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Autore: Silene Nocturna    23/01/2012    7 recensioni
"Nonostante ci tenesse al suo aspetto, non era stata in grado di trovare nessun principe che le chiedesse la mano. Le sfere del drago erano l’unico rimedio per trovare il tanto desiderato uomo in grado di donarle la felicità, adorandola più di ogni altra cosa; incrociò le braccia al petto facendo trasportare quei pensieri dal vento che sferzava scompigliandole i capelli. Sorrise sbiecamente, inconsapevole di avere sotto il naso l’oggetto dei suoi desideri..."
Non potevo resistere dato che su italia uno mi stanno plagiando con DB prima serie e DBZ XD Buona lettura! Avverto:*si comincia col rating Verde.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Opinione su questo orrido capitolo: prima di tutto mi devo scusare per il ritardo e per il fatto che mi presento con un capitolo non corretto, veloce e alquanto vago… O meglio, le faccende si altalenano tra i tre personaggi, passando un po’ troppo spesso dall’uno all’altro, ma mi piace rendere il tutto quasi simile ad un fumetto.

Impressioni si questo capitolo: prima di tutto grazie infinite alle 19 persone che hanno inserito la fan fiction tra le seguite *^* Ecco l’elenco… Arancina, Bella Luna, billrussell, Fluffyhersh, frefro, Gen_X7, GioPanda, Killy, kry333, Lady Nazzumi, lady nix 94, lisa93, marylacerda, NeDe, Pinklink, shanpu, Shiokaze, Silvia_sic1995, Speechless. Il mio ringraziamento va ad ognuna di voi, fa piacere che anche queste storie non molto complicate e quasi scontate riescono comunque a interessarvi^^ Sinceramente, ribadisco che ho sempre voluto scrivere una cosa simile da quando mi sono registrata, lascio alla parte adulta di me fanfic come L’Ospite e La Terrestre (prossimo aggiornamento) ed EOAE!

Come ultimo avvertimento, dico che ho alzato il rating: ebbene sì, non so ancora se riuscirò a raggiungere il rosso, ma ci vado piano per mantenere almeno IC i personaggi e non ridurre il tutto ad uno squallido “sesso senza trama”, il cosiddetto PWP.

Bando alle ciance! Buona lettura.

 

 

 

 

La sfortuna di Bulma

 

Non seppe dire per quanto fosse rimasta ad osservare la porta spalancata, ancora nel buio in cui era immersa la camera del saiyan. Tirò un sospiro mentre i muscoli più rilassati tornarono alla carica rispecchiando il suo focoso temperamento, e si decise quindi a raggiungere velocemente il piano sottostante: forse sedando una possibile rivoluzione tra due esemplari della specie maschile col carattere peggiore di tutto l’universo, capaci di distruggerle la cucina e l’intera Capsule Corporation. Scese in tutta fretta le scale, mettendo piede nel punto ristoro, notando già gli sguardi insostenibili che parevano lanciarsi i due guerrieri, soprattutto Iamko, perché Vegeta rimaneva a braccia conserte con la sua tipica –e terrificante- espressione.

- Ah, sei qui Bulma! Potresti dire a Vegeta che questa sera io cenerò con te?- disse tra i denti, mentre la scienziata si poneva un interrogativo, non trovando necessario aprire bocca in quanto era sicura che l’udito del saiyan non era certo peggiorato con l’età.

“Oh! Chissà quanti anni ha Vegeta.”

- Non dividerò di certo la mia cena con un perdente.- asserì tagliente il guerriero mentre Bulma prese a rovistare forsennatamente nel frigo.

- Sentite voi due, ho abbastanza cibo per sfamare un esercito. Che problema c’è se Iamko resta a cena? Non sono così screanzata come i miei genitori che hanno lasciato la loro povera ed indifesa figlia da sola con il peggior nemico di Goku!

- Ben detto.- intervenne Iamko guadagnandosi l’ennesima occhiataccia.

- Quindi,- continuò la giovane poggiando tutti gli ingredienti sul ripiano da lavoro. -se non vuoi rimanere senza nulla sotto i denti, vi conviene smetterla di blaterare!

