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Autore: F e d e    23/01/2012    9 recensioni
Sherlock, John e una vasca da bagno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno, popolo di efp! :D

 

In questa storia, nata nella mia mente davvero per caso, ho immaginato i nostri protagonisti in love, spero che ci sia riuscita abbastanza bene ^^''.

Non mi dileguo, vi lascio alla lettura.

 

P.s.: per far in modo che la storia 'funzionasse' ho pensato che ognuno dei due avesse un bagno privato.

 

 

 

 

Esperimenti

 

 

 

 

 

 

John Watson era steso tranquillamente nella sua vasca a godersi un bel bagno rilassante quando dopo un paio di minuti un rumore assordante lo fece sobbalzare, si voltò e sull'uscio apparve niente meno che Sherlock Holmes che non gli staccava gli occhi di dosso.

-Sherlock! Cos-cosa ci fai qui?- disse con tanto d'occhi.

Di tutta risposta, Sherlock non battè ciglio, anzi, entrò lentamente in bagno chiudendosi la porta alle spalle e fissando un punto imprecisato nella stanza.

-Sono stanco. Annoiato. E ho bisogno di un bagno caldo.- disse semplicemente.

-E si può sapere perchè non puoi farlo nel tuo di bagno?- disse John alzando un sopracciglio.

-Perchè nella mia vasca sono presenti alcuni serpenti e non posso di certo spostarli.-

Da come lo diceva sembrava stesse parlando del tempo.

-Serpenti?- domandò John sbigottito. Beh, dopotutto bisognava aspettarsi di tutto da Sherlock Holmes.

-Sì, serpenti.- disse quest'ultimo infastidito. Odiava ripetere le cose più di una volta -E' un esperimento. E, ora cercherò di evitare ogni tua prossima domanda rispondendoti adesso, li ho messi lì dentro perchè non avevo altro posto in cui metterli, sto studiando il loro stato di decomposizione al di fuori del loro habitat naturale e sì, ci resteranno per un paio di mesi.-

John si mise una mano sul volto. Esperimenti, esperimenti e ancora esperimenti. Ormai doveva esserci abituato ma...che diavolo! Non bastavano le teste mozzate e i corpi impiccati in sala, adesso ci si mettevano pure i serpenti. Il 221b di Baker Street poteva fare concorrenza alle ''case dell'orrore'' presenti nei Luna Park.

-Ho capito...Adesso puoi anche uscire, magari quando finisco..-

-Invece non hai capito un bel niente- disse Sherlock -Io voglio farmi un bagno. Adesso.-

E prima che l'ex soldato potesse ribattere, il detective si spogliò velocemente dei propri vestiti e in men che non si dica si buttò a capofitto nella vasca da bagno.

-Sherlock!- urlò John -Certo che quando ti metti in testa una cosa non ti ferma proprio nessuno! Potevi almeno aspettare che..-

-Ti crea fastidio?- disse Sherlock tranquillo.

-Beh, non mi capita spesso di fare il bagno con un altro uomo!- disse John ormai completamente rosso in volto.

-Evidentemente, neanche il sesso...l'altra sera ti ho visto abbastanza impacciato...- disse Sherlock conscio di aver toccato un tasto dolente.

Di tutta risposta John abbassò il capo, a disagio. Era successo esattamente cinque giorni fa quando lui e Sherlock erano finiti a letto insieme. John non l'aveva mai fatto con un uomo quindi quella situazione gli aveva creato un po' di problemi, ma dopotutto era andata anche meglio di come sperava, per essere solo la prima volta.

-Esci, se non ti senti a tuo agio- disse il detective appoggiando la testa sul bordo della vasca e osservando il soffitto con sguardo assente.

Di una cosa John era certo: non voleva uscire perchè non era affatto scontento di quell'intrusione.

-Lo farei se togliessi il tuo fondoschiena dal mio piede.- disse acido.

