Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: xLumosFlame    21/01/2012    3 recensioni
- I COBRA STARSHIP SARANNO QUI IL 28 MAGGIO! - gridai tutto d'un fiato.
Ci fu una pausa. Quando finalmente riuscì ad associare le mie parole al loro significato la sentii urlare un soffocato – Oddio davvero?! -
- Sì e tu vieni con me vero? -
- Ma che domande fai? Che poi non ho un ossessione per Gabe Saporta grande quanto la tua ma un pensierino glielo farei volentieri eh! -
- Beh magari la prossima volta perché prima c'è il mio turno. - dissi io seria.
- Come scusa? - chiese non capendo di cosa stavo parlando.
- Andiamo, non mi lascerò sfuggire questa occasione. -
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cobra Starship
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2.

SEI MESI DOPO
Ci misi tutto il giorno prima a decidere cosa indossare. Niente sembrava abbastanza adeguato, eppure ero stata ad un sacco di altri concerti. Beh ma questa volta era diverso, questa volta avevo un piano a cui tra l'altro avrebbe collaborato quel figo del padre di una mia amica che lavorava lì! Faceva uno di quegli omoni a mio parere fortunatissimi che stanno sotto al palco per assicurarsi che nessun fan impazzito tenti di salirci o di tirare giù/strappare dei pezzi del o della cantante. In questo caso lui avrebbe dovuto fare l'esatto contrario, assicurarsi che io entri nel backstage. Potrebbe rischiare il posto per questo, ma lo sappiamo tutti che tra gli amici di sua figlia io sono la sua preferita. Almeno credo. Non importa, comunque ha accettato l'incarico anche a condizione di non dire niente ai miei e se riusciamo nell'impresa gli sarò debitrice a vita. Perciò ci voleva un abbigliamento consono (e anche eventualmente veloce da sfilare!).
- Vuoi che ti accompagno io? - chiese mio padre mentre per sicurezza mi provavo davanti allo specchio un'alternativa alla canottiera scelta in precedenza.
- No grazie! - mi affrettai a rispondere, non volevo certo che rovinasse i miei piani diabolici.
- Sicura? Guarda che è difficile trovare parcheggio là vicino... - osservò.
- Non di mattina! Suvvia, non credo che proprio tutti siano così ossessionati da loro da andare ad accamparsi là davanti. - risposi mentre mi rimettevo la canottiera rosa pallido su cui avevo scarabocchiato la scritta “Gabe Saporta made me go bad”.
- Ma è pericoloso! Chissà che ora sarà quando dovrai tornare a casa. Secondo me è meglio se ti accompagno e ti vengo a prendere dopo, come abbiamo sempre fatto. -
- Non ti preoccupare per il dopo, probabilmente dormirò da Alice che non abita lontano. - dissi mentre raccattavo la mia felpa nera e la borsa dello stesso colore da sopra il letto.
- Ma.. -
- Ciao papi! - lo interruppi passandogli di fianco uscendo dalla mia stanza.
Dopo aver salutato mia madre e mio fratello che stava facendo colazione (anche se mi stupii trovarlo alzato già alle nove di mattina) mi avviai verso il garage e salii in macchina. Misi il cd Hot Mess e alzai il volume, avviandomi verso casa della mia amica.

Dopo un paio d'ore parcheggiai e andai a citofonarle appena più in là. Mi aveva chiesto se doveva tenermi un posto in garage, ma poi decidemmo che tornare a piedi di notte fonda non sarebbe stata una buona idea. Quando scese ci abbracciammo forte, era un sacco di tempo che non ci vedevamo di persona nonostante ci tenessimo in contatto tutti i giorni. Non era cresciuta di un centimetro, continuava ad arrivarmi al naso.
- Come stai? - mi chiese continuando a sorridere.
- Agitata. E tu? -
- Anche, ma al momento prevale la fame perché non ho fatto colazione! -
Decidemmo così di andare a prendere uno Starbucks, tanto non mi avrebbe fatto male. Volevamo andare in quello più vicino allo Showbox ma optammo per quello sotto casa sua visto che ormai le facevano sempre uno sconto.
