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Autore: kia84    25/01/2012    0 recensioni
Era la vigilia di natale ed ero rimasta sola con una bottiglia di spumante freddo come il vuoto che si era creato intorno a me. Avevo organizzato una grande festa nel mio nuovo appartamento a New York invitando tutti i miei vecchi e unici amici ma nessuno si era presentato scusandosi fino all'ultimo secondo con le scuse più assurde e banali, le due più gettonate erano "New York è troppo lontana" e "Berry le tue feste sono noiose"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la vigilia di natale ed ero rimasta sola con una bottiglia di spumante freddo come il vuoto che si era creato intorno a me. Essendo ebrea non festeggiavo quella tradizione cristiana ma negli ultimi anni l'entusiasmo che mi avevano trasmesso i compagni delle Nuove Direzioni mi aveva coinvolta a ricambiare auguri e regali e a creare una sorta di "Chrismukkah", un incrocio di entrambe le religioni, per brindare con gli altri. Avevo organizzato una grande festa nel mio nuovo appartamento a New York invitando tutti i miei vecchi e unici amici ma nessuno si era presentato scusandosi fino all'ultimo secondo con le scuse più assurde e banali, le due più gettonate erano "New York è troppo lontana" e "Berry le tue feste sono noiose". Veri entrambi i casi ma questi commenti mi facevano sempre dubitare di aver mai avuto qualche vero amico tra di loro, mi ero illusa anche con i compagni del Glee Club? Questa cantonata si che faceva male, più delle delusioni dei miei ex. Kurt ed io avevamo deciso di trasferirci a New York dopo il diploma per entrare alla NYADA ma lui aveva deciso di rimanere ancora un anno a Lima non fidandosi della vicinanza di Sebastian a Blaine ed io non volevo rinunciare alla possibilità di salire sul palco di Broadway a recitare e cantare degli assoli famosi. Rimandare di un anno il mio sogno era inconcepibile per me, avevo già dovuto buttare giù il boccone amaro di lasciar andare via Finn per seguire quella borsa di studio tanto agognata e adesso era venuto il mio turno. La NYADA aveva accettato la lettera di presentazione scritta da mia madre, una nuova vita mi stava aspettando. Con una valigia carica di speranze e aspettative, ero arrivata a New York da quasi cinque mesi e avevo varcato la soglia dell'università senza ancora sapere con esattezza quanto potesse essere difficile sopravvivere in quell'ambiente con persone ancora più egocentriche di me che mi eclissavano in un secondo con le loro manie di protagonismo, ma io dovevo farcela. Ero arrivata fin li spingendo e graffiando con tutte le mie forze, non potevo di certo tornare indietro con la coda tra le gambe ammenttendo la sconfitta! Non io. In quell'università ero una tra tante, un numero di matricola che nessuno si sarebbe ricordato se continuavo a stare nell'ombra. Ero sola e sentivo terribilmente la mancanza dei miei presunti amici di Lima, persino di quel rompiscatole stalker di Jacob che mi pedinava ovunque. Avevo deciso di dare questa festa per riunirmi a tutti loro e sentire quel vecchio calore come una volta che mi faceva sentire accettata, voluta bene da qualcuno, poi era andato tutto in fumo in un attimo come la mia autostima. Adesso avevo veramente capito che piaga ero stata per le Nuove Direzioni, come avevano fatto a sopportarmi per tre anni interi? Non facevo altro che vedere tanti cloni di Harmony che mi prendevano in giro per colpa del naso e della mediocrità della mia voce che non era nulla di speciale in confronto alle altre, a mala pena forse potevo fare parte del coro ai margini del palco. Mi sentivo andare in mille pezzi giorno dopo giorno e non avevo il sostegno di nessuno, come avrei fatto ad andare avanti per quella strada? Feci una smorfia di delusione e stappai la bottiglia brindando a me stessa in tono ironico e bevvi a canna mentre lo spumante mi rinfrescava la gola arida e alcune goccie mi cadevano dal mento per il modo feroce in cui mi stavo dissetando. Avevo svuotato la bottiglia fino a metà quando mi accorsi di reggermi in piedi a malapena, ero completamente ubriaca e mi girava la testa. Cosa aveva detto quella volta Finn per quanto riguardava le sbronze? Ecco, io ne avevo una triste e amara che aveva dato il via ai rubinetti rovinandomi il trucco. Per una volta che mi ero vestita nel modo decente per i canoni estetici comuni...Kurt avrebbe detto che c'era ancora tanta strada da fare ma che quello era decisamente un buon inizio. Che fine aveva fatto Kurt proprio nel momento del bisogno? Mi chinai barcollando verso le candele e soffiai spegnendole una ad una, mi strofinai gli occhi, che ormai erano diventati sicuramente come quelli dei panda, e mi accasciai sul divano continuando a singhiozzare come un'isterica finchè non fui troppo stanca e mi addormentai in una posizione scomoda.

