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Autore: ZadesMyOTP    23/01/2012    0 recensioni
...Tre minuti dopo notò finalmente il suo amico Nate, e ciò le fece capire subito che non avrebbe dovuto trovarsi lì. «Niki che ci fai qui? Hai cambiato scuola?» le disse. L'aveva sempre chiamata Niki, da quando si erano conosciuti, 1 anno e mezzo prima. Allora, si era appena trasferita da Venezia, e non aveva amici; per fortuna il suo inglese non era affatto male, avendo sempre parlato in quella lingua con il padre di origini americane... E' la storia di una ragazza, Nica, che si ritrova a dover affrontare una nuova vita, in un nuovo posto, completamente diverso da quello dove aveva vissuto per 14 anni.
E tutto questo è già passato, ormai ha 15 anni e i soliti problemi di tutti gli altri ragazzi del mondo. Anche se non le sembra così, questa è la parte facile, perchè il difficile deve ancora arrivare, la tragedia è alle porte. E se mai lei e i suoi nuovi amici riusciranno a superarla, non sarà più la stessa cosa.
Spero che vi piaccia! :)
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva come la sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Pensò che forse non avrebbe dovuto essere lì. Eppure si trovava a scuola, cosa poteva esserci di sbagliato? Era il primo giorno di College, e i suoi compagni erano ancora tutti nell'atrio della scuola per assistere al discorso della preside. Cercò delle facce amiche, persone che sapeva avrebbero frequentato la sua stessa scuola, ovviamente: le sue migliori amiche. Ma di Haley, Char e Lynn non c'era traccia. Dov'erano finite? Sapeva che avrebbero dovuto incontrarsi davanti allo Starbucks venti minuti prima, ma era, come al solito, in ritardo e aveva deciso di avventurarsi da sola per il centro studi. Ecco cosa aveva sbagliato. Tre minuti dopo notò finalmente il suo amico Nate, e ciò le fece capire subito che non avrebbe dovuto trovarsi lì.
«Niki che ci fai qui? Hai cambiato scuola?» le disse. L'aveva sempre chiamata Niki, da quando si erano conosciuti, 1 anno e mezzo prima. Allora, si era appena trasferita da Venezia, e non aveva amici; per fortuna il suo inglese non era affatto male, avendo sempre parlato in quella lingua con il padre di origini americane. Il fatto che sapesse l'inglese le rese l'inserimento a scuola molto più semplice di quanto credesse, ma nonostante tutto aveva faticato per trovarsi degli amici. Nate era l'unico a cui permetteva di chiamarla Niki.
Fu il fatto che Nate fosse lì a farle capire che non era il posto giusto. Viveva da quasi 2 anni in quella città ma ancora non sapeva che era alla Union, la scuola che frequentava Nate, mentre la Venice High School era da un'altra parte. Brava, che bel senso dell'orientamento che hai!, pensò. Voltò lo sguardo verso quella scuola e poi di nuovo su Nate. «Merda.»
Dove avrebbe dovuto trovarsi, cioè alla Venice High School, probabilmente la campanella avrebbe suonato da un momento all'altro e le lezioni sarebbero cominciate con o senza di lei; le sue amiche si stavano chiedendo dove fosse. Invece di essere con loro Nica era alla Union. Un paio di isolati più a sud, 5 minuti di cammino. L'unico problema era il fatto che si confondeva ancora con le tutte quelle vie. E c'era traffico, un traffico impossibile, a quell'ora di punta. Perfetto!
«no, non ho cambiato scuola... ho solo sbagliato isolato!! non è che per caso... mi accompagneresti?» Nica gli fece gli occhi dolci, sapendo di colpirlo nel segno. Nate non avrebbe detto di no.
«no»
Non se lo aspettava. Lo pregò, invano.
«no, è il mio primo anno alla Union, non voglio fare tardi!»
«tanto farai tardi tutti gli altri giorni! Ti prego!! ci metti solo due minuti! Dai!»
Acconsentì, facendo finta di essere risentito per ciò che aveva detto. Non era colpa sua se la sveglia non suonava mai, e sua madre non lo spronava abbastanza ad alzarsi dal letto. Le porse un casco e lui si mise il suo, poi sfrecciarono via in sella alla sua moto.
Le due scuole non distavano molto l'una dall'altra, ma Nate ci mise più tempo del necessario perchè sbagliò strada, nel caos del traffico. O forse il motivo era che le braccia di Nica, la sua migliore amica, erano attorcigliate alla sua vita e gli accarezzavano gli addominali sviluppati.
Finalmente, davanti all'edificio, si fermarono e si tolsero entrambi i caschi, Nica lo strinse forte, e scese. Lo ringraziò, le sue labbra vicinissime alle orecchie dell'amico, e corse via. Raggiunse la Venice High School e vi si intrufolò, sentendosi lo sguardo di tutti i bidelli addosso. Come si vergognava!
Intanto, il discorso del preside si era già concluso, e le sue amiche assieme a tutti gli altri compagni si erano già avviate verso la loro classe. Suonò la campanella che segnava la fine dell'ora, e Nica guardò il diario: discorso del preside – ormai se l'era perso -; dopo quello, Arte. Si mise a cercare il laboratorio di Artistica, mentre masse di studenti uscivano ed entravano nelle diverse aule, a seconda delle materie che avrebbero avuto in quell'ora. Ecco una cosa che piaceva molto a Nica: il fatto di scegliere le materie che avrebbe frequentato durante l'anno, e di spostarsi in diverse aule, con diversi compagni, a ogni lezione! In Italia non era affatto così, non sceglievi che corsi seguire, cosa fare... e scegliendo il liceo, avrebbe dovuto già sapere esattamente cosa avrebbe voluto fare nella sua vita. Cosa che lei non sapeva. Non aveva la minima idea di cosa fare in futuro. Avrebbe dovuto? Se l'era chiesto molte volte. Se fosse stata ancora in Italia, a quell'età sarebbe dovuta essere in grado di scegliere, almeno in generale, cosa avrebbe fatto per il resto della sua vita. Eppure se pensava a un futuro oltre le superiori, non riusciva a vedere niente. No work, no boy.