Poco dopo salimmo in macchina e cercammo un parcheggio nei dintorni di quel fatidico locale dove si sarebbe tenuto il concerto. Era quasi mezzogiorno. Notammo che purtroppo c'era già della gente davanti, d'altronde questa era l'unica possibilità di vedere i Cobra per i fan di Seattle e dintorni.
Verso le quattro mentre io tenevo il posto ad entrambe Alice andò a comprare un paio di panini e qualche schifezza per intrattenerci (io comunque avevo con me i cicles che non si sa mai), ma il pomeriggio sembrava non finire mai. Nonostante mi stessi divertendo a stare in compagnia della mia amica l'ansia saliva e controllavo l'ora ripetutamente. Loro erano già lì dentro? Quando sarebbero arrivati? Un sacco di domande mi rimbombavano nella testa.
Quando finalmente si fecero le sette le porte aprirono e ci fu permesso di entrare. Ci precipitammo il più velocemente possibile verso il palco facendoci largo tra la massa di ragazzini (soprattutto femmine, molte più giovani di noi) e persino qualche adulto ma la prima fila era già stata conquistata. Sgomitando un po' riuscimmo comunque ad andarci molto vicino.
Con estrema lentezza, ma anche le nove arrivarono. Qualche tecnico vagava sul palco ma continuava a non esserci traccia di nessun membro dei Cobra Starship. Pensai che era sicuramente colpa di Gabe che doveva stare davanti allo specchio a farsi bello. Non che non lo fosse già, naturalmente. Ad ogni modo con mezz'ora buona di ritardo le luci si spensero completamente. La folla emise un boato che aumentò quando il palco si illuminò poco dopo e la band era comparsa sul palco. Strillai più forte che potei stritolando il braccio di Alice che aveva già iniziato a saltare mentre si sentivano le prime note di Good Girls Go Bad. Quando Gabe si girò verso il pubblico e incominciò a cantare trattenni il fiato. Quella mezz'ora di ritardo era servita eccome, era stupendo nel vero senso della parola. Indossava dei jeans di un colore non definito tra il marrone, il viola e il rosso, una t-shirt bianca con una stampa sul giallo e un cappello abbinato che verso la fine lanciò al pubblico ma finì troppo indietro perché riuscissi a prenderlo... Però mi consolò il fatto che durante You Make Me Feel ha allungato la mano e sono riuscita a toccargliela!
Quando poco meno di due ore dopo stava per salutare annunciando la fine del concerto Phil (il padre della mia amica) mi fece l'occhiolino che mi fece capire che era tempo di agire. Diedi un bacio sulla guancia di Alice per salutarla (le avevo parlato del mio piano ma non si fidava e aveva deciso di restarne fuori, bah peggio per lei l'avrei raggiunta a casa sua dopo) e mi lanciai letteralmente verso il palco scavalcando in un modo o nell'altro chiunque mi ostacolasse, tenendo comunque ben stretta la borsa. Phil mi prese e mi trascinò fuori (mi aveva fatto mettere in posizione strategica tutto verso destra) e dopo esserci ricomposti dove nessuno poteva vederci mi chiese se stavo bene. Dopo avergli risposto di sì ci battemmo il cinque e lo seguii velocemente su per una scala che a quanto pare ci avrebbe condotti nel camerino. Infatti mi ritrovai in un corridoio, ma la mano di Phil mi indicò la prima porta a sinistra. “Cobra Starship dressing room” diceva il cartello appeso alla porta. Il mio cervello sembrò fermarsi all'istante insieme a tutto il resto. A quanto pare anche l'uomo a cui avrei fatto una statua sul momento se ne accorse, perché vedendo che me ne stavo lì impalata pensò bene di bussare. E mi resi conto che il mio cuore stava ancora funzionando solo quando me lo ritrovai praticamente in gola sentendo che all'interno della stanza c'era qualcuno che si avvicinava. 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: xLumosFlame