Mi ritrovai sul palco delle Provinciali a cantare Somebody to love insieme alle Nuove Direzioni e le persone ci acclamavano facendo il coro con noi. Eravamo felici e ci stavamo divertendo un mondo, i nostri sguardi la dicevano lunga su quello che stavamo provando mentre intonavamo uno dei pezzi più famosi dei Queen. Lanciai sguardi affettuosi e orgogliosi a ogni membro del gruppo, Finn mi strinse tra le braccia facendomi rotare in aria e il mio sguardo incrociò quello dolce di Noah. Il suo sorriso radioso mi fece mancare un battito, era da qualche settimana che aveva cambiato il suo modo di guardarmi e la cosa mi lusingava parecchio anche se un pò mi metteva in imbarazzo quando Finn era accanto a me. Noah non lo faceva di proposito per provocarlo, gli veniva spontaneo e quasi non se ne rendeva conto perchè era come respirare ed io lo sapevo bene. Quante cose avevo sempre cercato di nascondere agli occhi del mio ragazzo? Vidi Noah fare un passo verso di noi finchè non si bloccò sul posto stringendo le mani a pugno in segno di frustrazione, sapevo che non si sarebbe fatto avanti per via del suo migliore amico che ancora mi stringeva tra le braccia e allora decise di assecondare l'entusiasmo di Quinn e mettersi nella sua traiettoria per stringerla a se. Dopo qualche secondo di sorpresa, Quinn ricambiò l'abbraccio saltandogli al collo con un grido di vittoria. Avrei potuto essere io se non fossi stata innamorata di Finn a tal punto da mettere da parte qualsiasi tipo di pensiero al di fuori della coppia se volevo che la nostra storia funzionasse questa volta. Noah non voleva più mettersi in mezzo ed io questo lo apprezavo, era migliore di quello che pensava ed io speravo che un giorno se ne accorgesse. Incrociai di nuovo il suo sguardo e alzai il pollice in alto in gesto di vittoria lui rise e ricambiò il gesto dall'altra parte del palco. Improvvisamente mi sentii stritolare da Santana per la prima volta e chiusi gli occhi ridendo con lei gridando: ce l'abbiamo fatta!". Avevamo vinto ed eravamo felici, eravamo uniti.

Mi svegliai di colpo al suono incessante di qualcosa di fastidioso, mi portai una mano sul viso strofinandomi gli occhi e asciugandomi una striscia di saliva che mi rigava l'angolo della bocca, feci una smorfia. Che ore erano? Improvvisamente mi accorsi che era stato il campanello della porta a svegliarmi, mi alzai di scatto colpendo il ginocchio contro il tavolino. Mugugnai dal dolore e andai ad aprire zoppicando con l'intenzione di mandare a quel paese chiuque fosse il disturbatore irritante della mattina di natale, le mi intenzioni vaporizarono nell'istante esatto quando qualcuno mi piantò tra le braccia un dolce alquanto pesante e una bottiglia di spumante prima di spingermi da una parte per far entrare tutti. E dico proprio tutti.
"Cosa ci fate voi qui?" esclamai esterefatta guardando le Nuove Direzioni varcare la soglia salutandomi con un sorriso mentre si strofinavano le mani dal freddo. C'erano persino i neo sposi, il prof Shue e la professoressa Pilsbury che si tenevano per mano persi nel loro mondo fantastico.
"Prima ci inviti e poi ti dimentichi che lo hai fatto? Perdi i colpi Berry!" esclamò Santana lanciando uno sguardo di sufficienza all'appartamento sicuramente non di suo gusto.
"Avevate disdetto tutti!"
"E tu hai festeggiato da sola vedo. Patetica." borbottò Kurt arricciando il naso verso di me con aria disgustata. Stavo puzzando?