-In effetti sentivo qualcosa di strano qui sotto.- e con un rapido movimento, il piede destro di John fu libero dalla ''presa'' del coinquilino. -Ecco fatto, adesso sei libero di uscire.-

Ma John non si mosse di un centimetro. Quello era l'unico momento di intimità che loro due avessero mai avuto dopo quella fantastica nottata. A dir la verità, John voleva avere più di una semplice notte d'amore, voleva fare qualcosa di carino, come fanno di solito tutte le persone innamorate, ma sapeva che Sherlock non era certo quel tipo di persona, quindi evitava sempre di fare la prima mossa per paura di sbagliare.

-Invece penso che rimarrò qui ancora un po'.- disse John.

Sherlock abbozzò in uno dei suoi soliti sorrisini -Bene.-

 

Rimasero in quella posizione per più di una mezz'ora, in silenzio, e sembrava che la cosa fosse gradita a entrambi; Sherlock continuava a tenere gli occhi chiusi, mentre John guardava l'uomo che aveva di fronte. Ad un certo punto, John sentì un qualcosa muoversi sulla sua gamba: erano movimenti lenti e circolari che non avevano intenzione di fermarsi. Si trattava della mano di Sherlock che stava accarezzando la gamba dell'amico. John si stupì di quel contatto inaspettato e decise di farlo notare.

-Quella è la mia gamba, Sherlock.-

-Lo so, John.-

E in men che non si dica, il detective alzò la testa dal bordo e la avvicinò a quella del compagno, perdendosi nei suoi occhi chiari.

John, allora, ignorando le sue pare da ragazzino sedicenne, gli prese il volto tra le mani e lo baciò. Sherlock, che non si faceva mai prendere impreparato, rispose con altrettanto entusiasmo, mentre la mano incominciava a farsi strada in mezzo alle gambe del compagno.

Era troppo bello per poter durare e John si sentì come in paradiso, quando, dopo neanche due minuti, il cellulare del dottore prese a suonare insistentemente.

-S-Sherlock...devo..- ansimò John contro le sue labbra.

-Rispondi dopo.- disse lui infastidito.

-Sarà il lavoro, devo rispondere...-

-Se la caveranno benissimo anche senza di te, no offence.-

Niente da fare, per quanto possa essere piacevole tutto ciò, John uscì dalla vasca, bagnando tutto il pavimento e si affrettò a rispondere alla chiamata.

-Pronto?...Sì...ok, ho capito.- Sherlock sbuffò. Lavoro e ancora lavoro. Perchè John non poteva fare un lavoro come il suo dove tutti dovevano dipendere da lui?

-Arrivo subito.-John chiuse la comunicazione e guardò Sherlock dispiaciuto.

-Devo andare in ambulatorio.- disse e Sherlock sbuffò più forte -E' successo un casino con alcuni pazienti. Tornerò all'ora di cena.-

-Va bene, vai pure.- disse facendo un gesto con la mano, invitandolo ad andarsene.

John allora, ignorando lo sguardo di disappunto di Sherlock, prese un asciugamano e se lo strinse intorno alla vita, aprì la porta e si diresse verso la sua camera da letto.

-Ah, quasi dimenticavo!- disse Sherlock chiamando John all'attenzione. -Volevo dirti che il mio letto è diventato inutilizzabile. -

-E si può sapere per quale motivo?- disse John affacciandosi alla porta.

Sherlock sorrise -Esperimenti.-

John Watson si chiuse la porta alle spalle e sorrise tra sé e sé. Dopotutto gli esperimenti di Sherlock Holmes portavano i propri vantaggi.

 

 

 

*

 

 

La storia dei serpenti mi è uscita di getto. Non so cosa stessi pensando.

E...boh, non so cosa possa esserci nel letto di Sherlock, ma dopotutto, ogni scusa è buona, no? :)

 

Tutti i personaggi menzionati non mi appartengono.

 

 

Alla prossima,

Fede

  
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