Iamko la osservò dispiaciuto per quell’ultima affermazione, dopotutto lui non aveva fatto nulla di male e di certo in qualche modo avrebbe anche protetto Bulma dalla brutalità di quell’assassino; pensava, arrovellandosi il cervello… Certo, ponendosi il limite di sfidarlo soltanto con il suo ricco vocabolario, non poteva rischiare nuovamente di far visita a Re Kaio. Deglutì avvertendo lo sguardo tagliente che avrebbe potuto carbonizzarlo, finché la scienziata non si sedette precisamente tra lui ed il saiyan, alleggerendo la tesa atmosfera venutasi a creare. Inutile precisare che lo scopo di Bulma era quello di annoiare, fargliela pagare e prendersi la rivincita su quello scimmione, impresa non certo facile, ma sapeva quanto lui odiasse i terrestri.

- Dimmi, Iamko, come procedono gli allenamenti?- domandò con un sorriso sornione.

- Oh, a meraviglia! Il Genio vorrebbe insegnarmi una nuova tecnica ma…

- Fantastico! Sai, pensando ai vecchi tempi mi viene nostalgia di tutti i tornei a cui avete partecipato tu, Goku e Crili.- asserì guardando con la coda dell’occhio Vegeta. Il timer del forno scandiva gli interminabili secondi.

- Già. Mi rendo conto che prima erano sfide alla nostra portata, adesso con tutti questi saiyan in giro mi sento quasi…

- Inutile?

Entrambi si voltarono verso l’ospite, riscoprendo il ghigno derisorio con cui era stata pronunciata quella parola. Bulma corrugò le sopracciglia decisa ad ignorarlo; di tutt’altro parere fu il terrestre che accolse nuovamente la sfida.

- Non all’altezza.

- E dimmi, come stanno il Genio e gli altri?- continuò la ragazza accavallando seducentemente le gambe, facendo scendere una goccia di sudore freddo dalla fronte del giovane.

- B-Bene, come al solito.- pronunciò distogliendo lo sguardo, incrociando le dita tamburellanti di Vegeta. Osservò poi i movimenti della scienziata, la quale si prodigò di servire una sorta di antipasti per placare il brontolio che il saiyan tentava di coprire con colpi di tosse. Bulma sghignazzò guadagnandosi l’ennesima minaccia, che parve ignorare: a volte non riusciva neanche ad odiarlo.

- E’ stata fin troppo gentile ad accoglierti nella sua casa!

L’ilarità del saiyan fu talmente palese da irritare ancor più Iamko, che non era di certo noto per essere un docile ragazzo; al contrario di Goku sapeva accogliere la sfida ovunque essa si presentasse, non solo nel combattimento, anche se provava un senso opprimente d’inferiorità e invidia da quando quell’alieno si era introdotto in quella casa, nella vita della sua Bulma. Dovette abbassare mestamente lo sguardo. Lei non era più sua, ciononostante provava ancora un remoto e fievole sentimento, capace di renderlo partecipe ancora della sua vita.

- Voi terrestri siete senza speranza!- esclamò il saiyan dopo le sue risa. Quegli inutili esseri riuscivano a divertirlo ed al contempo stomacarlo con quelle subdole parole: era palese che il mollusco pendeva dalle labbra di quella femmina.

Dal canto suo, ella voleva intervenire, mettendo fine alla discussione prima che degenerasse, anche se il suo gigantesco ego desiderava arrivare fino alla fine, non le importava chi si facesse “del male” con quelle frasi di puro astio.

- Anche tu, principe dei miei stivali.- borbottò il ragazzo, incrociando le braccia al petto con un ghigno.

Il timer scattò con un fastidioso suono, simile ad un campanello.

Nel medesimo istante Bulma non riuscì a percepire neanche lo spostamento repentino del saiyan, l’attimo dopo in cui puntò lo sguardo nella direzione d’entrambi, lui era già su Iamko, tenendolo saldamente per il colletto della camicia. La rabbia scalpitante era tutta concentrata nei suoi occhi neri come la pece, due pozzi senza fondo, terribilmente accigliato e la mascella contratta. Istintivamente la scienziata scattò in piedi raggiungendoli nel tentativo di distogliere entrambi da quello che poteva essere l’inizio di un combattimento, che avrebbe distrutto l’intera cucina.

