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Autore: Argo094    21/01/2012    3 recensioni
Le gambe le cedettero, e si ritrovò distesa sul terreno fangoso ai piedi dell’albero. Tutte le emozioni che non aveva avuto il tempo di provare le si riversarono addosso come un fiume in piena: terrore, dolore, stanchezza, disperazione … ma ricacciò indietro le lacrime. Doveva essere forte non solo per se stessa, ma anche per i suoi genitori.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO Correva. Si passò una mano sul volto per asciugare il sudore e le lacrime. Non c’era tempo di piangere. Doveva solo correre. Sentiva le loro voci alle sue spalle: “Di qua! Forza, non può scapparci!” correva senza pensare. Non sentiva più le gambe, e cominciava a fare buio. Non vide il terreno che si abbassava; scivolò nel piccolo fosso, coprendosi di fango. Si rialzò, uscì arrancando e ricominciò a correre. I polmoni le bruciavano, non riusciva più a respirare. D’un tratto, istintivamente, si arrampicò su un albero nascondendosi tra i rami, si avvinghiò al tronco per tenersi e,forse, anche per avere un contatto con un essere vivente. Il cuore le batteva così forte che credeva che sarebbe schizzato contro l’albero da un momento all’altro. Sentì le loro voci vicine: “Da che parte è andata?” “Di qua!” “E’ veloce, la piccola …” trattenne il respiro e rimase immobile. Lentamente le voci si affievolirono fino a scomparire del tutto. Rimase appesa all’albero per alcuni minuti, tutti i sensi all’erta, in cerca di un segnale di pericolo, ma non arrivò. Scese lentamente. Non appena toccò terra le gambe le cedettero, e si ritrovò distesa sul terreno fangoso ai piedi dell’albero. Tutte le emozioni che non aveva avuto il tempo di provare le si riversarono addosso come un fiume in piena: terrore, dolore, stanchezza, disperazione … ma ricacciò indietro le lacrime. Doveva essere forte non solo per se stessa, ma anche per i suoi genitori. Si sforzò di ragionare: era sola in mezzo ad un bosco, si stava ormai facendo notte e lei non aveva idea di come tornare a casa. E, in ogni caso, non avrebbe potuto tornarci: di sicuro sarebbe stato il primo posto in cui l’avrebbero cercata. E non aveva nessun’altro a cui rivolgersi, perché ricordava di aver sentito quegli uomini dire: “ Dopo aver pedinato loro e tutti i loro amici, finalmente abbiamo fatto il colpo …” ciò significava che avrebbero tenuto d’occhio tutti i suoi conoscenti, e l’avrebbero presa prima che fosse riuscita a raggiungere chiunque di loro. Avrebbe dovuto cavarsela da sola. Nel mezzo di queste considerazioni, sentì un rumore: lo scroscio di un fiume. Sapeva che dove c’è acqua c’è civiltà, perciò il fiume era una speranza. Decise di seguire il suo corso. Di certo l’avrebbe portata in qualche paesino, e lì avrebbe potuto chiedere aiuto. Trovò il fiume in poco tempo e cominciò a seguirlo. Ma era molto buio, non c’erano luci, e lei barcollava per la stanchezza. Inciampò e cadde nell’acqua gelida. Annaspò, cercando di uscire, ma era troppo debole, e il gelo la paralizzava. Rimase a lungo in balia della corrente, che la trascinava crudelmente sballottandola contro le rocce. Poi riuscì ad aggrapparsi ad una radice sporgente e si trascinò a riva. Tremava, i vestiti erano tutti inzuppati di acqua e fango, ma ricominciò a camminare: aveva visto in lontananza le luci di una città. Si incamminò bagnata, tremante, impaurita, ma sempre più decisa a sopravvivere.
  
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