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Autore: Phai___    25/01/2012    2 recensioni
Il 22 è stato il quarto anniversario della morte di Heath e io, tra le lacrime, ho pensato di scrivere qualcosa su quel giorno.
"Vorrei che si fermassero, che la mia vita e quelle di tutti gli altri si fermassero alla settimana prima di quel 22 gennaio, al giorno esatto in cui eravamo ancora insieme, all'attimo precedente al bacio che valeva con un 'ciao', ma che diventò un 'addio'. "
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Here Without You...

Sono già quattro anni.

Se il calendario non me lo ricordasse ogni giorno, non riuscirei a credere che sia già passato così tanto tempo, che i giorni in cui quell'angelo, il mio angelo, mi sorrideva, con il suo stupendo sorriso, siano così lontani. Ogni momento vorrei che fosse accanto a me, vorrei sentire il suo abbraccio quando qualcosa non va o quando mi sento tremendamente solo, vorrei sentire le sue carezze, i suoi baci...

Vorrei sentire di nuovo il suo respiro calmo sul mio petto come durante quelle notti nelle quali condividevamo il nostro amore...

Vorrei semplicemente sentirlo ancora e fargli sentire quanto, ancora adesso, io lo ami. E' anche per questo che vengo qua ogni anno.

Il cimitero di Karrakatta, dove è sepolto con i suoi nonni, non è mai cambiato negli anni in cui sono venuto. La città di Perth, che si trova a qualche km da lì, è accogliente e luminosa come sempre e dopo tutto questo tempo i gestori dell'hotel in periferia, in cui alloggio solitamente, mi trattano come uno di famiglia, ormai abituati a vedermi ogni anno. Hanno capito dopo la prima o la seconda volta il perchè delle mie visite ricorrenti e sono così gentili da lasciare disponibile la stanza nell quale soggiorno ogni volta che vengo.

Credo ci sia una vena un po' maschista nel scegliere sempre la camera nella quale io e Heath abbiamo passato alcuni dei momenti più belli della nostra storia... Ma la voglia di ricordare quei tempi, in cui il suo sorriso e la sua presenza erano il sole che illuminava la mia vita, è sempre molta e la forza con cui mi assale ogni volta che vedo questi palazzi, quest'albergo, questa stanza, questo letto, mi spinge a ricordare ogni momento.

Oggi è il 22 gennaio, il giorno. So già che quando il sole tramonterà io sarò di nuovo su un aereo per tornare in California, per questo mi sveglio presto oggi, ignorando il fuso orario, e mi preparo con gran cura per andare da lui.

Prima di uscire dalla camera, mi soffermo a guardare una foto che ho sempre nel mio portafoglio: siamo io e Heath al mare che ci baciamo... Gli piaceva tanto questa foto, diceva che gli piacevano tutte le foto in cui io ero presente.

Ripensandoci gli occhi mi si fanno lucidi e distolgo lo sguardo dandomi un po' di contegno, prima di aprire la porta e uscire dall'albergo. Sulla strada comprerò dei fiori per lui, li compro sempre.

 

-_-_-_-_-_-_-

 

Sono davanti alla sua tomba da più di dieci minuti cercando di trattenere le lacrime. Di solito parlo con lui di ciò che mi succede, di quanto mi manca, di quello che vorrei fare con lui, per sentirlo più vicino; oggi, invece, non l'ho neanche salutato. Ho il timore di poter cedere alla commozione se dico anche solo 'Ciao, piccolo'.

Sono quattro anni... Sono troppi e il suo volto mi manca, i suoi occhi ancora di più...

No, Heath, mi dispiace, ma non ce la faccio.

 

Poso i fiori alla base della lapide, poi mi giro rapidamente mentre le lacrime cadono sfuggite al mio controllo. Mi giro pensando stupidamente che così tu non possa vedere la mia fragilità.

Mi appoggio al cipresso che è a pochi metri più in là e lascio che le lacrime mi bagnino le guance.

Piango, stringendo la mano in un pugno, pensando che, diamine!, te ne sei andato troppo presto. Piango fino a quando non sento una donna che chiama il mio nome.