- Ehi ragazzi, smettetela, non ho voglia di assistere ad uno scontro per verificare chi è il più forte e...

- Su questo non ci sono dubbi.- esclamò derisorio Vegeta, e Bulma si ritrovò ad osservarlo stupefatta; anche lui possedeva senso dell’umorismo.

- …Per far colpo su di me- ultimò la giovane smuovendo la sua folta chioma azzurra, nel tentativo di alleggerire quell’aria così irrimediabilmente tesa.

Con tale affermazione, il saiyan appurò nuovamente di essere finito in una gabbia di matti, mentre Iamko la osservò interdetto. Come faceva a rimanere impassibile di fronte ad un assassino in procinto di mettere fine alla sua vita?

- D’accordo, chi è che vuole l’arrosto nel frattempo?

I contendenti si voltarono simultaneamente verso la donna che aveva già estratto il grosso pezzo di carne dal forno, il quale emanava un invitante odore. Ma come poteva pensare all’arrosto mentre aveva due energumeni pronti a farsi fuori? Vegeta mollò la presa emettendo un gutturale verso, anche se la sua mente era volta a disfarsi di quell’essere, non prendendo mai più parte ad una simile buffonata, ma soprattutto, ucciderli uno dopo l’altro come delle mosche; prima avrebbe fatto fuori il terrestre, sotto gli innocenti occhi di lei. E con uno schiocco di dita, le avrebbe cancellato anche quell’espressione sicura, tramutandola in una maschera di terrore, mentre lo pregava di avere salva la vita; diventando super saiyan, la rivalsa su Kaaroth non era neanche poi troppo lontana.

I discorsi si susseguirono monotoni, Vegeta non aveva più aperto bocca, se non per mangiare ed entrambi parevano decisamente a disagio con la sua presenza. Quando infine si alzò per riversarsi nel buio della sua camera, i due vecchi amici trascorsero del tempo nel salotto potendosi permettere anche delle più intime chiacchiere:

- Ascolta Bulma, frequento una ragazza in questo periodo e… Mi piacerebbe fare colpo, ma non posso ancora permettermi una di quelle bellissime macchine di tua produzione.

- Non cambi mai!- disse bonariamente la scienziata, alzandosi. – Aspettami qui, vado a prendere le chiavi di un nuovo modello. Devo averle lasciate in laboratorio.

Iamko accese distrattamente la tv mormorandole riconoscente un grazie.

Lasciatasi alle spalle l’ex fidanzato, la giovane imboccò sicura la via che conduceva alle stanze sottostanti la struttura, decisamente più asettiche rispetto all’arredo di casa: le aveva percorse così tante volte che le pareva d’essere più sicura lì dentro. Doveva ammettere che la cena non era stata come si aspettava: ma che pretendeva? Avrebbe dovuto lasciar stare Iamko, dopotutto la sua vita continuava pur senza di lei, era sempre stata a conoscenza del suo essere infantile, sotto certi aspetti. Voleva godersi la vita da scapolo, quella che aveva sempre condotto anche quando stavano insieme. E lui… Neanche si poteva instaurare un discorso con Vegeta, il cui unico scopo era quello di distruggere tutti: per il momento aveva soltanto necessità di essere ospitato alla Capsule Corp. Che ne sarebbe stato dopo? Bulma sospirò, il corridoio non le era mai sembrato così lungo. Puntando poi lo sguardo dinanzi a sé compì un balzo all’indietro per la sorpresa, o forse per lo spavento. Non si aspettava certo di veder materializzato l’oggetto dei suoi pensieri.

- Sei forse impazzito?! Mi hai spaventata!- disse dandosi un contegno. Che diavolo ci faceva Vegeta nei laboratori?

- Ti serve qualcosa per la Gravity Room? L’hai rotta di nuovo?- domandò mentre la lingua pareva volesse attorcigliarsi; il cuore sussultò. Il saiyan non rispondeva, piuttosto continuava ad avanzare: era già stato nei laboratori. Ecco perché avanzava dalla direzione opposta, pensò la giovane.