"Rachel buon natale!"
"Anche a te Blaine...e poi questa è la festa di Chrismukkah e non solo di natale." replicai con il solito tono da primadonna saccente mentre ricambiavo i suoi baci sulle guancie con affetto.
"Giusto."
"Buon Chrismukkah mia bella principessina ebrea, queste dove le metto?" si fece largo Noah Puckerman con una cassetta di birra in una mano e tre bottiglie di spumante nell'altra nemmeno fosse un giocoliere del circo. Come diamine ci riusciva?
"Altro alcol?"
"Certo, altrimenti che festa sarebbe?" la sua espressione incredula e oltraggiata assomigliava a quella che mi fece quando avevamo organizzato insieme la festa a casa dei miei papà due anni prima. Era sempre il solito.
"Va bene, metti pure tutto di la sul tavolo della cucina."
"Agli ordini Berry!" all'improvviso tornò tutto sorridente, con il suo ghigno made in Puckerman, e mi scoccò uno di quegli occhiolini che mi fece perdere un battito e per un attimo mi chiesi dove mi trovavo. Il suo fascino mascolino e da bullo non aveva perso il suo smalto.
"Ciao Rachel." mi salutò il mio ex piazzandosi di fronte a me con un sorriso titubante e impacciato sulle labbra mentre teneva le mani nelle tasche della giacca come faceva un tempo. Era imbarazzato e la stessa cosa valeva per me, nonostante ci fossimo lasciati in buoni rapporti rivederlo dopo tutti quei mesi faceva sempre un certo effetto. Finn era stato il mio primo amore e di certo provavo ancora qualcosa per lui se mi trovavo in quella strana situazione, non avrei mai potuto dimenticarlo. Mi era mancato.
"Ciao Finn. Buon natale." gli sorrisi con tutto l'affetto che ancora sentivo per lui.
"Buon Chrismukkah anche a te. E' bello rivederti."
"Anche per me è lo stesso." confessai con naturalezza senza bisogno di mentirgli, era sempre stato così tra noi.
"Avete finito di tubare piccioncini? Qui abbiamo da fare." disse spazientito il mio miglior amico a braccia conserte guardandoci storto.
"Fare che cosa Kurt?"
"E me lo chiedi? Non vorrai di certo festeggiare...così? Ammetto che hai fatto un passo avanti per quanto riguarda il vestito, ma è tutto sgualcito e di certo possiamo trovare di meglio...e i tuoi capelli? Vuoi veramente che commenti quell'accozzaglia che ti ritrovi in testa? Quand'è stata l'ultima volta che sei stata dal parrucchiere? E poi ti serve una doccia al più presto. Non voglio sentire obbiezioni, sei un sacrilegio di natura. Adesso tu verrai con me mentre gli altri sistemano. Santana, Tina siete addette al make up. Quinn e Mercedes, prendete tutto l'occorente che abbiamo portato. Rachel muoviti, voglio salvarti prima della menopausa."

Con estremo imbarazzo per le sue parole, lo seguii con gli occhi bassi senza dire una parola mentre le altre ragazze mi tallonavano alle spalle come se fossero le mie guardie del corpo...oppure degli scagnozzi che mi bloccavano la fuga. Dopo una lunga doccia e un'ora abbondante tra trucco e acconciatura già mi sentivo un'altra e allo specchio decisamente non sembravo più la vecchia Rachel Berry. Chi era quella straniera che mi assomigliava un pò? Ero...bella. Era la prima volta che mi sentivo veramente così. Quando Quinn mi porse tre pacchi regalo di diverse dimensioni ed io li scartai con l'entusiasmo di un bambino la mattina di natale e rimasi di stucco nel vedere quello che mi avevano portato in dono i miei bizzarri angeli custodi. Adesso si che mi sentivo una principessa circondata dall'affetto degli amici. Indossai l'elegante abito viola che mi fasciava con morbidezza i fianchi, era di seta e aveva del pizzo nero nella scollatura che mi rendeva ancora più sexy. Misi le scarpe nere, che mi alzarono diversi centimetri da terra, e sorrisi imbarazzata quando Santana si avvicinò pericolosamente ai miei lobi per mettermi un paio di orecchini che mi illuminarono il viso ancora di più. Speravo che quello non fosse soltanto un