 

- Jake!-

 

Mi volto, mentre finisco di asciugarmi le lacrime con una mano, e riconosco il volto della signora Connelly che mi guarda dolcemente, comprensiva, avvicinandosi lentamente a causa della vecchiaia che le impedisce un po' i movimenti.

Johanne Connelly è la moglie di Walter Connely la cui lapide è proprio accanto a quella di Heath. Ogni volta che vengo qua la incontro; entrambi parliamo sempre al nostro amato, per questo ci sentiamo così in confidenza da chiamarci per nome.

 

- Johanne...- sussurro appena.


- Caro,- mi dice quando è abbastanza vicina da appoggiarsi al mio braccio e da stringermi la mano.- cosa ci fai quaggiù? Non ti vergognare di piangere davanti a lui... E' una delle cose che mi rende più vicini.-

 

Non dico nulla, finisco di asciugarmi le lacrime con la mano libera, per poi avanzare di nuovo verso la tomba di Heath, adagio, per aiutare la signora Connelly.

 

- Quanti anni sono, ormai?- mi chiede guardandomi negli occhi.


- Quattro...- sussurro con voce strozzata senza riuscire a trattenere qualche altra lacrima.

 

Dio, sono quattro anni... Quattro lunghissimi anni sono passati dal fottuto giorno in cui mi è stato portato via. Sono quattro anni e ancora non riesco ad accettarlo. Non riesco ad accettare di poter andar avanti senza di lui... Invece la mia vita è andata avanti, come sono andate avanti tutte le vite delle persone che tenevano a lui... Vorrei che si fermassero, che la mia vita e quelle di tutti gli altri si fermassero alla settimana prima di quel 22 gennaio, al giorno esatto in cui eravamo ancora insieme, all'attimo precedente al bacio che valeva con un 'ciao', ma che diventò un 'addio'.

Continuo a piangere mentre fisso il nome sulla lapide e la foto che lo ritrae sorridente, lo sguardo luminoso e felice.

 

- Non voglio mentirti, quindi non ti dirò che lo dimenticherai, che quando penserai a lui non sentirai un dolore forte e sordo al cuore. Non ti dirò che non ti mancherà la sua presenza, perchè non è questa la verità. Dopo vent'anni ancora mi sveglio cercandolo nella metà di quel letto matrimoniale in cui Walter dormiva.- mi dice fissando le due tombe e perdendosi per un attimo nei suoi pensieri.- Ti dirò solo questo: cerca di vivere la vita, tu che l'hai ancora, senza il timore di fargli un torto... Non vorrebbe che tu stessi male, non per lui. E sorridi, mostra agli altri il sorriso sincero che avevi quando lui era con te. Prova almeno.-

 

Sto per obbiettare, per chiederle come avrei potuto, ma lei si è già staccata dal mio braccio e reggendosi al suo bastone, si allontana.

 

Vivi...

 

Riesco a pensare solo a questo quando le lacrime ricominciano a scendere e la domanda sorge spontanea quando recupero un po' di lucidità: come posso vivere quando ogni cosa mi fa pensare a lui, che invece di essere con me è in un cimitero dell'Australia?

 

Forse, prima o poi, ce la farò...


Note
Ciao!
Il 22 è stato il quarto anniversario della morte di Heath e io ho voluto commemorarlo con questa fanfic.
Sinceramente ho pianto mentre la scrivevo, ma come non si può non farlo quando si pensa a come è morto?
Comunque... la pubblico solo adesso (ovvero due giorni dopo) perchè non ho avuto il pc a portata di mano DDDD:
Spero che comunque vi piaccia e spero che non ci siano errori di battitura OvO
Ah, una cosa! Johanne Connelly non so credo sia veramente esistita... Sono solo andata su Wikipedia e ho trovato la lista delle persone sepolte nel cimitero di Karrakatta. Tra di loro c'era questo John Connelly, ho trasformato il nome in femminile, poi ho preso il nome di un altro morto per inventare il marito, Walter Connelly.
Spero di aver chiarito qualunque tipo di domanda...
Bacioni :3

_ Bya_love_

   
 
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