Arrivata davanti al laboratorio di Arte, si accorse che qualcuno la stava chiamando. Era Char. Lei era l'unica, tra le sue amiche, che frequentava quel corso assieme a lei. A entrambe piaceva il disegno, ma Char si applicava molto più di Nica. Difatti, Nica disegnava solo quando aveva voglia, e siccome era abbastanza scansafatiche per certi versi, spesso iniziava un ritratto e dopo pochi minuti mollava, riprendendolo molto più avanti. Quando si impegnava, però, e il suo obbiettivo diventava finire assolutamente un determinato disegno, rimaneva con la matita alla mano per ore. Era determinata, questo si. L'unico problema era, appunto, la voglia.
Char al contrario faceva molti disegni, ne sfornava almeno uno a settimana.
Nica la salutò e lei le chiese come mai si era persa il discorso del preside, così le spiegò tutto. Entrarono in classe e si raccontarono per tutta l'ora, invece di ascoltare il professore, di come erano andate le vacanze, e degli avvenimenti più importanti degli ultimi tempi: Nica infatti, essendo stata quasi tutta l'estate in Italia, dai parenti, non sapeva niente di ciò che era successo a Venice Beach. Scoprì quel giorno c'erano state molte feste sulla spiaggia – e, malgrado lei avesse sempre desiderato partecipare a una di quelle non ci era ancora riuscita. Le feste in spiaggia, fino a sera tardi, il tramonto e in seguito la luna piena che illuminavano con colori sgargianti il mare e la sabbia... cosa esisteva di più bello? In realtà non sapeva nemmeno se fosse bello, lo immaginava soltanto, perchè non era mai stata a una festa del genere. Daltronde si sa, a Venezia il mare non è proprio quel che si definisce Stupendo. In effetti, Venezia non le era mai piaciuta molto, come città. Eppure, appena si era trasferita con la famiglia a Venice Beach, ogni volta che diceva “si, sono italiana, vengo da Venezia” tutti la osservavano affascinati e subito le chiedevano quanto bella fosse, esprimendo il loro desiderio di visitarla, un giorno o l'altro. Non lo capiva, non era niente di strabiliante secondo lei, c'erano molte città più interessanti della sua città natale. Se provava a spiegarlo, a dire ciò, tutti la guardavano come se avessero davanti a loro una persona fuori di testa, che non aveva la minima idea di cosa fosse una città d'arte e del perchè Venezia lo fosse. Ma lei lo sapeva, i monumenti, i palazzi ducali e tutto il resto, erano carini, ok, ma vivendoci vicino perdono ogni giorno un po' della loro magia. Tutto ciò, però, le persone non lo capivano, e spesso la giudicavano male per questo.

Più tardi, al cambio d'ora, Nica trovò finalmente la sua amica non proprio amante dell'arte, ovvero Haley e insieme si misero alla ricerca della classe di Biologia. Intanto, si scambiarono alcune informazioni riguardo all'ora precedente e ancora una volta Nica dovette spiegare come mai era arrivata in ritardo. Haley scoppiò a ridere, prendendola in giro. Più di tutto il resto, però, entrarono in argomento Vacanze: si scoprì che Char, la timidissima Char, aveva avuto una cotta estiva per un ragazzo conosciuto a una festa; Haley aveva rotto con Greg proprio uno degli ultimi giorni di agosto mentre Lynn stava ancora proseguendo con la sua storia secolare con Blaine; infine Nica le informò della sua tresca estiva. Ma di questo, anche se non ampiamente, avevano parlato bene o male via skype durante i mesi di lontananza.
Ma le notizie più scottanti dovevano ancora arrivare. E, come previsto, cominciarono a parlarne solo durante l'ora di biologia, dopo essere finalmente riuscite a trovare la classe giusta.
L'unico argomento di cui tutte volevano parlare ma allo stesso tempo non avevano il coraggio di introdurre, di fatto, fu Lynn. La loro amica era ancora in Florida dai suoi nonni, e questo ovviamente Nica lo sapeva, ma il perchè non le era del tutto chiaro. Char affrontò per prima la faccenda, e spiegò che, secondo quanto le aveva detto l'amica, i genitori non si amavano più, e litigavano spesso; durante le vacanze poi, per risolvere la questione, avevano mandato Lynn dai nonni, in Florida per un po' di tempo, non sapendo bene cosa fare e come dirglielo. Verso la fine dell'estate Lynn venne a sapere di ciò e i genitori decisero di raggiungerla per parlarne con lei. Durante il viaggio però, ci fu un incidente e i suoi genitori scomparvero assieme agli altri passeggeri e al resto dell'equipaggio, mentre l'aereo fu poi ritrovato nel golfo del Messico. La loro amica era rimasta in Florida con i nonni, in attesa di buone – o cattive notizie.
Dopo il racconto di Char le tre amiche si scambiarono le notizie che avevano ricevuto poco tempo prima da Lynn, ma a un certo punto, quasi avessero visto un fantasma, si bloccarono di colpo: avevano appena visto la loro amicai attraversare il cortile della scuola, oltre le finestre della classe di biologia.

  
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