sogno ad occhi aperti e quando finalmente mi fecero tornare nel piccolo salotto l'espressione soddisfatta e di approvazione degli altri membri delle Nuove Direzioni feci un sospiro di sollievo. Non mi sarei ritrasformata in Cenerentola a mezzanotte, lo giurai a me stessa. Accolsi tutti i miei vecchi amici come volevano le buone maniere e mi aggregai alle loro risate con entusiasmo. Avevo sbagliato per tutto il tempo, mi ero illusa dubitando della loro amicizia e invece eccoli tutti li...a divertirsi con vecchi annedoti di scuola e prese in giro che sarebbero continuate all'infinito. Bevvi un sorso di spumante che mi salì subito in testa e Mercedes iniziò a rimpilzarmi di tramezzini e salatini per cercare di attenuare la sbronza, non essendoci abituata ressi per poco ma apprezzai comunque il suo aiuto. Qualcuno azionò il karaoke che mi avevano regalato i miei papà e tutti si misero a cantare a turno mentre si organizzavano dei veri e propri balli sfrenati che stavano rivoluzionando il mio salotto, per fortuna che avevano fatto sparire il tavolino di vetro e le altre cose fragili. Brittany e Mike si dimenavano con le proprie patners come se fossero impazziti e l'instabilità goffa di Finn era diventata davvero pericolosa. Era proprio negato a ballare. Dopo essermi esibita in un duetto con il professor Shue, presi da bere e mi sedetti per terra accanto a Finn per riprendere un pò di fiato. Iniziava un pò a girarmi la testa.
"Come va la tua vita da giocatore di football? Ti piace l'università?" gli chiesi cercando di curiosare in quella vita dove io non ero più presente.
"Tutto sommato bene, in realtà mi sto ancora abituando a questa vita. E' tutto così frenetico. Tu invece cosa mi dici? Era come te lo eri immaginato?"
"No, è completamente diverso. Pensavo di poter essere una delle migliori, arrivare dove nessun altro è mai arrivato stupendo tutti con la mia voce...poi mi sono accorta di essere soltanto una tra tanti, nessuno di speciale." commentai in tono triste facendo un lungo sospiro.
"No Rachel, ti sbagli. Ho sempre saputo che tu sei speciale, non ho mai dubitato neppure per un secondo che tu ce la potessi fare. Sono ancora convito di quello che ho detto, tu arriverai su quel palco e stravolgerai di nuovo le vite di tutti. Rimarranno ammaliati come tutti noi, te lo prometto." mi sorrise lui incoraggiandomi ad andare avanti mentre mi stringeva una mano tra le sue,
"Grazie Finn." mi appoggiai a lui con gratitudine sorridendo. Mi sembrava di rivivere il passato.
"Sei felice?"
"Adesso si...adesso che ci siete tutti lo sono. E' bello avervi tutti qui." mormorai abbracciando i miei compagni con uno sguardo d'affetto.
"Devi ringraziare Puck per questo." esclamò lui facendo un cenno verso il suo migliore amico che ballava con Quinn e Tina facendo delle espressioni stupide e sicure di se.
"Noah? Perchè?" chiesi disorientata guardando un'altra delle mi debolezze passate, forse quella più pericolosa, che, accorgendosi di essere osservata, mi sorrise abbagliandomi del tutto. Perchè ero così debole?
"Se non fosse stato per lui a quest'ora nessuno sarebbe qui. Si è presentato da ognuno di noi costringendoci a salire nel furgoncino, ci ha persino minacciati obbligandoci a disdire gli impegni presi in precedenza. Nessuno aveva il coraggio di dirgli no, Puck incute ancora un certo timore."
"Cos...perchè ha fatto tutto questo?" non riuscivo a staccare lo sguardo da Noah.
"Dovresti chiederlo direttamente a lui. A me ha soltanto detto che dovevo mettere da parte l'imbarazzo e alzare il culo perchè non potevo farti passare il natale da sola nella grande mela. Aveva ragione come al solito, a volte pensavo che lui ti capisse meglio di quanto potessi fare io. Sei sempre stata come un libro aperto per lui, spesso lo invidiavo per questo." confessò lui bevendo un sorso di birra.
"Anche tu sapevi capirmi."