- Tu e il terrestre l’avete fatta franca questa sera- proferì con raggelante calma. I lenti passi vibrarono nel corridoio e Bulma preferì togliersi dalla sua traiettoria, mettendosi spalle al muro. Pareva avesse intenzione di sorpassarla, invece il pugno la colse talmente impreparata, riuscendo a paralizzarla; nella parete a pochi centimetri di distanza dalla sua testa venne a formarsi un grosso foro.

- Ti avevo detto che volevo quel maledetto aggeggio migliorato. Ma non hai messo mano al progetto.- disse voltando di poco il capo nella sua direzione. - Sai, credo che nessuna delle tue brillanti spiegazioni adesso può scagionarti.

Ed era vero; purtroppo aveva accantonato i miglioramenti richiesti a causa di quei frivoli pensieri. Non le era mai successo prima, il lavoro era sempre stato una sua priorità e, abbassando la testa colpevole, convenne che sarebbe stato meglio non sfidare troppo la pazienza di quel suo ospite.

- D’accordo.- riuscì a rispondere sommessamente.

- Non ho capito bene.- rincarò la dose Vegeta, sfilando molto lentamente il pugno dalla parete.

- D’accordo, ho detto d’accordo! Finirò il tuo progetto ma… Non farmi del male.- disse mal celando il suo timore, seppur i suoi occhi chiari scaturissero lampi.

- Questo dipende da te- esclamò sprezzante. Bulma sperò che quell’incontro finisse così, senza altri giri di parole o terribili minacce, dopo ciò che era accaduto nella sua camera non voleva un altro contatto simile, anche se Vegeta non sembrava intenzionato a lasciare il corridoio.

La mano che dapprima aveva frantumato la spessa porzione di parete scivolò lentamente nella sua direzione; la giovane s’irrigidì, non distogliendo gli occhi dagli spicchi di tenebra del saiyan che le sfiorò la guancia con il ruvido pollice. Bulma fremette, percependo un unico brivido percorrerle la schiena con la stessa esasperante lentezza utilizzata dal guerriero dinanzi a sé. Nonostante guardasse le sue iridi, era incuriosita da quel nuovo contatto e allo stesso tempo spaventata, non credeva che ciò stesse accadendo sul serio.

- Dipende solo da te- ripeté con tono più pacato, avvicinandosi provocatoriamente al suo orecchio.

Sembrava che Bulma volesse essere assorbita dalla parete, mentre col braccio sinistro Vegeta andò a chiuderle la sua seconda via di fuga; interrompendo improvvisamente il contatto visivo poi, si chinò leggermente in avanti, i crini scuri andarono a sfiorare la pelle nivea della donna, la quale fu pervasa dall’inebriante odore, finché un sospiro si perse tra le parenti quando il saiyan appoggiò le labbra sottili sul suo collo.

Mille interrogativi affiorarono nella mente di Bulma, primo fra tutti, si chiese perché quel momento fosse arrivato così inaspettatamente, quando poco prima della cena lui stesso aveva ribadito che il muro spesso costruito tra se e qualunque altra forma di vita presente in tutto l’Universo, non poteva essere abbattuto, non era nei suoi piani. Anche se dovette ammettere a se stessa di aver desiderato qualcosa di molto simile, allo stesso tempo riuscì a rendersi conto di quanto fosse malsano ciò che stava avvenendo. Vegeta le stava lasciando una scia umida ed allo stesso tempo infuocata lungo la carotide, poggiandole poi la mano sul fianco intimandole di rimanere ferma: anche quando le dita scoprirono il perfetto seno, tirando con malagrazia la larga t-shirt, non vi era più nulla di razionale nella mente di Bulma, soltanto il ribollire caldo del sangue. Percepiva le guance in fiamme, le ginocchia tremare e a stento riusciva a mettere a tacere quei sospiri che, si maledì definendoli “di piacere”, perché non c’era violenza in quel tocco, anche se il sentore che il guerriero si stesse divertendo a trattarla come un giocattolo privo di volontà, più volte le aveva fatto visita come un insistente tarlo: doveva ribellarsi.

