominciasse!
Nell'ultimo capitolo mi sono permessa di riprender e modificare degli avvenimenti degli episodi 13 e 14!

Ringrazio tutti per le recensioni, vi risponderò personalmente!
A presto,
Jane
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò così inaspettato, che il pugno mi fece cadere in ginocchio. Non appena sentii il sapore del mio sangue uscire dal labbro spaccato, realizzai il motivo di quella violenza.

-Deduco che abbiate fatto una chiacchierata. E che tu non abbia voglia di parlarne-.

Si avvicina prepotentemente a me per fissarmi dritto negli occhi.

-Se tu l'amassi davvero, l'avresti respinta. Lei merita molto più di questo- soffia sprezzante, indicandoci -e invece ti sei lasciato baciare come un bastardo egoista!-.

Nell'istante in cui la vecchia sedia di legno si frantuma contro il muro di fianco al camino, io cerco di capire quello che mi sta dicendo. Respinta? "Lasciato baciare"?

-Sai, non mi aspettavo lealtà  nei confronti di un fratello che ha perso tutto per salvarti la vita, ma speravo che i tuoi sentimenti fossero abbastanza forti da mettere al di sopra la sua felicità, non la tua-.

Mi volta le spalle e comincia² a salire le scale, ma la discussione non finisce qui, non per me.

Lo raggiungo sulla porta della sua camera e mi paro di fronte a lui.

-Ho votato la mia vita a trovare un modo per riportarti da lei, da quando te ne sei andato, Stefan! Ho impiegato ogni singolo minuto della mia esistenza a proteggere Elena, mentre tu non c'eri; l'ho aiutata, sostenuta e consolata durante la tua assenza e non me ne sono mai, mai approfittato. Mi sono sentito in colpa, quando mi hai detto perché hai salvato Klaus: colpevole di volerla, di amarla. Eppure non l'ho mai sfiorata. Non ho mai cercato di portartela via- sbotto in preda alla rabbia -ma poi mi sono detto: "al diavolo! Se devo sentirmi in colpa, lo farò per un buon motivo", e l'ho baciata-. ammetto deciso.

Il ricordo di quel bacio è così forte da far scemare ogni altra emozione o sentimento che mi anima in quel momento.

Stefan abbassa lo sguardo, sembra riflettere.

-Io l'ho persa nel momento in cui ho scelto di salvarti la vita donandomi a Klaus-.

-No, non è vero- ricordi amari mi affollano la mente -l'hai persa quando hai deciso di dimenticarti chi sei-.

Mi guarda negli occhi e un sorriso spento gli increspa le labbra.

-Ecco chi sono- dice allargando le braccia -Klaus mi avrà  costretto ad andare con lui, ma le scelte che ho fatto da quando mi ha liberato, sono solo mie-.

Mi volto e lancio uno sguardo alla sua stanza. Mi sembra trascorso un secolo dall'ultima volta che l'ho visto lì dentro con lei, felici.

-Stefan non essere melodrammatico: lei ti ha aspettato fino all'ultimo istante! Ti sta ancora aspettando...- aggiungo con tono arrendevole -Non è successo niente tra noi: io l'ho baciata e Elena mi odierà per questo. Tutto come al solito: dipende solo da te-.

-Hai ragione tu, Damon. Non hai fatto niente per portarmela via, è lei che finalmente mi ha lasciato andare- il sorriso amaro che gli dipinge il volto tradisce, per la prima volta da mesi, un'emozione -non ti odia, Damon, non ti odia-. Sussurra lasciandomi solo.



-Ehi-.

La vedo trasalire attraverso lo specchio, mentre si pettina i capelli.

-Ciao-.

Sposto un cuscino e mi sdraio.

-E' stata una lunga giornata, Damon- esordisce avvicinandosi -vorrei che finisse presto-.

Con un sorriso malizioso, mi sposto dall'altra parte del letto e le scosto le coperte.

-Non scherzare, perché sei qui?-. Dice ostentando indifferenza.

-Dimmelo tu-.

Alza gli occhi al cielo, ma poi si siede di fianco a me.

-Dovevo dirglielo, Damon-.

-Beh, grazie per avermi tolto il divertimento!- Ironizzo.

-Cosa ti ha detto?-.

-Non mi ha fatto tanto male-. Rispondo massaggiandomi la guancia.

Spalanca gli occhi, incredula.

-Ha avuto una reazione, Elena- e mi rendo conto del peso della mia affermazione, senza nemmeno guardarla negli occhi -il tuo esperimento è riuscito-. Concludo amaro.

Si alza di scatto, percepisco la sua arrabbiatura.

-Stai insinuando che io glielo abbia detto per innescare una reazione? E' questo che pensi?-.

-Quello che so è che l'ha avuta-.

-Sei uno stupido, Damon!- sbotta inferocita -Gliel'ho detto perché mi sentivo in colpa-.

-Avresti potuto fingere che non fosse successo, io avrei fatto lo stesso-.

Il silenzio che cala tra noi mi costringe a guardarla.

-Mi sentivo in colpa che lui non lo sapesse, non peraverti baciato-.

Le sue parole sono come uno schiaffo e, improvvisamente, mi sento uno stupido.

-Non mi importa che abbia avuto una reazione e che questo significhi che il suo lato umano è ancora lì, da qualche parte dentro di lui, Damon... E' troppo tardi- ammette sedendosi di nuovo sul letto.

-Elena- vorrei trovare la frase giusta da dire, la cosa giusta da fare, ma riesco solo ad articolare parole sconclusionate -non è troppo tardi... Se tu lo vuoi, se... lo ami ancora- la vedo abbassare lo sguardo e le mie certezze si frantumano.

-Non lo so più, Damon- dice rialzando lo sguardo, ha gli occhi gonfi di lacrime -o, forse, lo so da un pò- si asciuga una lacrima con decisione e rivedo l'Elena forte e decisa che conosco -lo Stefan che amavo non esiste più e quello che conosco, non potrei amarlo mai-.

-Non è in sè-.

-Penso che non sia mai stato così tanto se stesso-.

Lo crede davvero e, forse, da qualche parte nei miei ricordi e nei miei pensieri, c'è la stessa amara verità .

-Sono stanca, Damon- dice infilandosi sotto le coperte.

Io faccio per alzarmi, ma poi mi volto e la guardo.

La tentazione di baciarla è così forte che devo farmi del male fisico per non cedere.

E' bellissima.

E mi guarda.

“"...speravo che i tuoi sentimenti fossero abbastanza forti da mettere al di sopra la sua felicità , non la tua."

Mi chino e, accarezzandole i capelli, le sfioro la fronte con le labbra.

Sarà lei a decidere se sono in grado di renderla felice, non io.



  
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