"Non quanto lui. Ho sempre cercato di allontanarvi, di minacciarlo di starti lontana...ne sono successe di cose al liceo tra tutti noi e adesso mi sembrano soltanto delle sciocchezze. Vai a parlargli e ringrazialo per oggi. Se ha fatto tutto questo per non lasciarti sola il giorno di natale vuol dire che ci tiene molto a te. In bocca al lupo Rachel e non dubitare mai di te stessa. Tu sei speciale." detto questo, mi baciò sulla fronte e andò a duettare insieme e Mercedes lasciandomi in un mare di pensieri.
Perchè Noah aveva fatto tutto questo per me? Persa tra le mie mille domande non mi accorsi della mano che mi si parò davanti come un invito a unirmi a lei. Alzai lo sguardo e incrociai lo sguardo divertito di Puckerman che mi fece arrossire ulteriormente. Stava facendo un pò troppo caldo per i miei gusti.
"Ti va di ballare?"
"Sono un pò ubriaca..."
"Anch'io, questa è la cosa divertente. Su Berry, non mi dire che hai paura del sottoscritto." mi provocò lui con il suo solito ghigno sadico.
"Io non ho paura di te. Forza Puckerman, fai vedere quello che sai fare." gli dissi afferrando la sua mano per andare al centro della stanza. Finn e Mercedes stavano cantando un pezzo lento a tradimento guardandoci sornioni, Noah mi prese tra le sue braccia facendo aderire i nostri corpi l'uno all'altra e iniziò a muoversi lentamente mentre le sue mani scendevano lungo la schiena. Mi lanciò uno sguardo provocatorio, sfidandomi a togliere le mani che stavano quasi per arrivare al sedere, e poi nascose il viso tra i miei capelli celandomi la sua espressione. Non era da lui fare una cosa del genere. Incrociai le mani dietro al suo collo e appoggiai la testa contro il suo torace ascoltando il ritmo veloce del suo cuore. Cosa stava succedendo a Noah Puckerman? E a me? L'odore del suo dopobarba mi confuse i sensi ancor di più ed io mi sentii ancora una volta la liceale sfigata che si prende una cotta per il playboy della scuola. Perchè quella maledetta cotta non mi era mai passata del tutto, come quello che provavo ancora per Finn. Poteva sbiadire con il tempo ma rimaneva indelebile nel mio cuore. Nei miei sensi. Noah Puckermn era come un'autocombustione impossibile da spegnere.
"Perchè lo hai fatto?" gli chiesi a bruciapelo senza riuscire a trattenermi.
"Tu lo sai il perchè, lo hai sempre saputo." mi soffiò lui all'orecchio stringendomi un pò più forte a se.
"Ho sempre saputo che c'eri ogni volta che avevo bisogno. Adesso mi leggi nel pensiero?" lo presi in giro mentre il mio cuore batteva all'unisolo con il suo. Le sue parole mi facevano ancora tremare.
"Sei come un libro aperto per me Berry."
"Beh, spero che questo libro abbia ancora tante pagine bianche." mormorai alzando la testa dal suo torace per incrociare il suo sguardo. Mi era decisamente mancato quello sguardo.
"Tutte quelle che vuoi se le scriviamo insieme."
"Buon Chrismukkah Noah." gli sorrisi felice di essere tra le sue braccia.
"Buon Chrismukkah Rachel." ricambiò il mio sorriso strofinando i nostri nasi insieme. Un gesto intimo che valeva più di mille parole. Quello era il Noah Puckerman che mi aveva regalato il mio primo natale a New York.


CIAO A TUTTI, SCUSATE L'ASSENZA...AVETE SENTITO LA MIA MANCANZA?? SPERO DI SI ;) A PARTE GLI SCHERZI, QUESTA ERA UNA ONE SHOT CHE AVEVO INIZIATO A SCRIVERE QUALCHE GIORNO PRIMA DI NATALE MA PER MANCANZA DI TEMPO E ISPIRAZIONE E' RIMASTA SOSPESA PER UN BEL PO'. SPERO CHE VI PIACCIA LO STESSO, MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI GRAMMATICALI. GIURO CHE TORNO A SCRIVERE L'ALTRA FF E VI PROMETTO DI PUBBLICARE ANCHE LE ALTRE ONE SHOT LASCIATE A META'. UN BACIONE.
KIA

   
 
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