- Cosa stai facendo?- riuscì a formulare nel tentativo di coprirsi, ma ciò le venne immediatamente negato da Vegeta, il quale le intrappolò facilmente i polsi al di sopra della testa con sguardo di sfida. Non ritenne neanche opportuno risponderle, dato che aveva palesemente manifestato che la cosa le facesse piacere, prima di interromperlo con quell’insignificante frase.

La vera tortura ebbe inizio in quel preciso istante, poiché le proteste della donna si persero nell’eco di quell’ambiente solitario; non parevano neanche pregne di disperazione, ma Bulma aveva una buona spiegazione da dare a tutto ciò. Se Iamko li avesse sentiti, sarebbe stata una vergogna troppo gravosa da sopportare, ma sembrava che il saiyan provasse ancor più piacere vedendola tra l’abisso e la ragione. Continuava la sua estenuante discesa percorrendole il seno e sfiorando il capezzolo ormai nudo, mentre la scienziata continuava a mordersi le labbra nell’insulso tentativo di strattonare i propri polsi da quella presa; era stufo di giocare, ciò che gli spettava da troppo tempo andava preso immediatamente.

- Lasciami!- tentò ancora di divincolarsi Bulma prevedendo le sue malsane intenzioni. Nonostante fosse chiaro che ambisse a desiderare Vegeta, la sua mente ed il suo corpo l’indussero a contrastare ciò che stava avvenendo con irruenza e soprattutto in quel subdolo modo.

- Lasciarti? E’ vero, terrestre, mi hai offerto la tua casa, il tuo cibo, perfino il tuo ingegno per accrescere il mio livello combattivo, ma hai dimenticato qualcosa…- sussurrò malignamente contro la pelle della giovane.

- Se pensi che io possa permetterti…- provò a contestarlo, ma fu costretta ad interrompersi quando la pressione sul fianco aumentò, sospinta anche dal bacino dell’uomo.

- Non ne ho bisogno.- commentò gelido prima di affondare i denti tra la spalla ed il collo, la mano già pronta a farsi spazio tra le gambe di Bulma.

Ella si ritrovò ad esercitare la sua misera forza, nonostante fosse oppressa dai poderosi muscoli del saiyan; il corpo imprigionava il suo, forzandola prepotentemente ad un contatto non eccessivamente violento. Ciò a cui ambiva Vegeta era ben altro: forse, pensò la donna, gli sarebbe bastata anche la piccola soddisfazione di sentirla gemere sotto di se, provocandole piacere nonostante il modo ignobile con cui spingeva le dita contro il suo ventre.

- I-Iamko è ancora qui, potrebbe sentirmi!- ma nuovamente il saiyan si prodigò di troncare la sua frase: sfiorò i pezzi di stoffa che ancora la proteggevano, puntando le sue iridi in quegli occhi che mal celavano una sorta d’ansia, soppressa dai tentativi di ribellione che morivano sulle sue rosee labbra, inibiti dalla potenza del guerriero.

Bulma lo sapeva che non c’era scampo, ma allo stesso tempo non ci pensava neanche lontanamente a demordere, mentre Vegeta innervosito dall’ennesimo affronto la spingeva contro la parete come ultimo monito, prima di carezzarle lascivamente l’inguine con la mano libera, facendosi spazio oltre la succinta gonna della giovane. Ella deglutì colta dal panico.

- Adesso basta, Vegeta, smettila immediatamente.- pronunciò poi socchiudendo le palpebre. – Per favore.- infine sussurrò attendendo l’esito di quella vicenda e piombando nella colpevolezza, per aver commesso il subdolo errore di mettere piede in camera di quell’assassino, assecondando una stupida e remota speranza.

- Sul mio pianeta non te la saresti cavata così facilmente, terrestre.- affermò allontanandola velocemente da sé, e Bulma ne approfittò per ricoprirsi, non si era neanche resa conto di rabbrividire a causa del freddo.

L’attimo successivo entrambi, dandosi le spalle, s’erano lasciati indietro quegli avvenimenti come se fossero stati vissuti già in un passato molto sfuocato per paragonarlo alla realtà. La scienziata sentiva scie bollenti solcarle l’epidermide, laddove il saiyan l’aveva violata con le proprie mani; allo stesso tempo quelle terribili sensazioni l’incuriosivano e la spaventavano. Non aveva provato nulla di simile insieme a Iamko, si ritrovò perfino a provare paura per se stessa, per quei pensieri così anomali. Non riusciva a comprendere cosa le fosse accaduto, né a riconoscere la Bulma di un tempo che si era sempre accontentata di timidi baci, pensò recuperando le chiavi dalla miriade di cianfrusaglie che teneva celate nel laboratorio. Si affrettò poi a raggiungerlo, era decisamente trascorso troppo tempo da quando l’aveva lasciato in salotto, ma non ebbe bisogno di compiere altra strada, perché se lo ritrovò davanti l’uscita del corridoio con aria stranita.

- Va tutto bene?- le chiese inarcando un sopracciglio.

- Certo!- rispose troppo sicura, mostrando il fiatone che aveva. – Ecco le chiavi.- gliele porse nel tentativo di non destare troppi sospetti e soprattutto per cambiare argomento. Il ragazzo le osservò per un attimo nel palmo della propria mano, sfoderando poi un insicuro sorriso.

- Grazie mille, Bulma.

- Spero che questa strana cena ti sia piaciuta. Ora scusami, ma sono molto stanca…

- Oh, certo! Anche io domani devo alzarmi presto, se non voglio trascurare gli allenamenti- pronunciò il guerriero avanzando verso la porta, eppure la sua ex fidanzata sembrava pensierosa.

- C’è qualcosa che non va’?- ripeté prima di varcare la soglia, guardandola intensamente negli occhi.

- Nient’affatto!- rispose serafica Bulma sentendosi colpevole, ma Iamko non demorse.

- Sei sicura di voler rimanere da sola con lui?

- So badare a me stessa.- asserì con una scrollata di spalle.

- Io invece non mi sento affatto sicuro a lasciarti tutta sola. Potrei…- la sua interlocutrice inarcò un sopracciglio. – Non importa.

- Cosa stavi cercando di dire?

- Beh, sai, il divano non è come il mio comodo letto, ma potrebbe bastare!- elargì velocemente, le guance già colorite.

La giovane sorrise riconoscente, osservando quei lineamenti così umani solcati dalle profonde cicatrici. Nonostante avesse deciso di interrompere il suo rapporto con Iamko, qualcosa li avrebbe per sempre legati: ne avevano passate tante insieme e forse, alla stregua di Goku, lui avrebbe sempre fatto parte della sua vita.

- Non credo sia il caso. Insomma, come la prenderebbe la tua ragazza?

- Come vuoi che la prenda? E’ solo una donna.- dopo quell’affermazione Bulma lo guardò male.

- Avevo dimenticato il motivo per cui non stiamo più insieme.- affermò incrociando le braccia al petto.

- Sai benissimo che è stato diverso- rispose Iamko con aria offesa. – Eri… Sei diversa.

Così dicendo lasciò che la mano scivolasse sulla spalla della donna, la quale l’osservò sorpresa; infine si ritrovò ad accogliere una lieve carezza sulla guancia. Bulma socchiuse gli occhi, tentando di reprimere il primo impulso di sottrarsi a quel tocco così naturale, familiare, diverso, mentre Iamko la scrutava con interesse. Come destatasi da un sogno, la scienziata compì un passo indietro, rabbuiandosi.

Stupida.

Egoista.

Chi era il peggiore tra lei e Vegeta? Almeno il saiyan non faceva finta di essere una persona buona…

- Bulma?

- C-Certo, non vedo quale problema ci sia! Dopotutto, noi siamo amici.- scandì invitandolo a rientrare mentre lei si appropinquava a preparargli una stanza. – Oh, non c’è bisogno che tu dorma sul divano.- ultimò più dolce, salendo velocemente le scale. Il terrestre sorrise di rimando, deciso ad aspettare un suo cenno per raggiungerla.

- Ah, mi è andata proprio bene.- sospirò buttandosi sul divano, ignorando che da un angolo buio, il solitario ospite aveva udito l’intera conversazione.

   
 
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